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Che libro c'è sul comodino?

1663 · 124793

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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1260: Domenica 7 Feb 2016, 11:38:53
    Per Romanzo intendo un testo in cui il contesto storico (o di fantasia) sia ben delineato, in cui il lessico sia adeguato e la sintassi ben articolata.

    Attenzione: io ho detto che Eco è moderno nella forma, non nel lessico. E per forma intendo il modo in cui l'azione si svolge: nel Pendolo ci sono tantissimi riferimenti ad una serie di temi esoterici, tanti quanti difficilmente potresti trovare nel romanzo borghese, dove l'azione si svolge per lo più in linea retta seguendo una matrice piuttosto semplice da capire per chiunque. Per quanto riguarda il lessico, invece, Eco ne è un maestro ("la sfera, mobile all'estremità di un lungo filo fissato alla volta del coro, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà"), ma si tiene su uno stile più classico (anche se poi, a leggere il Diario Minimo ci si accorge che sa giocare perfettamente con stili differenti).

    Qualche nome lo avrei. Antonio Moresco, ad esempio.
    Ma se ci vogliamo mantenere su un circuito più conosciuto, Giuseppe Genna, Carmine Abate, Claudio Magris, Dacia Maraini.
    Se ci vogliamo tenere su un percorso più popolare, ma a mio avviso valido, ci sarebbero Stefano Benni o Andrea Camilleri.
    Mi fermo qui perché altrimenti diventerebbe una lista sterile.

    Insomma, buoni scrittori ci sono. Il fatto che Eco in parte si tenga sul percorso del grande romanzo non significa che non sia consapevole del suo superamento, e questo lo dimostra soprattutto nei saggi di natura critico-letteraria e sui divertissement che ha pubblicato (oltre al già citato Diario Minimo, ci sarebbe anche Il secondo diario minimo).

      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1261: Domenica 7 Feb 2016, 14:41:27
      Credo che tu stia citando autori che apprezzi, anche'io amo Benni, Moresco non mi fa impazzire, molto evocativo ed emozionante, ma valutandolo da un punto di vista oggettivo non so se rientra tra gli autori che si possono considerare dei maestri, vero è che non conosco tutta la sua bibliografia.
      Benni lo amo come ho già detto, con tutti i suoi limiti, così come Camilleri che amo soprattutto nei non-Montalbano.
      Gli altri che citi non li conosco a fondo, ho letto solo poche cose e non posso giudicare.

      Comunque tra gli autori italiani contemporanei che ho trovato molto interessanti, pur non essendo nella categoria di Eco, ma per come racconta l'attualità in modo diretto e graffiante è Siti, ma non scrive romanzi, scrive altro, lo fa bene.

      Non vorrei che passasse il messaggio che si debba scrivere solo Romanzi, si può anche scrivere d'altro, solo che i Romanzi ormai non si scrivono più ed Eco è uno degli ultimi a farlo ancora.

      *

      Nebulina
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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1262: Domenica 7 Feb 2016, 15:25:57
        La scala di ferro Simenon

