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Che libro c'è sul comodino?

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Bacci
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PolliceSu   (1)
    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1050: Lunedì 2 Giu 2014, 13:00:38
    Sì, purtroppo i 10 titoli proposti finora non invogliano per nulla all'acquisto, complice il prezzo alto. Il formato ovviamente non ha nulla di rivoluzionario (il solito marketing al contrario lo fa apparire l'invenzione del secolo : P), ma è comunque un bell'oggettino. Se dovessero pubblicare prossimamente almeno qualche classico della letteratura, uno vorrei provarlo...

    p.s difenderò sempre la Newton, per l'importanza che ha avuto in passato nella diffusione di libri di tema fantastico, quando praticamente nessun altro lo faceva... :)  Poi certo, spesso le traduzioni e i materiali sono molto alla buona... Ma almeno ha sempre proposto testi integrali, da quel che so.
    Adesso tra l'altro sono usciti altri libri della collana a 99 cent, ma con copertina cartonata e al prezzo di 1,90 €. Qualcuno lo prenderò di sicuro. Peccato per le copertine, che non mi piacciono proprio, salvo rari casi.
    « Ultima modifica: Lunedì 2 Giu 2014, 13:02:02 da bacci88 »

      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1051: Lunedì 2 Giu 2014, 15:28:05
      Dovrei vederlo per capire quanto e come potrebbe essere funzionale questo nuovo formato ma di primo acchito non mi dice molto.
      Sto leggendo "Il Viaggio di Tuf" raccolta dei racconti con protagonista Haviland Tuf scritti dall'autore delle cronache del ghiaccio e del fuoco (meglio nota come "Il trono di Spade") George R.R. Martin.
      Pur non essendo ancora maturissimo come autore devo proprio dire che già negli anni '80 Martin aveva un suo perché e i suoi racconti sono sempre avvincenti. Tema ricorrente nelle sue opere è il gioco per l'acquisto del potere. Nella maggior parte dei racconti il potere è rappresentato da un astronave, chiamata Arca, al cui interno c'è un database e tutto il materiale per generare e creare nuove razze viventi rendendo il suo padrone una specie di dio tra gli uomini di cui Tuf ne diventa il proprietario scegliendo di sfruttare l'astronave per aiutare gli abitanti dell'universo. Non tutti i racconti però partono dalle stesse premesse e i giochi di potere e le difficili relazioni che esistono tra le varie parti vengono sviscerati di volta in volta in maniera diversa. Così come anche il tema del rispetto ecologico viene più volte tirato in ballo anche se non sfruttato pienamente.
      Agli amanti di fantascienza, agli amanti di Martin consiglio questo libro.

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      Juro
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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1052: Lunedì 2 Giu 2014, 19:50:59
        Per la Cina, credo che il testo piu' famoso siano i Racconti straordinari dello studio Liao.
        Mille grazie ML-ecc.ecc. :P Ora, devo solo capire se il volume che ho trovato su amazon sia versione integrale o estratti.

        (vedi certe iniziative di una casa editrice pessima come la Newton Compton premiate dalle vendite solo per i prezzi stracciati).
        Ma perché ve la prendete sempre con la Newton :-?? Io, fin'oggi, non ho mai trovato rilevanti problemi in ciò che ho acquistato, e grazie a lei ho reperito varie storie che, altrimenti, non saprei proprio come avrei fatto anche solo a conoscere. Davvero è tanto pessima?
        « Ultima modifica: Lunedì 2 Giu 2014, 19:51:26 da Scroogie »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1053: Lunedì 2 Giu 2014, 20:45:49


          Ma perché ve la prendete sempre con la Newton :-?? Io, fin'oggi, non ho mai trovato rilevanti problemi in ciò che ho acquistato, e grazie a lei ho reperito varie storie che, altrimenti, non saprei proprio come avrei fatto anche solo a conoscere.

