Mi perdonerai, Guiderdone, se tento un po' di sociologia spicciola. Io e tanti altri ragazzini di quegli anni eravamo figli dei nostri tempi, cioè legati ancora alla parola letta e iniziatori di quella generazione di là da venire che è oggi legata all'immagine, meglio se in movimento. Non vuol essere critica, i tempi sono come la storia, non buoni e non cattivi. Ma il Club così come era organizzato era un gioco che imitava il mondo dei grandi e i personaggi disneiani, che erano allora solo nostri, ci permettevano di sentirci come i grandi che, allora, erano distanti e non ci permettevano eccessive confidenze. Sapessi alla promozione al grado di Ispettore, quando ebbi il piccolo portafogli di plastica quanta emozione ho provato! Certo oggi fa sorridere ma, ricordo, in un mondo più povero (o per meglio dire meno ricco) quando anche le famiglie "borghesi" non eccedevano nelle spese, era tutto un "sense of wonder". I miei Topolini costavano la bellezza di 80 lire! Qualcosa l'ho comprata da grande (sindrome dell'infanzia negata?) e ho anche il privilegio di aver complice un figlio adolescente che, nonostante manga e playstation, si diverte con me nell'archeologia disneiana. Perdonate le chiacchiere ma, come disse in una sua storia lo zione: "sono solo un povero vecchio...."