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Che libro c'è sul comodino?

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Nebulina
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PolliceSu   (2)

PolliceSu   (2)
    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #885: Sabato 17 Ago 2013, 23:02:16
    Quintetto di Buenos Aires – Manuel Vasquez Montalban

    Mi perdonerete se scriverò questa mia opinione in prima persona, con uno stile così lontano da quello impersonale che di solito mi contraddistingue; il motivo è molto semplice: questo libro non mi è piaciuto, non mi ha entusiasmato ed ho fatto una fatica infinita a finirlo.
    In qualche modo riesco a percepire la portata dello stile di Montalban, così preciso e immediato, ma allo stesso tempo mi stanca e mi esaurisce.
    Ho pensato a lungo al motivo e credo sia da ricondurre all'impressione avuta per tutta la durata della lettura, cioè quella di star sfogliando la sceneggiatura di un film.
    La frase è spesso spezzata, priva della classica composizione, sono presenti parole seguite da punti, frasi corte che uccidono il periodo; le parti più vive, più piacevoli sono quelle che di solito trovo meno interessanti: i dialoghi.
    Quando viene descritto un ambiente il fluire delle parole che si compongono sulla carta si fanno strumento della rappresentazione nella mia immaginazione, creando oltre alle figure anche suoni, odori e sapori, ciò non accade in questo caso, le raffigurazioni delle strade, delle stanze, dei singoli eventi sono descritte in modo freddo e anedonico generando in me il desiderio di trovare un dialogo.
    Quando i personaggi parlano tutto si fa più leggero, più immediato, ma questa forma espressiva ha il grosso limite di non piacermi, per cui il gusto che provo nel nascondermi nelle parole assaporando il loro dolce suono viene del tutto disintegrato dall'odiosa voce dei personaggi che non possono rimanere in ombra, devono per forza di cose venire alla ribalta.
    Credo che sia questa a forza di Montalban, creare dei personaggi particolari e crearne tanti, quasi al limite del credibile, caratterizzarli in modo impeccabile, non trascurando nessuna parte delle loro poliedriche personalità; allora che cosa manca in pratica a ciò che sulla carta sembra perfetto? Manca quel quid che rende un virtuosismo un'opera d'arte, manca l'ispirazione; quello che ho percepito è il semplice racconto di una storia, verosimile, ma è stato come se l'avessi letta in un articolo di cronaca locale, senza emozione.
    Montalban riesce ad imbastire una storia interessante, tentando, ma non riuscendo per niente, a sfruttare i clichè argentini per dimostrare che l'Argentina è altro oltre a Desaparecidos, Maradona e Tango, ma chi Buenos Aires l'ha vista, anche per poco tempo come la sottoscritta, sa che ciò che rimane dentro è qualcosa di più, qualcosa che si respira non appena dall'aereo si iniziano a vedere le luci di quell'infinita città: il senso di libertà che pervade tutto l'essere e non lo lascia più.