          Sono d'accordo!! Ammetto che non sempre le traduzioni sono ai massimi livelli per carità, e la qualità non è certo eccellente...però onore a chi ha curato spesso cose altrove irreperibili e, soprattutto, ma qui parlo da acquistatrice di libri compulsiva, ha prezzi decisamente accessibili!..(per non parlare poi delle ultime iniziative di classici a prezzi davvero stracciati, 0,99-1,99. Bando alla puzza sotto al naso, è roba per cui, in un Paese come il nostro che legge zero, si dovrebbe forse innalzare una statua per il solo fatto di averci tentato di rendere certi titoli accessibili e davvero alla portata di chiunque..)
          «Éala éarendel engla beorhtast
           ofer middangeard monnum sended.  Aiya Eärendil Elenion Ancalima!»

            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1054: Lunedì 2 Giu 2014, 22:11:18
            La Newton non ha il grande deficit delle traduzioni, per quanto riguarda i testi italiani va benissimo, ma per quelli stranieri no.
            Se in Italia si legge poco è un problema, ma la soluzione non è certo quella di diffondere testi non all'altezza dell'opera.
            Io purtroppo non conosco le lingue originali e non posso giudicare le traduzioni in modo corretto, ma posso farlo leggendo le varie edizioni e non c'è paragone.

            Per quanto riguarda le introduzioni vale lo stesso discorso, ma si può soprassedere.
            Tra possedere un libro della Newton (in traduzione) e non possederlo, ma leggerlo in biblioteca (per quanto mi dispiaccia non avere un libro che ho letto, da qui il mio grosso problema con gli e-book) preferisco di gran lunga la seconda.

              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1055: Lunedì 2 Giu 2014, 22:37:06
              I quaderni di Serafino Gubbio Operatore – Luigi Pirandello

              La modernità del soggetto e dello stile rendono questo romanzo di Pirandello davvero degno di una lettura approfondita.
              Come spesso accade con questo autore la complessità della lettura non si trova nel lessico o nella sintassi, ma nella grande quantità dei piani di lettura che si incatenano e si auto-alimentano in un susseguirsi di significati che non si mettono a fuoco subito.
              Sul piano sociologico si va a criticare la tecnologia, l'uso delle macchine e il loro volersi sostituire all'uomo.
              Il protagonista Serafino Gubbio è un operatore cinematografico, in parole più prosaiche una mano prestata al cinema, infatti il suo ruolo è quello di girare una manopola.
              Fin dalle prime pagine del suo diario, in cui annota tutto in modo molto preciso, si percepisce la sua natura solitaria, ma profonda; le sue riflessioni pagina dopo pagina si fanno più concrete e i suoi ragionamenti logici e condivisibili.
              La caratterizzazione di Serafino raggiunge quasi la perfezione, è descritto in tutte le sue componenti, la sua personalità è sezionata, ogni sfaccettatura analizzata e illuminata; un attore non dovrebbe avere difficoltà ad impersonarlo; forse è questa la caratteristica del romanzo che più risalta all'occhio: la sensazione di star assistendo ad una rappresentazione, in una sorta di meta-romanzo, un “Effetto notte”  ante-litteram, che schiaccia e offusca lo stile con cui è scritto.
              Siamo nel 1916, in un periodo di fermento culturale, un fermento che forse non si ripeterà più, di sicuro fino ai nostri giorni, che alimenta in modo inarrestabile la sperimentazione in nome di un futuro che innova e che migliora la vita dell'uomo; Pirandello si trova in uno strano equilibrio, con uno stile innovativo, fresco e vivace critica la modernità.
              Se vista in quest'ottica, non subito chiara, ogni pagina, ognuno dei tanti avvenimenti che si susseguono, assume una luce diversa e si fa foriero del pensiero dell'autore.
              Come per il ben più famoso “Il fu Mattia Pascal” anche in questo caso il tema del doppio presente in ogni uomo è ben affrontato e sempre in chiave fatalista, nessuno, in nessun caso fugge dal proprio destino.
              Il piano più semplice, quello narrativo, è affrontato in modo divertente e le scene comiche regalano più di un sorriso, il surreale si fa strada, ma dietro, nascosta tra le parole e c'è una vena di malinconia, di rassegnazione alla natura umana, che non può essere migliore.
              Da sottolineare e segnalare, il rapporto con la tigre, protagonista suo malgrado del film che la troup sta girando, molto più umano e profondo rispetto a quello che il protagonista instaura con qualunque umano rappresentato ed è nelle descrizioni dell'animale che si comprende la vera natura di Serafino, quella “mano” che ha un corpo e soprattutto un'anima sulla quale gli avvenimenti lasciano un segno, che non sa svestirsi dei suoi abiti, che nella coerenza soffre spesso e gioisce a volte, ma quasi mai comprende gli altri.
              Pirandello sperimenta  e porta la letteratura italiana su un piano diverso da quello fino allora conosciuto, esaspera il verismo interiorizzandolo, descrivendo la vera natura dell'uomo, ma per fare questo deve abbandonare la prosa perfetta, i virtuosismi stilistici, il lessico ricercato e aulico, in fondo anche questo è un sacrificio da fare per il progresso.
              Lettura consigliata che aggiunge un altro tassello nella comprensione di un secolo che non sarà mai abbastanza studiato e analizzato in ogni sua componente.

