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Che libro c'è sul comodino?

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    Re:Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1515: Domenica 31 Dic 2017, 18:50:45
    l'Abbagnano-Fornero

    Ha! Quel libro! ;D [Censura.]

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      Re:Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1516: Giovedì 4 Gen 2018, 12:37:43
      Un nemico del popolo, Ibsen
      Dramma in cinque atti.
      Finche si tratta di contestare la forma delle cose tutti contro tutti,ideologia contro ideologia(almeno apparentemente contrarie), ma quando si cerca di toccare il tessuto sostanziale, la sostanza delle cose, ecco che tutti fanno blocco insieme,  per paura di perdere i propri privilegi ed interessi, le proprie false convinzioni.
      La conoscenza(la vera conoscenza) puo renderti un uomo libero e consapevole, e nello stesso tempo un uomo  solo e  un..."nemico del popolo".
      Bellissimo e attualissimo.

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      Andy98
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        Re:Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1517: Venerdì 5 Gen 2018, 11:09:26
        Finita ieri sera la lettura del testo di Hegel: mi sono sbagliato, probabilmente la citazione di cui parlavo doveva essere tratta dai Lineamenti di filosofia del diritto poiché non sono riuscito a rintracciarla nel testo... pazienza, quando sarò effettivamente interessato alle tematiche etico-politiche gli darò una lettura e se ne riparlerà.

        Non dico sia stata un'esperienza dolorosa, anzi, almeno fino alla parte della logica compresa sono riuscito a star dietro senza alcun problema all'imponente e ambizioso edificio filosofico costruito da Hegel, tuttavia, come immaginavo, il vero problema era entrarvici pienamente, giacché nel momento in cui tutto comincia a convergere intorno a sé, diversi concetti acquistano anche solo in poche righe una pesantezza non da poco: tenete conto che la mia lettura è stata concentrata non per desiderio di finire ma per tempo a disposizione e intuirete che, pur rimanendo concentrato, in certi punti ho fatto veramente fatica ad andare avanti. Sempre meglio, in ogni caso, di Adorno, Hegel non dà nulla per scontato, per cui se uno è ben attento, paziente e tiene sempre a mente le definizioni che dà introducendo ogni pezzo del suo sistema, si può procedere anche con una lettura più sciolta: a riguardo, ho apprezzato moltissimo le analisi sulla meccanica (laddove parla di spazio, tempo, luogo e movimento) e soprattutto le sue idee, che comunque non sento di condividere, sull'arte, al punto che probabilmente comprerò il testo del Rosenkranz per vedere come intende risolvere il brutto nel bello (anche se, come sappiamo, le Avanguardie novecentesche sconvolgono le idee di Hegel).

        Giusto un breve commento sulle tre sezioni, preceduto da un'osservazione preliminare: al liceo ho purtroppo studiato Hegel su un testo che lo presentava, esattamente come tanti altri filosofi, come un pensatore molto schematico e arido, il cui sistema sembrava essere una chimerica quadratura del cerchio, qualcosa di impossibile da ritenere pensabile; fortunatamente, la lettura diretta di un testo di Hegel ha sfatato questa brutta impressione, quindi, nonostante le difficoltà che si sono presentate (che comunque metto in conto perché non studio filosofia e non posso pretendere di cogliere tutte le infinite sfumature che vi sono nascoste in così poco tempo, né ho effettivamente tempo materiale per fare analisi su analisi), è stata un'immersione positiva che mi ha confermato "l'inutilità", al di là di ridurre la filosofia ad una "galleria di pazzi", del testo in questione.

        La sezione della logica mi ha dato la spinta propulsiva a prendere l'Organon di Aristotele per operare un confronto ed è la sezione che ho probabilmente apprezzato di più tra tutte (probabilmente perché mi interesso principalmente di pensiero astratto e di estetica).
        La sezione della filosofia della natura mi è parsa un po' sottotono, ma probabilmente perché le interpretazioni dei risultati della scienza, rispetto al tempo in cui Hegel ha scritto, non vengono più letti in chiave metafisica e quindi mi appare molto lontana concettualmente. Lo stesso Hegel, tuttavia, non aveva un'alta opinione della natura, al punto che è considerata antitesi del movimento dello Spirito. Molto interessanti, come già dicevo, le riflessioni sullo spazio e sul tempo, ne terrò conto quando approccerò Heidegger.
        La sezione della filosofia dello Spirito è quella più interessante ma anche quella che ho ritenuto più concettualmente complicata poiché i concetti devono essere interpretati nell'ottica di una "sintesi hegeliana". Di questa parte, soprattutto per quanto riguarda l'arte, integrerò con un po' di critica strada facendo o con altri autori (uno sicuramente sarà Rosenkranz, Heidegger e Gadamer hanno bisogno di un approccio più lungo prima di arrivare all'estetica).

