L'amante – Marguerite Duras
“Un jour, j’étais âgée déjà, dans le hall d’un lieu public, un homme est venu vers moi. Il s’est fait connaître et il m’a dit : « Je vous connais depuis toujours. Tout le monde dit que vous étiez belle lorsque vous étiez jeune, je suis venu pour vous dire que pour moi je vous trouve plus belle maintenant que lorsque vous étiez jeune, j’aimais moins votre visage de jeune femme que celui que vous avez maintenant, dévasté.”
Un incipit che incarna ciò che verrà, con un suono dolce e melodico svela la vita passata e presente di una donna, che porta sul volto la propria storia, nasconde nel volto la propria vita.
Immagini sfuocate, ricordi, profumi si susseguono, donando un senso di vertigine nel lettore che non legge, ma sente, sente la passione, la paura, la disperazione; piange con la protagonista, soffre con lei.
Non la trama avvince, ma la forza dei sentimenti che si raccontano, che si intuiscono: ella giovane donna, quasi ancora bimba, egli uomo preda di una magia amorosa, troppo intensa per essere vera, troppo reale per svanire con il tempo.
Le vite sono svelate e si intrecciano in nodi così forti da non essere sciolti, ma non così stretti da contenere l'impeto e la paura dei quindici anni; troppe le paure, troppe poche le aspettative per una vita che ha già tolto troppo, che non ha regalato niente se non un corpo, bello, giovane, uno sguardo malizioso e incantatore; così il riscatto, la fuga, seppur per poco da una realtà che non dovrebbe essere, un rifugio, quattro mura dove essere protetta, dove nascondersi, senza, però, mai perdere il senso del reale; un rifugio incantato dove conoscere Dio, il piacere, se stessa; senza vergogna, senza disonore, sospesa nel nulla, avvolta dal nulla; per poi, col tempo scoprire che l'amore sa trovare strade che non esistono, sa penetrare in fenditure nascoste e lì alloggiare, silente, tranquillo, ma vivo e invincibile; presente come un neo, come una cicatrice, lì, per sempre nonostante tutto, nonostante tutti.
Un piccolo gioiello di emozione, uno struggente susseguirsi di sentimenti, contrastanti, forti, evanescenti, raccontati con la lievità di un'autrice straordinaria, che riesce a trasmettere la sua anima, la sua essenza, utilizzando un lessico semplice, ma creando accostamenti inconsueti, che disturbano, spezzando le frasi all'improvviso, cambiando soggetto, punto di vista, all'improvviso, come cambiano le sensazioni, lasciando che le parole si sostituiscano ai sensi e come essi si mischino generando il manifestarsi della realtà.
Un libro che va lasciato scivolare, non vuole essere compreso, non vuol essere metabolizzato, ma solo sentito, vuole accarezzare la pelle e l'anima, vuol far vibrare le corde del cuore, vuol lasciare un velo di melanconia e di struggente affetto per una donna che non fa altro che vivere.
La Duras non delude, non può deludere, perché vera, trasparente, sincera.