                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1056: Martedì 3 Giu 2014, 11:38:09

                Ma perché ve la prendete sempre con la Newton :-?? Io, fin'oggi, non ho mai trovato rilevanti problemi in ciò che ho acquistato, e grazie a lei ho reperito varie storie che, altrimenti, non saprei proprio come avrei fatto anche solo a conoscere. Davvero è tanto pessima?

                Le traduzioni dei classici sono davvero di scarsa qualità e una cattiva traduzione può essere davvero dannosa. Va bene che è la casa editrice che li propone a prezzi più bassi, ma proprio perché sono "classici", cioè libri d'una certa importanza, meritano di essere letti nella forma migliore disponibile, anche a costo di investirci qualche euro in più (che poi non è che i classici in formato tascabile di altri editori abbiano dei prezzi esorbitanti) o (come suggeriva Nubulina) servirsi della biblioteca.

                Poi oltre i classici ci sono anche i libri nuovi che sono davvero da discount letterario. Urendi fin dalle copertine e con titoli civettuoli che richiamano quelli di più noti best seller, pubblicati solo per cavalcare e spremere fino all'inverosimile mode e filoni di successo. Tuttavia anche questi libri spesso vendono bene per via dei prezzi più bassi rispetto a quelli degli altri editori.

                Insomma è una casa editrice che punta tutto su mezzucci e sull'appeal del prezzo basso e nulla sulla qualità. Sul fatto che abbia pubblicato anche cose interessanti che altrimenti sarebbero rimaste introvabili non ne sapevo nulla. Che genere di cose sono?



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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1057: Martedì 3 Giu 2014, 12:10:30
                  Sul fatto che abbia pubblicato anche cose interessanti che altrimenti sarebbero rimaste introvabili non ne sapevo nulla. Che genere di cose sono?


                  Parlo delle antologie, che, in effetti, sono le sole cose che compro dalla newton. Non dico che sono introvabili, ma vari racconti che, a cercare altro dei loro autori, risultano in effetti di difficile reperibilità, ci sono.
                  Sulla qualità delle traduzioni non posso esprimermi. Non credo di aver mai letto (o di poterlo fare) i testi in tedesco o russo o giù di lì, quindi non ho metri di paragone, ma potrei provare con i testi in inglese.

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1058: Martedì 3 Giu 2014, 12:19:39

                    Insomma è una casa editrice che punta tutto su mezzucci e sull'appeal del prezzo basso e nulla sulla qualità. Sul fatto che abbia pubblicato anche cose interessanti che altrimenti sarebbero rimaste introvabili non ne sapevo nulla. Che genere di cose sono?