        Una finestra affacciata su un ampio terreno filtra le luci e i suoni di un luna-park; quelle stessi luci illuminano, con tutta la loro frenetica vitalità una camera da letto, intrisa di un plumbeo profumo di sonno.
        Il chiarore emanato dai lampioni delle giostre lascia il posto, durante l'inverno, al rossore del neon di un club notturno che dipinge di una scarlatta atmosfera quelle quattro pareti.
        La stanza da comune e spaziosa si fa sempre più piccola e claustrofobica, l'odore di sonno diviene odore di sospetto e di paura.
        Quell'unica via di fuga, la scala di ferro, complice e traditrice allo stesso tempo, diviene la migliore amica del protagonista, nascondendo agli occhi dei dipendenti i suoi baci rubati, nascondendolo agli occhi della moglie mentre  cerca di spiarla.
        In un crescendo di tensione, Simenon, gioca col lettore ponendolo sulla strada giusta per poi fargli rendere conto che aveva capito male, non si trattava di quello che pensava.
        Un po' come quelle giostre che volteggiano nell'aria, per poi tornare a terra per tornare ancora in aria, così anche il lettore si trova a balzare dalla sedia di fronte all'evidenza lapalissiana dei fatti che vengono smentiti in modo altrettanto evidente.
        Non è possibile staccare gli occhi dalle pagine, non si riesce a d arrendersi al sonno, non si trova il coraggio si lasciare il protagonista da solo, come lui vogliamo sapere, dobbiamo sapere, perché dobbiamo emettere il nostro giudizio, dobbiamo formulare la nostra sentenza.
        A lasciare le pagine si ha quasi la sensazione di perdere i personaggi tra le pagine o peggio di trovarli morti, per questo non ci è possibile non concludere.
        Una storia a tratti insopportabile, per il tema, per la naturalezza con cui i personaggi sono caratterizzati, per come lo svolgersi della vicenda non possa che portare alla conclusione che non si vuole accettare, che non si può credere, ma che risulta la realtà crudele e ingiusta.
        Ogni singola parola di questo romanzo è al posto giusto, tessera di un mosaico che nella sua totalità risulta essere perfetto.
        Senza dubbio, per il momento, il miglior Simenon che abbia mai letto.

        *

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1263: Venerdì 12 Feb 2016, 19:12:26
          Allora, è giunto il momento.
          Ho rimandato a lungo, ma prima o poi dovevo farlo.

          TERRY PRATCHETT
          Alcuni forse non lo conosceranno, altri lo conosceranno per sentito dire come autore fantasy nel mazzo della Rowling, di Ursula Le Guin e Terry Brooks.
          E invece Terry Pratchett del fantasy è una sorta di amichevole nemesi, di decostruzione umoristica che mantiene le apparenze (talvolta) e dice tante, tante altre cose...

          Ora, io stavo per scrivere un post piuttosto lungo elencando alcuni dei motivi per cui è uno dei miei autori preferiti in assoluto. (È scomparso lo scorso marzo, affetto da molti anni da Alzheimer precoce. Mai venuto meno alla sua ironia, anche nelle interviste: "Vede" disse ad una giornalista "io parlo con lei di cose astratte e astruse e facciamo un sacco di battute argute, etc., e poi ho problemi a mettermi i pantaloni la mattina".)
          E invece dirò una cosa sola. Se avete una decina di Euro in tasca e -magari- vi piacciono i gatti (ma non è necessario), e soprattutto avete voglia di ridere, di un umorismo pulito e luccicante che si avvicina tanto ai Pensieri oziosi di Jerome, be', fate un salto in libreria e acquistate Il gatto non adulterato, appena tradotto in italiano.
          Non è un esempio tipico di libro suo; anzi, è parecchio atipico, con punte Jeromiane, come detto, che sono più sopite nel suo stile consueto, più aperto e rutilante. Però vi consiglio davvero di destinare un paio di serate a questa brevissima lettura; magari poi potrete abbordare il resto.

          Poi ditemi. ;)

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            Risposta #1264: Domenica 21 Feb 2016, 21:59:52
            Finalmente sono riuscito a leggere Moby Dick. L'avrò iniziato almeno 3 volte in passato, ma senza mai riuscire a imbarcarmi. Sarà vero che alcuni libri vanno letti in dati momenti.

