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Che libro c'è sul comodino?

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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1185: Lunedì 22 Dic 2014, 17:36:34
    Nebbia Rossa di Paul Halter appena finito dopo un paio di giorni, stasera comincierò probabilmente La Sposa di Newgate di John Dickson Carr.

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    Eruyomè
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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1186: Venerdì 26 Dic 2014, 19:01:03
      sul comodino (anzi, sulla scrivania, il comodino non ce l'ho!) un inaspettato, quanto graditissimo, regalo di Natale! :D
       "J.R.R. Tolkien: la via per la terra di mezzo, di Tom Shippey. Vera e propria Bibbia per ogni tolkieniano, è da un bel pezzo che volevo leggere questo bel mattone. Le 500 e passa pagine di saggio filosofico mi si preannunciano belle impegnative, chissà quanto ci metterò a finirlo!...ma il testo è davvero uno dei fondamentali..s'ha da fare!..e allora, pian pianino, si va a incominciare.. :)
      « Ultima modifica: Venerdì 26 Dic 2014, 19:01:20 da Manu »
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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1187: Domenica 28 Dic 2014, 17:50:34
        E' con un po' di delusione che dico di essere rimasto deluso da due-tre libri che ho letto di recente. Due sono The mystery of the sea e The lady of the shroud, entrambi di Bram Stoker. Adorando il suo Dracula avevo voluto leggere altre delle sue opere, ma a giudicare da quello che ho visto, il resto della sua produzione non raggiunge gli stessi livelli. Personaggi troppo affettati e stereotipati e nonostante le trame che partono accattivanti e diverse rese di atmosfera davvero ottime, queste si sgonfiano man mano sotto la sferza delle recitazioni da cliché, della pesantezza di alcuni passaggi lenti e dispersivi.

        Il terzo è Il cimitero di Praga di Eco. Cavolo, io adoro Eco, sia come romanziere che come saggista, ma in questo suo ultimo romanzo c'è qualcosa che proprio non mi ha preso. Lento, manca di quella prosa splendida presente nel Nome , ha si qualche stilettata umoristica delle sue, ma soffocate dal resto del libro. La narrazione in tre voci, anche se ben distinte, rende un po' complicato seguire facilmente quella che già non è una vicenda semplice, fra complotti, menzogne e pregiudizi, ma anche se tieni il filo (per fortuna l'ho perso davvero solo una volta) c'è proprio qualcosa che lo rende un po' ostico.
        « Ultima modifica: Domenica 28 Dic 2014, 18:22:30 da Scroogie »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1188: Mercoledì 7 Gen 2015, 09:50:36
          Elias Portolou Deledda

          Un modo piccolo circondato dal mare, un mondo sicuro, in antitesi con un  continente cattivo, pregno di pericoli.
          Un'isola in cui purificarsi, un mondo al di là del mare dove marcire e quasi da non nominare.
          Si respira un'atmosfera lontana in “Elias Portolou”, fatta di scarpe rotte, di montagne insidiose, di natura maligna, ma di sentimenti profondi e devastanti.
          La Deledda descrive i personaggi in modo da renderli quasi vivi di fronte ai nostri occhi, regalando loro una forza espressiva degna di un film.
          Ciò che colpisce al di là dello stile moderno ed asciutto è la capacità di suggerire, attraverso azioni e non descrizioni, gli stati d'animo, la vicenda e gli sconvolgimenti interiori sia di Elias, protagonista indiscusso e foriero della tematica principale, ma anche dei comprimari, riuscendo così in un'intricata trama fatta di numerosi fili a definire in modo perfetto il microcosmo in cui la vicenda si svolge.
          La natura si pone come sfondo di questo teatro, in cui gli attori recitano la loro opera e se Elias è la rappresentazione dell'irruenza e della colpa, della forza di volontà sconfitta dalla passione, Maddalena, sposa di suo fratello, diviene a tratti la vittima e a tratti la tentatrice, la pura “colomba” e la peccatrice.
          Il punto di vista, pur rimanendo sempre neutro, poiché la Deledda non si erige mai a giudice, si limita a descrivere, con dovizia di particolari, una realtà possibile, viene cambiato di continuo e Elias genera pietà, rabbia, compassione.
          Elias pecca e poi si confessa, Elias promette e non mantiene, Elias genera e non accudisce.
          Se ci si ferma al piano narrativo senza dubbio non si riesce ad apprezzare fino in fondo quello che è questo romanzo ed io stessa appena concluso, ho provato una delusione; troppo semplice, troppo veloce, ma poi, col passare dei giorni, quei personaggi, quei luoghi arrampicati su rocce scoscese, riaffiorano, quei turbamenti dell'animo divengono propri e tutto assume un senso più profondo e la vicenda trascende le pagine materiali del libro per diventare essenza di un tempo e di un luogo che a suo volta diviene essenza dell'umano sentire.
          Elias diviene la Sardegna e poi il mondo intero; la Deledda si fa portavoce di un disagio universale ed è per questo che pur rifacendosi al verismo di Verga e della Serao se ne discosta, perché racconta un'epoca, descrive ciò che davvero esiste, ma non si limita a questo, riesce in un modo quasi magico a far respirare le emozioni, generando nel lettore un'empatia che porta a soffrire con i personaggi, non solo durante la lettura, ma anche dopo.
          Lo stile, come accennato è moderno e minimalista, l'intensità del lessico rende la lettura non sempre scorrevole e le tematiche trattate spesso sono esasperate, ma non si deve far l'errore di scindere gli elementi che compongono il romanzo, perché essi se analizzati singolarmente appaiono ridondanti e e eccessivi, la maestria della Deledda sta tutta nel creare un'alchimia tale da rendere il tutto un prodotto di strepitosa intensità evocativa.
          « Ultima modifica: Sabato 10 Gen 2015, 08:37:48 da Nebulina »