        In definitiva, esco soddisfatto: non condivido l'intento filosofico di Hegel né alcune sue idee, però rispetto più di prima il modo in cui ha tentato di trasmetterle, lo reputo puramente coerente e ne giustifico la difficoltà di assimilazione. Tuttavia, considerato che non c'è nulla nella mia biblioteca, la lettura di altri suoi testi tarderà per un bel po' (ripeto, di lui principalmente mi interessava la raccolta delle sue lezioni di estetica, e la più ampia - con tanto di testo tedesco a fronte - si aggira oltre i 40 euro, e per spendere una cifra del genere, che sarebbe in sé minore rispetto agli acquisti che farei comprando le varie lezioni in volumi differenti, preferirei esserne proprio convinto).

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          Re:Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1518: Venerdì 5 Gen 2018, 16:45:21
          Io ho terminato di leggere El Palacio de la Medianoche di Carlos Ruiz Zafon. Un'avventura nella Calcutta degli anni '30.
          L'ho trovato molto interessante e se a primo acchito pensavo che fossa la solita storiella per ragazzi mi hanno colpito vari aspetti e riflessioni che, soprattutto nel finale, mi hanno fatto cambiare idea.
          Consigliato
          Lettore convinto...

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          Andy98
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            Re:Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1519: Lunedì 8 Gen 2018, 21:50:59
            Poiché non sono riuscito a passare in biblioteca per riportare i due volumi di Hegel e cominciare, finalmente, ad immergermi nell'Organon di Aristotele (lettura che, vista la sua lunghezza complessiva, sicuramente sarà affiancata da almeno un altro testo per compensare quei momenti in cui avrò voglia di leggere qualcosa di non troppo impegnativo, cosa che il testo di Aristotele sarà indubbiamente), ho deciso di portare a compimento due letture che avevo lasciato in sospeso per focalizzarmi su Kierkegaard e su Hegel stesso.

            La prima è una raccolta di appunti tratti dalle lezioni di Wittgenstein tenutesi a Cambridge nel 1939 intorno alla filosofia della matematica, che nonostante sia composta da lunghi frammenti ottenuti mettendo assieme le versioni di quattro differenti uditori, offre una spaccato affascinati sullo spirito adottato dal filosofo per trattare un problema che, indubbiamente, lo aveva sempre interessato (soprattutto se si pensa ad una proposizione del Tractatus, ove egli afferma che la matematica derivi esclusivamente dalla logica, salvo poi cambiare radicalmente opinione con le ricerche successive), ovvero la relazione che intercorre tra la matematica e la realtà empirica, il linguaggio da essa adottato e le ambiguità che ne possono nascere se calato nel contesto quotidiano. La parziale riflessione che viene delineata da Wittgenstein è spontanea e costruita pensando sul momento e discutendo direttamente coi suoi uditori, soprattutto con Alan Turing. Il testo è principalmente rivolto a studiosi di matematica perché è ad essi che Wittgenstein intendeva consegnare le sue riflessioni, tuttavia, visto il modo incalzante in cui egli si pone nel trattare il problema, può essere anche apprezzato da coloro che non masticano la materia.