    Le Braci - Sandor Marai

    “A gyertyak csonking egnek” è il titolo originale e credo che racchiuda in se stesso l'essenza di questo romanzo, alla lettera:  "bruciare le candele fino in fondo".
    Per quanto la trama sia interessante e il tema molto accattivante, ciò che spicca è lo stile; veloce e immediato, nel leggerlo sembra di nuotare in apnea e le pagine anche lontane dagli occhi non abbandonano il lettore, la voglia è quella di capire, di sapere, di scoprire; Marai  in modo a dir poco magistrale centilina le informazioni e in sostanza tutta la struttura del romanzo di consuma in un monologo di uno dei due protagonisti.
    “Le braci”, titolo col quale è stato tradotto in italiano fa riferimento ad un passaggio fondamentale della vicenda, ma non richiama in modo esatto il tema di fondo; questo romanzo è considerato un inno all'amicizia, ma l'impressione finale è che di questo sentimento ci sia ben poco tra i due protagonisti ed è forse in questo senso che la traduzione italiana trova la sua motivazione: passioni, emozioni e sentimenti che rimangono sopiti, ma che con un alito di vento divampano ancora dopo quarantun anni.
    L'estremo numero ridotto di personaggi porta ad immaginare la vicenda su un palcoscenico di teatro creando un'intimità tale da far respirare la tensione che si crea e scandita solo dai rari rumori notturni e dal lento albeggiare.
    I personaggi sono caratterizzati in modo perfetto, anche se del tutto opposto; Henrik in modo preciso, quasi didascalico; la luce si posa su ogni sfaccettatura della sua personalità, facendo comprendere e giustificare ogni suo singolo pensiero e facendolo divenire specchio per la compressione dell'amico Konrad che quasi non parla ed è descritto attraverso il racconto del padrone di casa, ma sono le poche laconiche parole che ne fanno capire la personalità articolata e sensibile.
    Henrik pretende che sulla tavola ci siano delle candele azzurre (quelle del titolo originale), le stesse che erano presenti quarantun anni prima, l'ultima volta che i due si sono visti; queste si fanno testimoni e simbolo di antichi rancori, di antiche recriminazioni e la durata del racconto si consumerà in quel tempo, fino a quando la flebile luce generata dalla cera lascerà il posto a quella ben più intensa del sole estivo, metafora di ciò che tra i due è avvenuto; così come dell'antica candela non resterà che una pozza di cera e la luce sarà ormai spenta così gli antichi rancori saranno spazzati via dal lungo racconto, ma l'amicizia tra i due non tornerà mai più a brillare.
    Alla conclusione del volume rimangono molti dubbi, perché quasi niente è confermato e capire chi dei due sia stato mosso dall'amicizia più sincera è assai difficile da affermare e rimane oggetto di riflessione molto intima.
    C'è un altro personaggio, oltre alla donna che sta alla base dell'allontanamento dei due, forse unica nota stonata di tutta la vicenda, movente così scontato e banale che non rende giustizia alla maestosità della struttura del romanzo, la balia di Henrik. Nini ha novant'anni ed è la depositaria di tutti i segreti, di tutti i sospiri del castello e della vita del padrone; l'amicizia tra i due è davvero incondizionata e pura, indissolubile e tenera; il sentimento che corre è insaziabile e privo di ogni accezione negativa.
    In conclusione un testo che rimane dentro, un stile che lascia senza fiato, una trama che induce a moltissime riflessioni su quel sentimento così incomprensibile e raro che è l'amicizia.
    « Ultima modifica: Domenica 18 Ago 2013, 13:26:10 da Nebulina »

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    vero976nica
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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #886: Sabato 17 Ago 2013, 23:33:17
      Campeggiano  sul  mio  comodino Tutto  Sherlock  Holmes,  (  che  ho  letto e  riletto  più  volte anche  in inglese)  e  il  fantasma dell'opera ..che  sto rileggendo in francese. :) Li consiglio  a  tutti!  Anche  Wodehouse....molti  non lo  conoscono:  è  un fine umorista British  di  fine  ottocento , inizio  novecento... davvero superbo, andrebbe  rilanciato!  Nei  paesi  di  lingua  inglese  è  conosciutissimo .  Ed  In Italia  era  molto  in auge  negli  anni  settanta. :)
      « Ultima modifica: Sabato 17 Ago 2013, 23:39:04 da very976nica »

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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #887: Sabato 24 Ago 2013, 14:20:21
        Al momento sto leggendo "Intervista col vampiro" di Anne Rice... una lettura insolita per me, eppure non mi dispiace :) specie l'ambientazione.

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #888: Mercoledì 28 Ago 2013, 10:07:19
          Finalmente, oserei dire, sono riuscita a finire "Lo Hobbit"..finalmente x varie ragioni..xchè non ho avuto molta voglia/tempo di leggere in questo periodo e xchè mi è piaciuto, ma in parte.. Mi sono scontrata con un mondo e un genere molto diverso dal mio..e la cosa mi ha messa in difficoltà..non posso non riconoscere che la storia è bella..la fantasia di Tolkien eccezionale..e lo stile godibile..ma nonostante questo non avevo quella curiosità di sapere come andava avanti..quella sensazione piacevole che non ti fa mai staccare dal libro e te lo fa prendere in mano ogni volta che ti è possibile..purtroppo questa mi è mancata e deve essere x forza colpa mia.. Un po' mi dispiace..ho visto anche il primo film e l'ho rivalutato alla fine del libro.. Per ora però non credo che leggerò altro di questo autore nonostante ne riconosca la grandezza..ma credo che sia questione di gusti..
          Ho cominciato a leggere poi (dato che ero in vacanza e tempo se ne ha a volontà) "Una casa alla fine del mondo" un romanzo di Michael Cunningham..e so che non è Tolkien ma mi è piaciuto subito..sarà x il genere che è più vicino al mio..ma vedremo alla fine..magari poi cambierò idea :)
          "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
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            Risposta #889: Domenica 1 Set 2013, 14:32:01
            Spero che alcuni frequentatori di questo topic possano darmi qualche risposta.

