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Che libro c'è sul comodino?

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Andy98
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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1380: Giovedì 20 Apr 2017, 07:21:10

    La poesia. :) La poetica è, per semplificare, la concezione che un autore ha della (propria) letteratura, ovvero gli scopi e le forme che le riserva.

    Eh sì, avevo in mente qualcos'altro mentre scrivevo, chiaramente intendevo la poesia  ;D

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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1381: Giovedì 20 Apr 2017, 09:53:03
      non conoscendo io la lingua, dovrei pertanto leggerlo in traduzione. E, come il buon Andy sopra, ho qualche pregiudizio nei confronti della poesia tradotta.

      Ti capisco. Ma se può esserti utile, a dispetto del nome i Canti sono in prosa.

      By the way, belle letturine!



      Da parte mia, finito iersera Queneau ho ripreso in mano Enrico IV di Shakespeare. L'avevo letto per la prima volta sette anni fa, e non cambio di una virgola il giudizio. Capolavoro, per me fra i più alti di Shakespeare benché meno gettonato di tanti altri.

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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1382: Venerdì 21 Apr 2017, 19:22:18
        Letto tutto d'un fiato Harry Potter e la pietra filosofale..ho già iniziato Harry Potter e la camera dei segreti :)
        "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1383: Domenica 23 Apr 2017, 15:20:06
          Signori e cavalier che ve adunati
          Per odir cosa dilettose e nove,
          State attenti e quieti, ed ascoltati
          La bella istoria che'l miocanto muove;


          Questo è l'incipit dell'opera che mi appresto a cominciare. Chi la indovina?

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          Andy98
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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1384: Martedì 2 Mag 2017, 15:29:24
            C'era una volta un uomo che aveva sentito, da bambino, la bella storia di Abramo (Gen. 22, 1 sgg): ...

            Questo l'incipit, molto fiabesco, di Timore e Tremore, ossia la riflessione che il filosofo danese Kierkegaard compie intorno al concetto di fede, assumendo come punto di riferimento l'episodio dell'Antico Testamento in cui Dio chiede ad Abramo di sacrificargli il suo unico figlio, Isacco: uno di quei passi che, anche per chi non è credente (come nel mio caso) può comunque far riflettere e offrire degli spunti interessanti per poter comprendere coloro che invece si sono votati alla fede, che non è quella composta necessariamente da precettisti (contro cui, francamente, mi scaglio sempre a spada tratta e che, fra l'altro, contesta il filosofo nella sua riflessione).

            Per poter capire questo testo vanno specificati alcuni punti della filosofia di questo pensatore, almeno i due essenziali:
            [list bull-blackball]
            • Kierkegaard scrive sotto pseudonimi, e questo perché ritiene di non poter esprimere in altro modo le infinite possibilità che si prospettano all'uomo. Quindi non si identifica Kierkegaard attraverso uno pseudonimo, bensì il personaggio che sta dietro a Kierkegaard, pertanto le stesse idee possono essere espresse con sfumature leggermente differenti.
            • Kierkegaard rivaluta il cosiddetto Singolo in un'epoca in cui l'uomo era stato concepito come manifestazione di un principio (cfr. Hegel); ossia, in termini crudi: l'uomo esiste e può scegliere senza dipendere da altri, la scelta - non sempre facile - sta solo in sé e non in altro, e questa tematica viene ben espressa lungo la riflessione di questo testo./list]


            Torniamo ora sul testo: passata la prefazione, in cui Kierkegaard, sotto lo pseudonimo di Johannes de Silentio, si pone in contrasto con quella chiesa che aveva creduto ad Hegel ed era convinta di essere riuscita a spiegare la fede, e decide di trattare della fede che Abramo ha avuto nel difficile momento in cui Dio gli ha chiesto di sacrificargli l'unico figlio, una storia che chiaramente l'ha affascinato sin da quando il padre gliela raccontava da bambino.
            Kierkegaard si trascina per tutta la vita un dubbio: come fece Abramo ad aver fede fino in fondo, al punto da sacrificare il suo unico figlio?
            Perché, tra tutte le infinite possibilità che aveva di fallire la prova, scelse proprio da andare fino in fondo, arrivando ad estrarre il coltello per uccidere Isacco?