            Ora, cosa dire di questo libro? Onestamente, non ne sono sicuro. Il giudizio non riesce ad essere univoco (e questo suppongo non sia un male) e va differenziandosi a seconda del punto su cui mi soffermo.
            Se penso al modo in cui è scritto, devo purtroppo dire di non essermi comunque riuscito ad affezionarmici. Se devo giudicare da questo testo, lo stile di Melville non mi piace. In fin troppi punti mi è parso pretenzioso, pretestuoso, ottuso, soprattutto nei capitoli in cui faceva apologia e apoteosi della baleneria (non escludo influisca a questa mia opinione il fatto di provare innato odio e repulsione per la caccia alle balene - mea culpa).
            Seppure sia un fatto trascurabile, mi sono trovato poi alquanto straniato dalla voce narrante. Chiamatemi Ishmael, è l'incipit del romanzo. Una voce narrante che fa parte della storia, che la racconta come spettatore, e che poi, di punto in bianco, diventa voce narrante esterna e onnisciente, tanto da riportare pensieri, fatti che avvengono in punti diversi, e poi, ancora, in diversi capitoli il tutto pare diventare testo teatrale, coi personaggi che ad alta voce monologano con il pubblico, entrando in scena per la loro battuta e uscendone a conclusione. Nel complesso la cosa l'ho trovata funzionante, a dirla tutta. Almeno per il simil-teatro, che gettava appunto una luce di farsa grottesca sul destino segnato del Pequod, ma resto meno convinto della voce onnisciente.
            Concentrandomi invece sulla trama, lì i punti a favore sono molti. Ishmael spinto a lasciarsi la terra alle spalle, il suo essere, tutto sommato, aperto a ciò che considera diverso tanto da legarsi talmente con Queequeg, i personaggi quasi caricaturali degli armatori del Pequod e dei suoi ufficiali, i rimandi biblici, shakespeariani, il senso di minaccia e di qualcosa di profondamente condannato che avvolge fin dalle nebbie umide di Nuntuckett, e infine Ahab. Tragico emblema di quanto la rabbia danneggi più il suo portatore che non qualunque cosa su cui sia versatacit., la sua crescente monomania e discesa verso la condanna, misurabile ad ogni incontro con altre navi dal modo sempre meno umano e più insensibile con cui le si approccia, il dolore fantasma per la gamba che sente ancora, la certezza dell'autodistruzione eppure, per un breve dialogo, la visione del poter fermare questo percorso, abbandonarlo e tornare sui propri passi.

            Insomma, come ho detto all'inizio mi è difficile dirmi compiaciuto o deluso. Stilisticamente non riesce a prendermi, nonostante la trama e l'argomento superbi.
            Facciamo fifty/fifty? Sono due fifty, mica poco :P
            « Ultima modifica: Domenica 21 Feb 2016, 22:38:31 da Scroogie »

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            Juro
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              Risposta #1265: Lunedì 29 Feb 2016, 16:58:30
              La fattoria degli animali di George Orwell. Comprato oggi, finito nell'arco di un paio d'ore.
              Sorvolando tutte le risapute e palesi critiche ai regimi, alle utopie e alla grottesca rappresentazione del fallimento comunista, io aggiungo solo un'annotazione personale: inquietante [smiley=fermosi.gif]! Ma inquietante serio.

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1266: Giovedì 10 Mar 2016, 20:43:42
                Vedo che ancora nessuno ha risposto al mio consiglio. Niente di grave, io l'ho buttato lì, così come butto lì il seguente. ;)
                Avete letto la Trilogia della Fondazione di Asimov? Mi aspetto un coro di sìiiiii, ma sai mai... consiglio a tutti questa lettura imprescindibile (non solo a livello di fantascienza). L'ho letta integralmente due volte, a nove e quindici anni,  e più volte ho ripreso in mano passi anche ampi. Davvero bellissima, sia come romanzo di fantascienza (anzi, ciclo) sia nelle sue punte più "umanistiche", fino al platonismo (consapevole? sta di fatto che io ne fui affascinato ancora ben prima di conoscere Platone) della Seconda Fondazione.
                Leggetela con calma, magari spezzando (in fondo sono tre libri); succede un'infinità di cose (secoli di storia!), quindi non adottate un ritmo di lettura troppo spedito o esploderete!