                    Di sicuro altri potranno risponderti meglio di me su questo punto, ma la Newton con altre case editrici come ad esempio la Fanucci, negli anni passati ha proposto molte opere di autori di genere "fantastico" che qui in italia sono sempre stati semi-nascosti, snobbati o irreperibili.
                    Ed è tuttora così.
                    Esempi banali: negli anni '90 con le collane economiche, o con i mammut, era possibile trovare lavori sparsi o raccolti per tematiche di autori quali William Hope Hodgson, Le Fanu, Algernon Blackwood, M.P. shiel, Ambrose Bierce,  Robert Ervin Howard tutti grandissimi scrittori che da noi continuano ad essere ignorati e delle cui opere si trovano attualmente pubblicazioni parziali, magari di case editrici piccolissime. La newton con le sue collane economiche a prezzi contenuti ha contribuito alla diffusione di questi scrittori, che sorprenderebbero molti che non li conoscono, per la qualità assoluta dei loro lavori (che non son certo qui a scoprire io).

                    La fanucci pure ha pubblicato varie collane meritevoli che ora viaggiano su ebay a prezzi altissimi, raccolte di altri autori come Machen, Lord Dunsany, ClarK Ashton Smith, roba che ora come ora se vai in una qualunque grande libreria non si trova, e non solo i commessi non possono procurartela ma nemmeno sanno dirti chi sono questi scrittori, che che personalmente sto cercando di recuperare da mesi un pezzetto per volta con grandissimi sforzi, tenendo conto che moltissime opere sono addirrittura inedite da noi, o quel poco che c'è non si trova...

                    Di Lovecraft stesso, prima delle nuove edizioni Mondadori tuttora in commercio, basate sugli studi di Joshi, c'erano delle robe assurde, ricordo che persino fruttero e lucentini, allora responsabili della collana Urania, censuravano, tagliavano, modificavano a piacimento secondo il loro gusto e per l'impaginazione i testi di Lovecraft. Ho fatto confronti io stesso in alcune edizioni mondadori e in molti casi ci son rimasto! Quindi vi chiedo, è meglio in questi casi di carestia letteraria, avere una traduzione non molto artistica ma integrale o un testo parziale, censurato e sforbiciato ma scritto da autori e traduttori di richiamo?
                    Per molti degli autori che ho citato su, il problema non si pone, esiste pochissimo di reperibile in italiano :P

                    Ci sono piccole case editrici come la hypnos http://www.ibs.it/code/9788896952108/ray-jean/racconti-del-whisky.html che si stanno impegnando a divulgare questi autori snobbatissimi (Ray, Chambers, aickman, ecc) ma poi certo non hanno adeguata visibilità come certi bestsellers che ci vengono propinati in ogni salsa ogni giorno dalle grosse case editrici. Questo fa capire come mai quando si vedono davvero le mille edizioni di fabio volo e di Coehlo o di altri di questi scrittori iper-pubblicizzati, viene davvero da scappare su un'isola deserta... il panorama delle proposte letterarie qui da noi è desolante, e questo ha contribuito a formare un certo modo di leggere parziale, il fantastico da noi è snobbato, non è meritevole, non è "alta letteratura", ma certo non per colpa della qualità degli autori, bensì per una politica di distribuzione e di vendite desolante bastata sul marketing.
                    Scusate la lunga divagazione/sfogo, deragliata in mille OT :P
                    « Ultima modifica: Martedì 3 Giu 2014, 12:39:47 da bacci88 »

                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1059: Martedì 3 Giu 2014, 16:11:23
                      CUT

                      Ok, però se non ho capito male gli autori che citi (e che ammetto per buona parte non conosco) la Newton non li pubblica più e sono tornati di difficile reperibilità.
                      Comunque può darsi che negli anni '90 la Newton portasse avanti iniziative lodevoli, ma il punto resta che oggi la sua politica editoriale mi sembra molto discutibile, schiava di quella tirannia del marketing di cui tu giustamente ti lamenti.

                      Citazione
                      Quindi vi chiedo, è meglio in questi casi di carestia letteraria, avere una traduzione non molto artistica ma integrale o un testo parziale, censurato e sforbiciato ma scritto da autori e traduttori di richiamo?
                       