            Ci furono uomini grandi per la loro energia, la loro saggezza, speranza o amore, ma Abramo fu il più grande di tutti...

            Dopo quattro possibile alternative che illustrano le varie possibilità in mano ad Abramo (narrate con una densa liricità che lascia davvero senza fiato), Kierkegaard comincia un "panegirico" (elogio) intorno alla figura del patriarca, ritenuto il più grande perché visse l'assurdo e il paradosso della fede.
            Ma questo è solo il punto di partenza per fare filosofia e riflettere su ciò che può ancora restituirci questa storia.
            Infatti, Kierkegaard pone un grande problema, a sua volta snodato in tre differenti problemi: Come può Abramo essere considerato grande per aver avuto fede in Dio e seguito la sua legge, quando dal punto di vista etico, cioè della legge morale, egli è solo un assassino?
            Ed emerge tutto l'assurdo e il paradosso della fede: Il movimento della fede, infatti, si deve sempre in forza dell'assurdo, però, cosa essenziale, in modo da non perdere il mondo finito, ma di guadagnarlo integralmente.
            Questo mondo finito, il nostro, diventa fondamentale per una semplice ragione: chi sceglie la fede, la sceglie in vita, nel mondo terreno, e non saprà mai spiegarsi perché la legge di Dio contrasti con quella morale. Però, tra tutte le scelte di cui l'uomo dispone, esiste la fede, esiste il rapporto personale con Dio.

            Personale diventa la parola chiave del discorso. Kierkegaard distingue chi crede da chi ha fede: Celebra la domenica.
             Va in chiesa. Nessuno sguardo celeste, nessun segno dell'incommensurabile lo tradisce; se non lo si conoscesse,
             sarebbe impossibile distinguerlo dal resto dell'assemblea;
             poiché il suo modo sano e potente di cantare i salmi mostra al massimo che ha i polmoni robusti.

            Riferito al primo, è una critica tagliente nei confronti di molti "presunti" cristiani: dicono di avere fede, ma poi la fede come la vivono? Nel precettismo, nell'attenersi alle prescrizioni della Chiesa e della religione.
            La fede è qualcosa di più: è il riporre totale fiducia nel progetto di Dio, è il rinunciare alle nostre infinite possibilità.
            Perché qui si realizza un potentissimo paradosso: noi possiamo scegliere e siamo liberi di fare ciò che vogliamo della nostra vita, ma quando poi vogliamo la fede, vogliamo Dio, vogliamo una salvezza dal mondo, dobbiamo riconoscere che il nostro insieme di possibilità è limitato a confronto di questa grande opportunità e dobbiamo abbandonarci completamente a Dio, al suo silenzio e alla sua volontà, che vada pure e comunque contro l'eticità, la legge morale comune.

            Potrei fare altri commenti su questo brevissimo libro (è composto da un centinaio di pagine), però chi vorrà leggerlo vi troverà una filosofia molto densa e coerente con sé, una filosofia che ci attesta con sicurezza che possiamo scegliere. Se però scegliamo la fede, scegliamo qualcosa di veramente difficile da comprendere.
            Lo ritengo, inoltre, accessibile anche agli atei o agli agnostici: a me non solo ha confermato quest'idea della scelta e dell'angoscia che la scelta stessa fa scaturire, ma anche di questa prospettiva che, se ci pensate, diverse persone seguono con tutta la loro passione. Perché è la passione la parola chiave dell'esistenza: scegliamo in virtù di ciò che ci fa stare bene, seppur poi, nel momento della scelta, ci sia la paura del rimorso e dell'ignoto.
            Kierkegaard insegna a superare questa paura e a scegliere quanto più presto possibile (tematica più evidente in Aut-Aut, di cui spero di farvi al più presto una recensione perché merita anche lui parecchio).