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1189: Mercoledì 7 Gen 2015, 10:59:55
            Le vite dei Cesari, di Svetonio. Un autore dallo stile molto veloce e poco ricercato, se paragonato ad altri autori classici, ma la lettura risulta nondimeno interessante, divisa com'è tra vita pubblica e privata, tra le grandezze delle imprese di uomini di stato e al contempo le loro meschinità e piccolezze, che ne fanno uomini come tutti.
            Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

            https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1190: Mercoledì 7 Gen 2015, 19:16:07
              la collina dei conigli di richad adams.

                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1191: Mercoledì 7 Gen 2015, 20:06:54
                Che tristezza... ho appena letto "Il Consiglio d'Egitto" di Leonardo Sciascia, e forse per il tempo in cui è stato scritto (lontano come lingua e pensiero) che non l'ho digerito assolutamente.

                Quello che posso dire è che è la prima volta che mi trovo a dover rileggere più di una volta le pagine di un libro che, nonostante la sua brevità, è abbastanza difficile da comprendere, non solo per la trama, ma anche e soprattutto per lo stile, che è assolutamente confusionario. I vari periodi non sono organizzati bene, le frasi a volte risultano ambigue  e poco chiare, si coglie la ricercatezza, però secondo me l'autore non è stato in grado di rendere leggera, chiara e comprensibile la lettura, e non sono stato il solo tra i miei compagni ad aver riscontrato questo problema.
                Parlando per come vengono gestiti i capitoli, non ci ho capito nulla, per comprendere cosa stesse succedendo nelle prime parti mi sono dovuto far aiutare dalla quarta pagina, che in qualche modo mi ha dato delle informazioni utili a capire lo svolgersi degli eventi, slegato di capitolo in capitolo, con personaggi che sbucano senza un minimo di descrizione o un tratto che te li possa far immaginare/distinguere: l'Abate Vella è quello che più si distingue, ma monsignor Airoldi, l'avvocato Paolo Francesco di Blasi, Don Saverio Zarbo, la duchessa, il principe, il conte, il visconte (ora sto esagerando), e chi più ne ha più ne metta... così tanti personaggi che non ti lasciano nulla perché non vengono accennati. Comprendo che in un libricino di 170 pagine descrivere tutti questi personaggi sia difficile, per non dire impossibile, tuttavia leggere un dialogo e poi ritrovarsi uno che interviene senza un se o un ma spiazza, probabilmente non saprei neanche per cosa le varie figure si distinguono, cioè sono prive di caratterizzazione...