            L'altro testo, invece, Contro il metodo di Paul Karl Feyerabend, uno dei primi che ho comprato poiché ero veramente interessato a leggerlo, si è risolto in una delusione; forse ho impiegato tanto a finirlo perché ad un certo punto il contenuto mi ha spinto proprio ad abbandonarlo a favore di altro. Nello sviluppo della filosofia della scienza Feyerabend è un momento assolutamente necessario, giacché una tesi pericolosa e fraintendibile come la sua prima o poi sarebbe stata sviluppata da qualcuno, tuttavia il modo in cui viene delineata si risolve in una pochezza contenutistica che non mi aspettavo di trovare: infatti, il suo anarchismo epistemologico, retto dal principio secondo cui "tutto può andar bene", potrebbe essere riassunto dalle righe introduttive a ciascun capitolo, che delineano il filo conduttore di tutto il saggio. Inoltre, Feyerabend si focalizza troppo sul fatto che nemmeno Galileo avesse fatto pienamente affidamento su un metodo empirico, senza dare particolare peso alla relatività o alla meccanica quantistica, dedicando poi un intero confronto a polemizzare con Lakatos, accusando la sua teoria di essere un anarchismo camuffato. Peccato che Lakatos stesso avesse smontato già in partenza la tesi di Feyerabend affermando che se questi fosse convinto che non c'è nulla di certo, allora potesse tranquillamente gettarsi dal tetto, tanto non era sicuro che sarebbe morto; al che il filosofo austriaco aveva replicato di non gettarsi perché era un vigliacco.
            Penso che domani andrò a ritirare nella biblioteca universitaria uno dei testi di Lakatos dedicati alla metodologia dei programmi di ricerca e quando l'avrò letto vedrò se effettivamente le accuse di Feyerabend hanno un senso (ne dubito, dal momento che il filosofo ungherese era fortemente influenzato da Hegel), al momento il testo resterà un bel po' sulla mia libreria prima di essere riletto: vi invito comunque a dargli una lettura se potete perché è comunque necessario confrontarsi con una posizione sì dadaista e "scherzosa", ma comunque pericolosa se fraintesa.
            « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2018, 23:00:10 da Andy98 »

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              Risposta #1520: Mercoledì 10 Gen 2018, 16:22:36
              ultimamente ho letto il commissario ricciardi di de giovanni.non un granchè la storia ma l'autore mi  è simpatico. 

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                Risposta #1521: Giovedì 11 Gen 2018, 23:42:11
                A me piu che altro è simpatico perche tifiamo per la stessa squadra:), ma i suoi romanzi non mi dicono granchè, mi hanno regalato un suo romanzo , ma non riesco mai a leggerlo. Comunque so che sul commissario ricciardi è stata fatta anche una trasposizione a fumetti, edita dalla bonelli.

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                  Risposta #1522: Martedì 30 Gen 2018, 22:58:13
                  Prosegue col giusto ritmo la lettura dell'Organon di Aristotele, ormai giunta a metà percorso: pur essendo scritti tra loro autonomi e di difficile ricostruzione cronologica, preferisco fare un commento complessivo a lettura ultimata, quindi penso che se ne riparlerà verso la fine di febbraio.

                  Al momento sul mio "comodino" (purtroppo i libri in fase di lettura non stanno accanto al mio letto  ;D) c'è, accanto all'opera mastodontica di Aristotele, Al di là del bene e del male di Nietzsche, comprato a meno di quattro euro come nuovo a maggio dell'anno scorso e che ho deciso solo in questi giorni di leggere, preso da uno strano impulso (non annovero Nietzsche tra i miei filosofi di interesse, e nonostante questo negli ultimi tempi mi è balenata la "follia" di spulciare alcuni suoi testi).

                  Oggi, invece, ho terminato un'interessantissima raccolta di saggi di Imre Lakatos che è purtroppo fuori catalogo, un'altra gentile concessione da parte della biblioteca della mia università: continua a lasciarmi l'amaro in bocca il fatto che Feyerabend sia ancora pubblicato e letto mentre di opere di Lakatos italiane non ci sia praticamente quasi nulla (tutte vecchie edizioni fuori catalogo e pure difficili da reperire), soprattutto se si considera la sostanza dei rispettivi pensieri, anche se qui si sfocia un'opinione puramente personale, vista la deludente ricezione da me avuta nei confronti di Contro il metodo.

                  Lakatos è una mente assolutamente brillante all'interno del complesso dibattito incentrato sulla scienza e sulle sue possibilità di conoscenza, con una chiarezza di metodo e una vivacità espositiva riesce a rendere accessibili dei contenuti e dei ragionamenti di non facile intuizione: egli in particolar modo tenta di conciliare due posizioni, da una parte il falsificazionismo di Popper e dall'altra il fideismo di Kuhn. La sua risposta è la metodologia dei programmi di ricerca, attraverso cui promette una ricostruzione quanto più razionale possibile della storia della scienza, e mediante cui intraprende una sentita lotta nei riguardi dello scetticismo in senso lato.