                Non leggete L'orlo della Fondazione e Fondazione e Terra. Non sono una persona che si accanisce a priori contro i sequel, uno di quei lettori nostalgici pronti a mitizzare i "primi piatti" (adoro Ep. III di Star Wars, per dire), quindi fidatevi quando vi dico che non ne vale la pena. L'Orlo secondo me rovina Seconda Fondazione, riaprendo ciò che non doveva essere riaperto e proponendo una nuova soluzione assai più "deus ex machina". Fondazione e Terra è esageratamente lungo, e pur non essendo un cattivo romanzo non ha una briciola del sapore del ciclo originario. Forse non intendeva affatto averne, visto che è stato scritto tanti anni dopo; ma il risultato (almeno per quanto mi riguarda) non è in assoluto entusiasmante.


                Sì, ultimamente sono tornato alla mia vecchia fiamma, la fantascienza. Ho letto Universo di Heinlein (né imperdibile né deludente, per il mio gusto personale) e oggi ho cominciato Guerra eterna. Consigli? Il prossimo passo dovrebbe essere Van Vogt...
                « Ultima modifica: Giovedì 10 Mar 2016, 20:47:56 da A.Basettoni »

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1267: Giovedì 10 Mar 2016, 21:25:33
                  Sto leggendo I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer.


                  Sono una persona che non si vuole bene  [smiley=other_sleep.gif]
                  Vieni a seguirci, se ce la fai
                  Su vieni con noi, nell'House of Mouse

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                  Juro
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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1268: Domenica 13 Mar 2016, 10:11:24
                    Letto I nostri antenati di Calvino.
                    Da piccolo ne lessi "il visconte dimezzato" e, ricordandolo con estremo piacere, ho recuperato la trilogia completa.
                    Il visconte mi è piaciuto ancora di più, essendosi sommato al semplice apprezzare la vicenda fantasiosa, tutto il rendersi conto delle riflessioni psicologiche del libro.
                    Il barone rampante, invece, è quello che mi è piaciuto meno. Rallenta in modo incredibile la lettura, si dilunga troppo, e il personaggio di Viola era odioso.
                    Infine, il cavaliere inesistente, parte di colpo con il presupposto fantastico (presupposto, tra l'altro, molto simile a un idea che mi venne un annetto fa... mi copiano sempre, eh?) e torna a catalizzare il mio interesse, insieme a descrizioni guerresche molto alla "armata Brancaleone".
                    Però, non so, il cavaliere mi ha messo tristezza, nonostante la vicenda non lo sia. Bho.
                    « Ultima modifica: Domenica 13 Mar 2016, 10:11:43 da Scroogie »

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                    Dani_Delux
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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1269: Domenica 13 Mar 2016, 11:07:28
                      Qualcuno di voi ha letto Nemmeno un giorno?

                      Se si, che ne dite? (Vorrei parlarne un po' ma se non l'ha letto nessuno..)

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                      Juro
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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1270: Venerdì 18 Mar 2016, 22:39:27
                        Provo nuovamente a chiedere aiuto in questo topic. Sì, sono
                        un rompiscatole, e allora?

                        Allor, è già un paio di mesi che sto cercando i racconti di Reynard la volpe ma, avendo accertato (almeno credo) che in italiano non li trovo, mi butto sull'inglese. Però trovo tante versioni diverse e non so quanto valide o meno. Mica qualcuno che, per caso, ne abbia letto qualcosa e sappia consigliarmi una buona edizione?

                        *

                        McDuck
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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1271: Venerdì 18 Mar 2016, 23:02:42
                          In realtà un'edizione italiana recente c'è, ed è questa: tempo fa ero stato tentato dal comprarla, ma se ricordo bene mi ero fermato perché avevo scoperto che questa era la prima parte, e non l'intera opera. Potrei anche ricordare male, quindi fossi in te chiederei alla casa editrice ulteriori chiarimenti.

