Volevo provare a fare un commento su
La signora delle camelie, non so perché mi risulta un po’ difficile. Premetto che è un libro che ho amato fin dalla prima lettura e questo amore è durato così tanto che, oltre ad aver visto
La Traviata di Verdi a teatro (opera tratta proprio da questo romanzo), l’ho riletto per altre due volte. Sì, questa è la terza volta che leggo questo piccolo capolavoro e, per chi mi conosce, sa che la cosa è molto strana, infatti non amo rileggere opere che ho già letto. Devo dire che ogni volta mi ha dato un’emozione diversa, forse anche a causa dell’età.
Il primo personaggio che incontriamo è colui che racconta la storia, un normale cittadino giovane che sente di un’asta e ci si reca, più per curiosità. Lì viene colpito dalla bellezza degli arredamenti dell’appartamento e degli oggetti e scopre che quella era la casa di Margherita Gautier, una mantenuta molto conosciuta a Parigi e che lui stesso aveva incrociato varie volte. All’asta riesce ad aggiudicarsi per cento franchi un libro di
Manon Lescaut appartenutole ed è grazie a questo che riesce a mettersi in contatto con Armando Duval ed è, poi, in grado di scrivere la storia che noi poi leggiamo. Non mi dilungo sulla trama (abbastanza conosciuta, anche se forse non nei dettagli), ma volevo dire ancora un paio di cose. Le riflessioni sarebbero in realtà molte, (ad esempio balza subito all’occhio all’inizio il racconto del giardiniere del cimitero che prova pietà per Margherita e riporta i commenti dei parenti delle vicine di tomba, che si lamentano perché la loro defunta viene, nella morte, affiancata a una donna come la signora delle camelie, fingendo un interesse per le estinte che in vita magari non avevano mai manifestato..). Devo dire che a differenza delle precedenti due volte la trama non è riuscita a prendermi completamente, perché probabilmente, conoscendola, non sono riuscita a farmi coinvolgere del tutto (questo è anche uno dei motivi per i quali non rileggo i libri), tanto che ho notato vari errori di battitura nel libro che o non ricordavo o non avevo notato precedentemente e che mi hanno un po’ infastidita nella lettura. Ho cambiato anche opinione rispetto a molti personaggi, rivalutando molto il padre di Armando che precedentemente non riuscivo a giustificare, probabilmente la maturità mi ha aiutato a capire. Quello che non è sicuramente cambiato è l’emozione che si prova alla fine. Non si può non commuoversi davanti alle ultime pagine.
E ora sono pronta per
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde giusto per stare in tema con il Topolino di queste settimane
!!!