                      La questione non è traduzione artistica o non-artistica, ma fatta bene o fatta male. Poi è ovvio che se la metti così la risposta è ovvia. Resta il fatto che i classici della newton si trovano in versioni migliori e integrali in altre edizioni.

                      Citazione
                      Sulla qualità delle traduzioni non posso esprimermi. Non credo di aver mai letto (o di poterlo fare) i testi in tedesco o russo o giù di lì, quindi non ho metri di paragone, ma potrei provare con i testi in inglese.

                      Un testo mal tradotto puzza di testo mal tradotto. Basta confrontare certi libri newton con edizioni di altre case editrici per rendersi conto di cosa vuol dire.
                      E comunque il parere di chi di traduzioni s'intende riguardo alla newton è univoco... e non è positivo 
                      « Ultima modifica: Martedì 3 Giu 2014, 16:11:47 da Marci »

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1060: Martedì 3 Giu 2014, 16:36:11
                        Infatti purtroppo attualmente il panorama per quegli autori è quasi desertico, per quanto riguarda il catalogo del nuovo.

                        Ammetto di aver spostato la discussione sugli autori che mi interessano ora, lasciandomi trascinare :- D
                        Se dovessi comprare Delitto e castigo oggi, andrei pure io a sceglierlo su edizioni più curate, con quel post cercavo comunque di parlare di un po' dei pregi che la casa editrice ha avuto nel tempo perché non è totalmente da buttare come si sente dire spesso.

                        Ciò non toglie che oggi magari un individuo che non legge abitualmente, potrebbe comprare anche un Dostoevskij a due euro, e se gli dovesse piacere potrebbe poi dirigersi verso edizioni più curate (perché ce ne sono altroché, non dicevo certo di no ; ))
                        « Ultima modifica: Martedì 3 Giu 2014, 16:45:02 da bacci88 »

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1061: Venerdì 6 Giu 2014, 00:05:55
                          Ho finito di leggere Le tre bare, di John D. Carr.
                          Essendo tipo il terzo utente che parla di questo libro scriverò solo alcune impressioni personali.
                          Oramai, dopo che ne hai letto qualcuno, nei gialli non ci si può sorprendere. O meglio, sei talmente rassegnato ad essere ingannato che non fai neanche caso a come il giallista ti abbia completamente messo nel sacco.
                          In questo Carr si dimostra un maestro, nello sviare, nel depistare, e nel far credere che ciò che avvenga è impossibile.

                          Eppure lo scrittore ci avverte del fatto che ci sta ingannando, parla di illusionisimo e di illusione. Il parallelismo tra lo scrittore di gialli e l'illusionista è un momento quasi di metascrittura, dove i personaggi parlano con la voce stessa dello scrittore e ci si rivolge direttamente al lettore. Sappiamo di essere ingannati e lo scrittore ci avverte che forse rimarremo delusi dalla spiegazione. Il sogno, il fascino, rimane solo fino quando il mistero non viene svelato. Ma che romanzo giallo sarebbe se non ci fosse la soluzione?
                          La soluzione c'è e, almeno stavolta, Carr ha messo le mani avanti: non si rimane delusi.

                          Il delitto della camera chiusa, forse il più affascinante tra i temi del giallo classico è qui rappresentato in una delle sue massime espressioni.
                          « Ultima modifica: Venerdì 6 Giu 2014, 00:06:28 da teoo »

                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1062: Venerdì 6 Giu 2014, 00:22:55
                            Uno nessuno centomila – Luigi Pirandello