                          *

                          Juro
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                            Risposta #1272: Sabato 19 Mar 2016, 08:31:01
                            Uhm, a dirla tutta un paio di edizioni italiane le avevo trovate pure io, non questa però, ma appunto il problema che mi ha fatto desistere da loro è che parevano essere solo pochissimi racconti scelti. Non che mi aspettassi di trovare l'intero corpus scritto dal medioevo a oggi, ma 4-5 storie mi parevano decisamente poche.
                            « Ultima modifica: Sabato 19 Mar 2016, 08:31:30 da Scroogie »

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                              Risposta #1273: Lunedì 28 Mar 2016, 15:45:19
                              Il Velo dipinto
                              Quasi trasparente quel velo copre la realtà; si colora e sbiadisce, ma, infrangibile, può solo essere sollevato, a proprio rischio e pericolo.
                              Kitty vuol essere ammirata, Walter vuol ammirarla, amarla, adorarla; Kitty vuol fuggire dal fallimento di una vita da zitella, Walter neppure immagina che un amore così grande possa essere tradito; Kitty tradirà, Walter non perdonerà.
                              In un'aria tossica, si svolge la vicenda, la Cina lontana, il colera, il caldo, il sudore, i palanchini, la frenetica immobilità cinese, le contraddizioni che si scontrano generando scenari privi di sentimenti sinceri, morte e devastazione sommergono marito e moglie e le loro piccole inutili vite prive di misericordia e amore.
                              Kitty cerca qualcosa che non trova, cerca la felicità, ma la cerca in ciò che conosce, nelle feste, nei balli, in un amore fatto di passione e travolgente e le piace essere ciò che è sempre stata: la più bella.
                              Sola in un paese straniero, sposata ad un uomo che non ama, stufa del suo amore incondizionato si lascia andare a chi le dà ciò che vuole, una passione fisica avvolta in un sottile velo d'amore che però giustifica il tradimento, quelle braccia così forti e possenti, capaci in un solo abbraccio di contenere il mondo le danno quella sicurezza che le è sempre mancata e lei si affida a colui che non l'ama, ma la desidera.
                              Il cuore di fronte a questa consapevolezza deve esserle scoppiato in petto, non una goccia d'amore risiede in quel rapporto, ma ella continua a desideralo perché è una breccia per rompere quel velo che è la sua vita: ma ciò che troverà sotto non sarà niente di meglio di ciò che vi è dipinto sopra.
                              Kitty sente l'odore lontano di ciò che cerca tra le suore di un convento, tra coloro che hanno lasciato vite di agi per dedicarsi agli ultimi, ma quell'essenza le sfugge, diviene cieca al suo cospetto e allora ancora sofferenza, ancora morte; Walter se ne va nel modo in cui si augurava se ne andasse lei e ancora non riesce a trovare uno scopo alla sua vita.
                              Kitty si guarda dentro e ciò che vede non le piace, ma non può imporsi di provare sentimenti che non prova, di essere migliore di quel che è; non può tornare bimba e non cedere alle lusinghe di una madre che l'ama solo perché bella, non può mentire a se stessa ancora e ancora; deve guardarsi allo specchio e capire che quel volto non cambierà mai, nonostante i limiti della dignità siano superati quel volto sarà lì a ricordarle da dove viene e chi è, sempre e sempre e non potrà fuggire da se stessa, l'unica speranza è che quel seme che porta in grembo cresca e viva la propria vita senza costrizioni, ma conscio che quello che sente in fondo al cuore è ciò a cui dovrà aspirare.
                              « Ultima modifica: Lunedì 28 Mar 2016, 21:27:18 da Nebulina »

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                              Juro
                              Diabolico Vendicatore
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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1274: Lunedì 11 Apr 2016, 19:23:10
                                In un post molto meno interessante di quello di Nubulina, e molto più breve, dico di aver acquistato e letto il Renard :P
                                Peccato solo si trovino, come per tutti i corpus letterari ad opera di diversi autori nel corso del tempo, solo pochi brani scelti, ma sono stati più che sufficienti. Renard è un personaggio fenomenale, carogna e divertente. Adoro le volpi ;D


                                 

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