                  Per quanto riguarda il contenuto complessivo dell'opera, ogni saggio è corredato da un'ampissima serie di note e di riferimenti bibliografici, ma la loro lettura, seppur incalzante, non è piacevole se non si è interessati al dibattito scientifico del secolo scorso. Inoltre, per comprendere una serie di critiche mosse dal filosofo ungherese è necessario conoscere attentamente le posizioni di Popper e di Kuhn, se non addirittura aver letto i loro testi principali.
                  Tra i tanti saggi, uno in particolare ha attirato la mia attenzione: in esso, il filosofo ungherese sostiene che la scienza debba avere una sua vita interna e sconnessa dalla società; quest'ultima ha la vera responsabilità nei riguardi della prima, tuttavia la scienza stessa deve essere libera di progredire in modo attivo, lasciando che la natura gridi il suo "INCOMPATIBILI" ogni qualvolta una teoria non sia attinente con la realtà. Forse questa è una delle ragioni per cui Feyerabend, errando, riconosceva nell'amico uno "spirito anarchico", sta di fatto che si entra nel merito di una discussione veramente complicata (il rapporto scienza-società, la responsabilità dello scienziato, fin dove la ricerca può progredire ecc...) che intendo approfondire in un futuro prossimo.

                  Se mai qualcuno avesse la perversa intenzione di leggere Lakatos (che non riesco a capire se sia stato talmente diffamato da quel romanzo o se sia caduto nel dimenticatoio a favore, invece, di Kuhn e Feyerabend), consiglierei di reperire le sue opere in inglese (che è poi la lingua originale dei suoi scritti). Per chi è interessato al dibattito scientifico, anche attuale, troverà ottimi spunti dalle sue posizioni.

                  *

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                    Re:Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1523: Martedì 30 Gen 2018, 23:07:28
                    Consiglio a tutti la lettura di Invito alla lettura di Calvino (Italo) di Giuseppe Bonura. Era una vecchia collana, Invito alla lettura di, di cui ho trovato questo volume in una bancarella. Sto arrivando in fondo, e Bonura fa un lavoro davvero acuto, spedito e necessario. Ripeto, consigliatissimo anche e soprattutto a chi non fosse addentro nell'argomento.

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                      Re:Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1524: Giovedì 1 Feb 2018, 13:53:14
                      Dopo un anno ho terminato la seconda lettura di tutti e sette i libri di Harry Potter, meravigliosi e gustarmeli un po' alla volta mi ha fatto emozionare forse ancor di più rispetto alla prima volta.
                      Attualmente ho preso in prestito dalla biblioteca "Storia della Repubblica - l'Italia dalla liberazione ad oggi" di Guido Crainz, consigliatomi dal buon Gladstone per avere una visione più completa del nostro paese e della sua involuzione politica ma anche un modo per avvicinarsi alle elezioni del 4 marzo.
                      "Anche io una volta ero curioso..."

                      Il mio canale YouTube  dedicato ai fumetti Disney: The Fisbio Show 

                      Il mio nuovo canale Twitch: https://www.twitch.tv/TheFisbioShow

                      @instafisbio su Instagram

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                        Re:Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1525: Giovedì 1 Feb 2018, 14:14:13
                        Anche Harry Potter, comunque, è un buon modo per avvicinarsi alle elezioni del 4 marzo.

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                          Re:Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1526: Sabato 3 Feb 2018, 12:16:52
                          Anche Harry Potter, comunque, è un buon modo per avvicinarsi alle elezioni del 4 marzo.
                          ?!?

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                            Re:Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1527: Sabato 3 Feb 2018, 15:19:40
                            Penso che Dominatore si riferisca allo stilema proppiano del Bene che vince sul Male...
                            Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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                              Re:Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1528: Sabato 3 Feb 2018, 15:42:06
                              O magari stava semplicemente... scherzando? :P
                              « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                              È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                              MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                              ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                              »

                              J. Giraud

                              *

                              Maximilian
                              Dittatore di Saturno
                              PolliceSu

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                              • Walsh volli, sempre volli, fortissimamente volli
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                                Re:Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1529: Sabato 3 Feb 2018, 16:37:52
                                Che stesse scherzando ci sono pochi dubbi. Tuttavia non ho capito su cosa si basi la battuta

                                 

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