                            Quest'opera è forse la più famosa di Pirandello e senza dubbio la più complessa ed interessante.
                            Il tema della ricerca dell'Io è presente e analizzato in ogni sua componente, per cui la lettura non è delle più semplici, se l'intento è quello di comprenderla fino in fondo.
                            La trama di per sé è molto semplice e il registro comico utilizzato soprattutto nella prima parte del romanzo rendono la lettura molto piacevole, ma la semplicità che si manifesta è fittizia, nasconde significati e concetti molto complicati, che attingono a piene mani dalla psicanalisi dalla quale Pirandello era affascinato.
                            Il protagonista si trova a chiedersi chi sia davvero, quello che lui sente di essere, ma che non può vedere vivere, o uno dei tanti che le persone vedono?
                            L'argomento è trattato in un modo così delicato, ma così crudo da essere interiorizzato e compreso da chiunque, anche se è necessaria una seconda lettura per cogliere ogni sfumatura di un tema così complesso.
                            Ciò che si respira è un'angoscia profonda che avviluppa Vitangelo Miscarda, il quale all'improvviso si rende conto di essere chiuso in una gabbia, di non essere libero, ma schiacciato da sovrastrutture e costretto in un abito che non è il suo, ma che  obbligato a vestire.
                            Basta poco per cogliere la vita in modo diverso e ripensare tutta un'esistenza e di colpo quello che prima appariva giusto diviene sbagliato, che che prima era semplice diviene pesante, così quel nome legato in modo indissolubile al padre usuraio diviene non più un viatico per una vita bella e semplice, ma un fardello che impedisce di esprimere la propria essenza, la quale potrà essere libera solo sovvertendo tutti i piani e vivendo nel modo più spontaneo anche se questo vuol dire pagare un prezzo molto alto.
                            La modernità che contraddistinguo questo autore non manca neppure in questo romanzo, che utilizza uno stile fresco e un lessico molto semplice.
                            Per lo più è un lungo monologo che ricorda una rappresentazione teatrale, infatti spesso il protagonista si rivolge in modo diretto al lettore ponendo domande e dubbi.
                            Leggendo si riflette, ci si rende conto che il novecento è stato un secolo davvero incredibile, per come i temi di cui ancora oggi discutiamo, l'io e il subconscio, ma anche la difficoltà di apparire per quello che siamo senza maschere, fossero già presenti e il vivace fermento culturale si respirasse in ogni parte d'Italia.
                            Pirandello apre senza dubbio le porte a quello che poi sarà lo stile prevalente del futuro, con quel periodare semplice e quelle frasi corte, immediate, ritmiche, ma che le chiude al tradizionale romanzo fatto di ricerca stilistica ed epicità.
                            Un tassello che non può mancare nel bagaglio culturale di nessun lettore.

                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1063: Giovedì 12 Giu 2014, 00:01:57
                              Storia umana e inumana – Giorgio Pressburger