            Spero di non avervi annoiato. Ogni tanto qualche libro di saggistica può rivelarsi sorprendente e così pieno di spunti di riflessione. A me, onestamente, qualcosa di profondo lo ha lasciato, pur non essendo cristiano.

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            Questo è l'incipit dell'opera che mi appresto a cominciare. Chi la indovina?

            Punto sul buon Matteo Maria Boiardo. Ma solo perché ho letto Ariosto e a suo tempo in classe facemmo un confronto con l'incipit del Boiardo.
            « Ultima modifica: Martedì 2 Mag 2017, 15:30:45 da Andy98 »

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1385: Martedì 2 Mag 2017, 16:57:32
              Punto sul buon Matteo Maria Boiardo. Ma solo perché ho letto Ariosto e a suo tempo in classe facemmo un confronto con l'incipit del Boiardo.
              Risposta esatta!
              Ovviamente dopo mi dedicherò al seguito ariostesco (magari facendo tra i due una pausa con Lost in lands of long ago)

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1386: Martedì 2 Mag 2017, 18:52:08
                Harry Potter e i doni della morte :). Bellissimo, in questi giorni ne posso proprio approfittare, tra febbre e vacanze :P

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1387: Sabato 13 Mag 2017, 13:50:43
                  Vorrei consigliare a tutti Il commesso, di Bernard Malamud
                  Come già fatto da Chen, ho seguito anche io il consiglio di Bacci (grazie!), terminando la lettura giusto ieri sera.

                  Non posso che confermare quanto scritto da chi mi ha preceduto: è un libro particolare, nel quale non accadono eventi "clamorosi", ma da cui è difficile staccarsi, sia per lo stile di scrittura sia per la profonda umanità e "verità" dei personaggi.

                  Dal negoziante Morris Bober alla moglie Ida, da loro figlia Helen a Frank Alpine, il "commesso" del titolo, sino alle varie figure di "contorno": tutti hanno pregi e difetti, momenti di gioia e di profonda preoccupazione, comportamenti "virtuosi" o persino deplorevoli, e viene naturale immedesimarsi nei loro stati d'animo, descritti alla perfezione.

                  È un genere di lettura che mi piace molto e questo libro è stato una gradita scoperta. :)

                  *

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1388: Domenica 14 Mag 2017, 12:04:43
                    Aspettatevi, in un prossimo futuro, le recensioni di tutti questi bei libri  ;D :
                    [list bull-blackball]
                    • Virginia Woolf: Mrs. Dalloway; Orlando; Le Onde.
                    • James Joyce: Gente di Dublino; Ulisse; Ritratto dell'Artista da Giovane.
                    • T.S. Eliot: The Wasteland.
                    • Soren Kierkegaard: Diario del Seduttore; Il Concetto dell'Angoscia;La Malattia Mortale.
                    • Albert Camus: Il Mito di Sisifo; La Peste; La Caduta.
                    • Martin Heidegger: Essere e Tempo.
                    • Jean-Paul Sartre: La Nausea.
                    • Maurice Merleau-Ponty: Fenomenologia della Percezione; Conversazioni.
                    • Friedrich Nietzsche: Al di là del Bene e del Male.
                    • Ludwig Wittgenstein: Tractatus-Logico-Philosophicus.
                    • Herbert Marcuse: L'uomo a una Dimensione.
                    • Paul Karl Feyerabend: Contro il Metodo.