            Desidererei colmare una lacuna che mi porto dietro da tempo: non aver mai letto nulla di Verne o di Salgari.

            Preferirei iniziare da Verne, ma da un occhiata quà e là ho visto che l'elenco di opere è sterminato.

            Chi mi consiglia i titoli più appassionanti? Quelli ritenuti i meritevoli per eccellenza?

            Premetto che sarei interessato a leggere qualcosa di veramente appassionante, senza piattume di eccessive descrizioni fini a se stesse, ma romanzi con capovolgimenti continui e tanta azione.

            Stesso discorso vale per Salgari, con l'unico limite di Sandokan. Ho un pregiudizio negativo verso questo personaggio, che vorrei continuare a serbare. ;D
            « Ultima modifica: Domenica 1 Set 2013, 14:32:19 da Unchienandalou »
            "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

            Piero Calamandrei - "Elogio de

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #890: Domenica 1 Set 2013, 15:00:00
              se vuoi evitare le lunghe descrizioni ti sconsiglio il pur bellissimo "20000 leghe sotto i mari", mentre assolutamente consigliate "il giro del mondo in 80 giorni", "l'isola misteriosa" e "viaggio al centro della terra". La loro grande fama non è ne immotivata né immeritata!

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #891: Domenica 1 Set 2013, 20:55:02
                se vuoi evitare le lunghe descrizioni ti sconsiglio il pur bellissimo "20000 leghe sotto i mari", mentre assolutamente consigliate "il giro del mondo in 80 giorni", "l'isola misteriosa" e "viaggio al centro della terra". La loro grande fama non è ne immotivata né immeritata!

                Ehi... :)

                Allora, le descrizioni non mi intimoriscono, ma purchè non siano preponderanti, eccessive e fini a se stesse.

                Poi ho visto che "20000 leghe" è il secondo romanzo di una trilogia...di cui l'isola misteriosa è la fine. Si possono leggere autonomamente?

                Ah, se avete ulteriori titoli, non mi offendo :)
                "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #892: Domenica 1 Set 2013, 21:08:18
                  Per Salgari:
                  Consiglio la saga del Corsaro Nero, con il libro omonimo e La Regina dei Caraibi.
                  Poi la trilogia del West: Alle Frontiere del Far West, La Scotennatrice, Le Selve Ardenti. Un west diverso da quello a cui siamo abituati, film americani e film e fumetti italiani.
                  Ottima anche la dilogia Capitan Tempesta e Il Leone di Damasco.
                  Tra gli autoconclusivi ricordo mi piacquero molto La Favorita del Madhi e Le Figlie dei Faraoni.

                  « Ultima modifica: Domenica 1 Set 2013, 21:09:33 da feidhelm »
                           
                  In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #893: Domenica 1 Set 2013, 21:36:32

                    Ehi... :)

                    Allora, le descrizioni non mi intimoriscono, ma purchè non siano preponderanti, eccessive e fini a se stesse.

                    Poi ho visto che "20000 leghe" è il secondo romanzo di una trilogia...di cui l'isola misteriosa è la fine. Si possono leggere autonomamente?

                    Ah, se avete ulteriori titoli, non mi offendo :)

                    20000 leghe parte di una trilogia? Questa mi giunge nuova. In ogni caso è leggibilissimo da solo; le descrizioni lunghe e un po' noiose ci sono, ma hanno di buono che volendo si possono saltare a piè pari.

                    Comunque ai titoli citati da Gumi io aggiungo "Michele Strogoff", uno dei miei romanzi d'avventura preferito.

