Premesso che non ho ancora avuto modo di leggere il Simposio di Platone, ritengo poco opportuno liquidare così le tematiche platoniche; per quanto riguarda il tema dell'Eros, dovresti assolutamente, se non l'hai già fatto, integrare la lettura del Convito con quella del Fedro , probabilmente il dialogo più bello che abbia letto, in cui da un lato si affronta il tema dell'amore come philia (piuttosto lontano dalla mentalità odierna, basta leggere le prime pagine per rendersene conto) e, dall'altro, Socrate attua un'interessantissima (anche dal punto di vista logico) decostruzione e confutazione del discorso di Fedro, giungendo ad elaborare una concezione dell'amore che trascende ampiamente il limitato contesto in cui è ambientata l'opera, pervenendo a un esito di validità-concedetemi-"universale". Ti parlo del Fedro perché ho dovuto portarlo per il programma di storia della filosofia antica (al I anno) e ha rappresentato la parte più interessante di quel corso, oltre che una sorpresa graditissima, visto che perfino l'intellettualistica teoria delle idee, all'interno di quel dialogo, diventa di piacevole lettura.
P.S: Per quanto riguarda Kant, leggere le tre Critiche senza una previa infarinatura manualistica (di livello universitario) e, ancor di più, senza il supporto di un corso introduttivo, a mio avviso avrà come unico risultato possibile la resa incondizionata del povero lettore
Purtroppo Kant non riusciva mai a scrivere libri di facile lettura; anche un testo relativamente più semplice come la Fondazione della metafisica dei costumi , per esempio, presenta passaggi piuttosto intricati, lo so per esperienza personale...
Hai perfettamente ragione, tuttavia non ho le competenze necessarie per disquisire o dire qualcosa di "intelligente" sulle teorie di un filosofo del calibro di Platone, e in più sono piuttosto "parato" sulla tematica dell'amore in senso lato, quindi preferisco non parlarne. Il mio primo interesse era di entrare in contatto con Platone,
Il Fedro mi intrigava parecchio, avendo io stesso sentito di una trattazione estetica che ne citava alcuni passi e li commentava, però tutti consigliavano
Il Simposio e allora me lo sono comprato e letto anche piuttosto agevolmente (sapendo, ovviamente, quale fosse l'argomento del dialogo), ma proprio per il tipo di tematica non mi ha potuto, purtroppo, lasciare qualcosa di significativo.
In ogni caso, reperire delle opere di Platone non è nemmeno difficile e si trovano anche ad un prezzo molto conveniente, quindi, se non fosse per il fatto che ho già in programma altre cinque letture, sarei già corso a recuperare altri suoi dialoghi,
Il Fedro in primis: Platone è attualissimo e ancora oggi merita di essere letto, sia mai che una rilettura de
Il Simposio tra un bel po' di tempo possa darmi molto di più. Tutto dipende dall'ultima lettura che farò prima della fine dell'anno (Ce l'ho da maggio nella libreria, mesi di "preparazione spirituale"), da quella vedrò se al momento fermarmi un attimo con i testi di filosofia e riprendere in mano Gadda, la Woolf e qualche altro autore del secolo scorso, se no potrei subito provvedere a recuperare qualcosa di Platone, mi interessa proprio.
Per quanto riguarda Kant, penso che, oltre ad un problema di preparazione (fatto in quarta nel giro di un mese senza poter cogliere nemmeno un briciolo della sua importanza, perfino la parte del giudizio estetico, che era quella che più mi interessava da appassionato di estetica, è stata liquidata come se fosse cosa di poco conto, peccato che poi Schiller e altri ci abbiano discusso intorno e a quel punto anche farsi altre letture in cui viene citato Kant può mettere in difficoltà su certi passaggi), sia anche legato al rigore con cui scrive, per cui è soprattutto necessaria una lettura partecipata. Tuttavia, se posso permettermelo, Adorno è anche peggio, con quelle paratassi densissime che fondono assieme anche tre o quattro concetti diversi per sintetizzarne uno che potrebbe magari essere detto in una maniera non dico più banale, ma comunque più lineare. Tra tutti i filosofi di cui ho letto qualcosa (Kant compreso, escludo le quattro righe di Hegel che finirono in un compito di quinta tratte dall'
Enciclopedia), è probabilmente quello che meno incontra il mio gusto a livello di scelte stilistiche. In ogni caso, quando verrà il momento giusto, affronterò nuovamente la lettura di Kant e mi lascerò coinvolgere da suoi rigorosi ragionamenti, solo non lo ritengo uno scrittore insormontabile, a differenza, appunto, di Adorno.
E già che ci sono, parlo un attimo dei due libri che attualmente sto leggendo, rispettivamente uno durante la settimana tra un viaggio e l'altro, e uno invece nei buchi del weekend in cui ho bisogno di staccare la spina da tutto e tutti. Il primo è
Teoria Estetica di Adorno, in cui, nonostante la già commentata densità di scrittura (come già lamentai parlando dei
Minima Moralia), sto trovando tantissimi spunti interessanti: è un peccato che sia un'opera postuma ed incompiuta, però c'è anche da ammettere che da quelle righe così impenetrabili trapela una bella sincerità, al punto che, nonostante l'impegno nella lettura, riesce a lasciarmi molto più di quanto abbia fatto criticando la società e i suoi consumi (vedasi sempre i
Minima Moralia per questo riferimento). Il secondo, invece, è
Filosofia della Rivelazione di Schelling. Quando sono andato in biblioteca a ritirarlo mi hanno guardato con una faccia sorpresa, eppure la lettura, al momento, nonostante diverse osservazioni piuttosto dotte e argute, non mi sembra così impossibile: non chiedetemi come ma Schelling è stato uno dei pochi filosofi che hanno catturato la mia attenzione durante i tempi del liceo, e per contro sto pure leggendo un testo che non appartiene alla sua fase "idealista"
Mi spiace solo che in italiano ci sia ben poco sul suo conto, ero molto interessato alle sue teorie estetiche e al momento non ho trovato niente, per questo ho optato per tutt'altra direzione.