                      Comprati tutti in un colpo: chissà se riuscirò a finirli tutti prima della fine dell'anno  :D

                    *

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                    PolliceSu
                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1389: Domenica 14 Mag 2017, 12:18:09
                      Cioè, fondamentalmente ti sei iscritto al Papersera per recensire trattati filosofici e romanzi modernisti?
                      Mah.
                      Certo che ce n'è di gente strana che bazzica questi lidi...
                      « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                      È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                      MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                      ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                      »

                      J. Giraud

                      *

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1390: Domenica 14 Mag 2017, 12:33:21
                        Cioè, fondamentalmente ti sei iscritto al Papersera per recensire trattati filosofici e romanzi modernisti?
                        Mah.
                        Certo che ce n'è di gente strana che bazzica questi lidi...

                        Ti chiedo scusa: credevo che vi ricordaste di me... sono AndyHG, quindi non sono assolutamente nuovo di queste parti. Ad un certo punto ho provato a rientrare col mio vecchio account ma mi diceva che questi fosse stato cancellato dalla lista utenti per qualche strano errore, avevo commentato come primo post un Topolino e lì avevo detto di essere AndyHG e di aver avuto un problema, per cui mi ero dovuto riscrivere come Andy98.
                        Poi, magari sono caduto nel dimenticatoio come spesso accade tra un utente e l'altro, però mi sembrava che fosse assodata l'equazione AndyHG=Andy98, se così non è stato e sono stato inteso come un nuovo utente mi scuso veramente tanto.
                        Quanto alla scelta di recensire (e questo cambio di piano è tipico di me): ho fatto almeno tre interventi su tre numeri di Topolino col nuovo account, ma al momento non trovo un numero o una storia che mi ispiri a fare un commento come si deve - e a me di dire "bella storia" o "brutta storia" piace poco, voglio avere qualcosa in più da dire, che valga la lettura del commento da parte di qualcun altro - per tale ragione mi sono un po' estraniato dalle discussioni, però non pensavo proprio di essere stato scambiato per un estraneo, volevo solo, in questo periodo di stallo, condividere qualcosa di mio...

                        EDIT: Questo è il primo post che ho scritto col nuovo account (un commento al Topolino di quella settimana), e avevo aggiunto, come postilla, di essere proprio AndyHG, per questo non mi aspettavo questa reazione... mi dispiace ancora tanto per il malinteso...
                        ftp://http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1489508932/22
                        « Ultima modifica: Domenica 14 Mag 2017, 12:55:30 da Andy98 »

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1391: Domenica 14 Mag 2017, 13:17:17
                          Ora sto leggendo Il signore degli anelli, ma finora non mi ha preso particolarmente. Farò una piccola recensione a ettura conclusa.

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                            Risposta #1392: Domenica 14 Mag 2017, 13:48:51
                            Ma poi che c'è di male nell'iscriversi al Papersera solo per quello?
                            C'è chi si iscrive solo per "Una parola ciascuno", il fantacalcio, postare l'anteprima Panini un secondo dopo l'uscita, o scrivere tanti auguri a Carlo Panaro.

                            Scusate la franchezza. ;D

                            *

                            Maximilian
                            Dittatore di Saturno
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                            PolliceSu
                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1393: Domenica 14 Mag 2017, 15:05:58
                              Ora sto leggendo Il signore degli anelli, ma finora non mi ha preso particolarmente.
                              Non mi stupisce: mi è successa la stessa cosa dall'inizio del viaggio fino all'arrivo a Brea. Ti consiglio di non desistere perchè superata quella parte la lettura ingrana.

                              *

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1394: Domenica 14 Mag 2017, 20:40:22
                                Ho letto Il commesso di Malamud e devo dire che mi è proprio piaciuto.

                                Come già fatto da Chen, ho seguito anche io il consiglio di Bacci (grazie!), terminando la lettura giusto ieri sera.

                                Sono contento che vi sia piaciuto! Sempre di Malamud, ho letto anche Gli inquilini ma non mi è piaciuto allo stesso modo. Mentre Il barile magico, raccolta di racconti che sto leggendo ora, mi pare fantastico, proprio come Il commesso :)

                                 

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