                    « Ultima modifica: Lunedì 2 Set 2013, 08:48:48 da Marci »

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                    PolliceSu
                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #894: Domenica 1 Set 2013, 21:53:27
                      20000 leghe parte di una trilogia? Questa mi giunge nuova.

                      Citazione
                      L'isola misteriosa costituisce il terzo ed ultimo capitolo di una trilogia iniziata con I figli del capitano Grant e Ventimila leghe sotto i mari. Per questo vi si ritrovano alcuni personaggi dei due capitoli precedenti e allusioni alle vicende in essi narrate.
                      (da wikipedia)
                               
                      In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #895: Lunedì 2 Set 2013, 15:40:19

                         (da wikipedia)

                        Già! è così!
                        Ma a parte personaggi presenti e riferimenti vari i libri sono più che godibili anche non leggendo i precedenti!
                        In modo particolare "l'isola misteriosa" mi è piaciuto davvero molto, anche se l'ho letto parecchio tempo fa!

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #896: Mercoledì 11 Set 2013, 17:07:59
                          La Zia Julia e lo scribacchino – Mario Vargas Llosa

                          Cosa accade quando ironia, talento e fantasia si fondono insieme? Si ha la realizzazione di una piacevole opera letteraria che oltrepassa i limiti delle comuni regole narrative.
                          Questo libro può essere letto tutto d'un fiato o a piccoli sorsi, assaporato e gustato parola per parola per essere trasportati in quel mondo lontano, fatto di famiglie numerose e romanzi radiofonici, nella totale assenza della televisione, riscaldati dal dolce sole peruviano e circondati dall'atmosfera rarefatta e piena di suoni e colori che solo il Sudamerica riesce a creare e solo i più grandi scrittori riescono a trasmettere.
                          Per giungere a questo stato di grazia sono necessari tempo e pazienza; la narrazione inizia in una fase di transizione della vita del protagonista, quell'età che dalla notte dei tempi risulta la più carica di stupidità e di potenzialità: quella post adolescenziale.
                          Il piano narrativo è quasi banale, la storia, senza dubbio sopra le righe, racconta un amore, ma come spesso accade non è il cosa che conta, ma il come.
                          La sensazione è quella di star ascoltando una sinfonia in cui due linee musicali si cercano, si trovano e si fondono, infatti non c'è un solo filo narrativo, ma due, uno dei quali formato da infinite piccole fibre indipendenti una dall'altra.
                          La struttura narrativa è molto complicata, nei capitoli dispari si narra di Mario, la Zia Julia e la loro rocambolesca storia d'amore, nei capitoli dispari si raccontano dei romanzi radiofonici che sono la creazione dell'altro grande protagonista, il boliviano Pedro Camacho, entità quasi mistica che incarna lo scribacchino del titolo.
                          All'aumentare del numero dei capitoli cresce anche il ritmo del racconto ed è incredibile come il lettore sia risucchiato da un vortice in cui si racchiude tutto, ma la cosa che più colpisce è come riesca ad essere rappresentazione appunto di quell'età in cui tutto sembra imminente, in cui qualunque cosa possa apparire come fugace, come il tempo sembra sfuggire tra le dita pur avendone davanti così tanto. Con virtuosismi stilistici, cambi di ritmo repentini, rielaborazione della struttura narrativa il lettore è sballottato da una storia ad un'altra, da un estremo ad un altro, precipita in tante piccole storie che ne raccontano altre, che si fondono in altre fino a disorientare e quasi farlo smarrire, ma quando è circondato da figure che non conosce, in un luogo sconosciuto e alieno ecco che Llosa gli indica la strada e gli fa intravedere la chiave di lettura ed è in questo momento che il ritmo si fa serrato, le vicende si spingono all'eccesso, la follia metaforica e reale si fa strada e come un'esplosione le storie si compiono, gli argini si svuotano, gli incendi si spengono, la tempesta di placa, l'adolescenza lascia il posto all'età adulta e la realtà diviene più tangibile, più concreta, ma non per questo meno interessante.
                          Molti sarebbero i piani di lettura da analizzare, uno tra i tanti la figura dello scrittore che si evolve, ma che per emanciparsi deve fuggire da quel Sudamerica che soffoca, che costringe, che tarpa le ali verso quell'Europa che è culla della letteratura: Mario è Llosa e in parte il romanzo è autobiografico.
                          Carta vincente è senza dubbio il registro ironico che diverte il lettore e lo intrattiene, ma tra le righe, tra la musica assordante, tra i bisbigli e le urla dei peruviani attraverso i personaggi secondari caratterizzati in modo eccellente senza rubare mai la scena ai protagonisti, si narra la malinconica tristezza di un popolo che arranca, che cerca di emanciparsi senza riuscirsi, che rimane ancorato ad un passato pesante e ad un presente difficile, al quale può rispondere solo con una leggerezza nel vivere e un'ironica risata che stempera la tensione.
                          Una lettura importante che rappresenta uno degli ultimi tentativi di sperimentazione narrativa, che oltre a divertire fa pensare.