                              Un onirico viaggio attraverso i secoli e gli stati d'animo che richiama alla mente immagini Dantesche senza scimmiottarle o avvilirle, solo rievocandole.
                              L'atmosfera che avvolge il lettore è ovattata, la sensazione è quella di entrare nella nebbia e cogliere immagini, sfuocate, dagherrotipi che prendono vita e iniziano a parlare e a rievocare un passato a loro caro e talvolta doloroso.
                              Difficile collocare questo romanzo in un genere letterario: a tratti è una biografia, ma la profondità in cui ci si addentra, sviscerando le fibre dell'anima del protagonista, non permettono di porlo in quella casella, così come non può essere definito un saggio benché le note a piè di pagina approfondiscano tutti gli aspetti storici e culturali, innumerevoli e disseminati per le oltre quattrocento pagine.
                              Quello che è certo è che si sta parlando di uno scrittore che ama scrivere per esprimere delle emozioni profonde, nascoste nel suo animo, che scalciano per uscire e generare un flusso di meravigliosi pensieri e ricordi, immagini evanescenti fatte di personaggi antichi, ma morti solo nella carne, ma viventi nell'immaginario collettivo di ognuno.
                              Descrivere a parole quello che si prova leggendo queste pagine è difficile, perché non è una prosa semplice, non è una lettura per tutti, sia per i temi trattati, ma soprattutto per lo stile che pur essendo molto particolare e ostico è ciò che rende quest'opera un'esperienza unica.
                              Le parole si susseguono veloci, intervallate da spazi bianchi quasi a rendere poesia ciò che si legge, un periodare lento e a tratti veloce che dà ritmo all'azione, che obbliga a seguire il tempo dettato dall'Autore, così come il protagonista è obbligato a seguire la sua guida in quest'oscuro viaggio, per non perdersi in un oblio fatto di incomprensione di fraintendimenti, ma è perdersi in questo libro, perdere il filo, non comprenderne il senso, ma se ci si affida alla musicalità, se si lascia che esso legga noi anziché il contrario, allora non solo il suo significato diverrà chiaro, ma anche la vita del suo Autore acquisterà un senso più profondo, le sue paure saranno le nostre, le sue visioni le nostre e davanti appariranno il Che, Mao, Perlasca, ma anche Russel, Einstein, Mia, Marilyn e tanti altri che come in una sfilata si mostreranno per ciò che sono, posti infine, in quella dimensione in cui non esiste il tempo, non il passato, non il futuro, ma entrambi lo stesso istante, la completa comprensione dell'esistenza là dove l'esistenza non c'è più.
                              Quella nebbia avvolge tutto, quelle parole si susseguono, mentre la storia salta indietro e in avanti creando caos e la filosofia si mischia con la musica che cerca di comprendere l'essenza stessa della vita.
                              Un'opera che prevede una buona dose di convinzione, ma che apre le porte ad un modo diverso di fare letteratura, che esprime la voglia di regalare emozioni, non preconfezionate, non edulcorate, ma vere perché vissute e una volta liberate non potranno che moltiplicarsi in ogni lettore.
                              Lettura consigliata, senza dubbio.

                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1064: Venerdì 13 Giu 2014, 00:11:09
                                I VECCHI E I GIOVANI Pirandello

                                Il Pirandello di quest'opera è il meno conosciuto, quello meno ironico e più malinconico, ma forse il più concreto, il più completo.
                                Non ci si imbatte tra queste pagine nei personaggi tipici pirandelliani, sempre sopra le righe, sempre indimenticabili, ma in una miriade di uomini e donne che quasi si confondono creando un brulicare di immagini che danno vita alla realtà di allora, riproducendo l'atmosfera di un mondo che cambia e che vuol cambiare.
                                Quello che maggiormente si riesce a cogliere, al di là dello stile sempre perfetto, il lessico ricercato, ma semplice, il periodare che da ritmo alle vicende, è una sorta di attualità, un richiamo ai nostri giorni, quella continua voglia di cambiare, la giovinezza fatta di entusiasmo, di capacità visionaria, di ricerca di giustizia e di benessere, giovinezza che piano piano si esaurisce e diviene vecchiaia lasciando il posto ad altra giovinezza, simile, ma non uguale che non comprende più, che non accetta più i valori e gli ideali di allora e questi non riescono più ad avere la spinta propulsiva necessaria a rendere reale quel sogno, quell'ideale.
                                Così in una rincorsa fatta di tempo che scorre, si finisce per riflettere su tutto quello che in realtà non cambia, ma rimane uguale, tutto quello che poteva essere, ma non sarà.
                                Attraverso personaggi meno incisivi del solito presi singolarmente, ma molto efficaci se letti in modo corale si descrive un'epoca con le sue contraddizioni ed è necessario trascendere dal contesto per cogliere la classicità dell'opera che può adattarsi a qualunque tempo, perché pur raccontando fatti reali descrive l'umanità con le sue debolezze e le sue contraddizioni.
                                Un romanzo a tutti gli effetti, un classico che riesce a lasciare un segno descrivendo la propria contemporaneità, in cui si possono trovare vari piani di lettura: quello sociologico, quello storico, quello narrativo, ma anche quello tanto caro al suo autore, quello psicologico, infatti da alcuni stralci si può cogliere quell'io diviso dell'uomo moderno, quelle anime che riescono a convivere in un solo corpo che saranno il tema principale delle opere più importanti.
                                Lettura consigliata, anche solo per cogliere un Pirandello più malinconico.

                                 

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