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                          Nebulina
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                            Risposta #897: Venerdì 13 Set 2013, 12:27:48
                            Paura – Stefan Zweig

                            Un'immersione nelle profondità dell'animo senza ossigeno e risalita alla superficie, in nessun altro modo può essere definito questo racconto di Zweig, che tocca corde che tutti conosco, che almeno una volta nella vita sono state assaporate, non importa il motivo, ma la sensazione.
                            L'argomento trattato è affascinante, ma niente in confronto allo stile con cui è scritto, veloce ed essenziale, quasi minimalista.
                            La paura che si appropria di una vita e l'avviluppa come una pianta rampicante fino quasi a soffocarla, a disintegrarla.
                            La paura come catarsi, come espiazione di un peccato, ma anche come chiave per comprendere ciò che davvero è importante; infine la paura come mezzo per spiegare l'evidenza.
                            Ciò che rende Zweig un autore meritevole di lettura è la sua capacità di entrare nella mente della protagonista, di analizzare ogni ingranaggio che inizia a muoversi per portare alla maturazione, alla comprensione; il lettore è con Irene, sempre, nonostante la disapprovi, la giudichi, ma non può non comprendere, non può non sperare che quella morsa agghiacciante che la paralizza non si sciolga.
                            Molti sono gli spunti di riflessione, ma il racconto, come fu per “Mendel dei libri” va letto così come è presentato, senza cercare messaggi nascosti, senza riflettere troppo sulle motivazioni, ma assaporando le parole che fluiscono, le frasi che con una perfezione incredibile, scandiscono il ritmo e con esso il tempo che inesorabile scorre, la sensazione è di non voler abbandonare Irene al suo destino, di non lasciarla neanche un attimo.
                            Quando la quarta di copertina si palesa di fronte agli occhi la fantasia corre e si figura Irene al suo destino, quel bel corpo giovane sfibrato dalla paura, quasi disintegrato e l'immagine di questa donna  bella, un po' civetta, che ricorda un po' Emma e un po' Anna, senza avere però né la disperazione della prima, né il coraggio della seconda, rimane nel cuore, come un'amica fragile, ma in fondo buona, nonostante tutto.
                            Un ottimo Zweig, ma non c'erano dubbi.
                            « Ultima modifica: Venerdì 13 Set 2013, 12:30:07 da Nebulina »

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #898: Domenica 15 Set 2013, 14:14:13
                              Ragazzi, alla fine ho letto "20000 Leghe Sotto i Mari"!! Davvero bello, in meno di una settimana l'ho finito. Trama ben congegnata, stile di scrittura scorrevole. Le descrizioni mai noiose, anche quelle più tecniche e che si dilungano.

                              Ora voglio assolutamente approfondire Verne, magari recuperando i volumi Hachette/Hetzel, ma questi anche in ristampa del 2003 e di seconda mano, costano!

                              Potrei recuperare il Mammuth della Newton Compton



                              ma desideravo i singoli volumetti... :P
                              "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

                              Piero Calamandrei - "Elogio de

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #899: Domenica 15 Set 2013, 19:45:53
                                Però la copertina con la caricatura è carinissima :D Io sui mammut ho sempre qualche dubbio sulla qualità delle traduzioni... però ne ho comprato anche io qualcuno. L'ultimo è stato questo, che contiene alcuni titoli che comunque non sono di facile reperibilità ;)
                                « Ultima modifica: Domenica 15 Set 2013, 19:46:25 da bacci88 »

                                 

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