                Detto questo, a parte i due capitoli relativi alla tortura, scritti molto bene e che ti imprimono quella sensazione di tristezza e di ingiustizia, tutto il resto è abbastanza arzigogolato e pieno di artifici che appesantiscono la lettura: ogni capitolo è  brevissimo, all'incirca 4/5 pagine, ma sembra di leggerne molte di più, e così il leggere non si snellisce ma diventa più lungo e pesante da digerire.
                Aggiungiamo che poi il così tanto citato "Consiglio d'Egitto" appaia sì e no per pochi capitoli, ho fatto anche fatica a comprendere tanto volte cosa stesse succedendo in una scena: nel capitolo IX, per esempio (se ricordo bene), c'è una scena di sesso, tuttavia, nel contesto in cui viene inserita, non si riesce assolutamente a capire in una prima lettura cosa sta succedendo. Ma posso parlare anche dei primi capitoli, coi personaggi che parlano di un qualcosa senza che si riesca a capire dove siano e cosa stiano facendo.

                Salvati quei due capitoli, il libro non mi è assolutamente piaciuto, alla fine manca di struttura organica e ogni capitolo sembra autoconclusivo, senza che aiuti il lettore a costruire i personaggi e la storia, ma confondendolo ulteriormente, a causa soprattutto di uno stile piuttosto complesso da comprendere ad una prima lettura: da un libricino di 170 pagine non mi aspetterei una narrazione così lenta (nonostante la brevità dei capitoli) dovuta alla ricercatezza, alla disposizione delle frasi e ai paragrafi, organizzati senza rigore.

                Ahimè, mi sa che non c'è sintonia con Sciascia, che ci devo fare? Comprendo il denunciare la tortura (che alla fine è il fine primo dell'autore in questo romanzo), ma in un contesto così confusionario non si ottiene nulla!

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                Eruyomè
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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1192: Mercoledì 7 Gen 2015, 21:35:27
                  lo stile, che è assolutamente confusionario. I vari periodi non sono organizzati bene, le frasi a volte risultano ambigue  e poco chiare, si coglie la ricercatezza, però secondo me l'autore non è stato in grado di rendere leggera, chiara e comprensibile la lettura, e non sono stato il solo tra i miei compagni ad aver riscontrato questo problema.

                  detta senza il minimo intento polemico, giuro: ma non ti viene in mente che magari il problema non è di Sciascia, quanto piuttosto vostro?
                  Detto senza offesa, e con tutta la simpatia del mondo. Siete lettori giovani, e Sciascia può risultare una lettura ostica, adesso. Ed è pure giusto che lo sia, dati gli argomenti che tratta.
                  La leggerezza, la scorrevolezza di lettura penso sia sopravvalutata, oggi pare diventata un obbligo; Certo tipo di lettura invece richiede giustamente anche fatica, riflessione, documentazione e impegno.

                  magari ripeti il tentativo tra qualche anno..e magari aggiungici pure Il giorno della civetta, che è sempre cosa buona e giusta.. ;)
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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1193: Mercoledì 7 Gen 2015, 21:45:37

                    detta senza il minimo intento polemico, giuro: ma non ti viene in mente che magari il problema non è di Sciascia, quanto piuttosto vostro?
                    Detto senza offesa, e con tutta la simpatia del mondo. Siete lettori giovani, e Sciascia può risultare una lettura ostica, adesso. Ed è pure giusto che lo sia, dati gli argomenti che tratta.
                    La leggerezza, la scorrevolezza di lettura penso sia sopravvalutata, oggi pare diventata un obbligo; Certo tipo di lettura invece richiede giustamente anche fatica, riflessione, documentazione e impegno.

                    magari ripeti il tentativo tra qualche anno..e magari aggiungici pure Il giorno della civetta, che è sempre cosa buona e giusta.. ;)

                    Il giorno della civetta l'ha dato alla seconda di quest'anno... e comunque sia non è problema mio se la professoressa ci dà da leggere libri particolarmente ostici, non è che io ricerco la strada spianata (non vorrai farmi riaprire la solita storiella, vero?  ;D), ben vengano le letture impegnative, ma detto francamente, non è che ogni autore che ha scritto un libro particolarmente impegnativo va per forza difeso: non a tutti può piacere, la scusa del "è impegnativo e non alla portata di tutti" non deve mascherare la bellezza o meno di un testo, che rimane comunque soggettiva. Non esiste un libro che piaccia tutti e a me, francamente, che sono molto aperto alle letture complicate e comunque arzigogolate, non mi sono trovato in sintonia: vuoi per lo stile (che non tanto per quello che dice, ma per come lo dice, i periodi alle volte non sembrano stare su in piedi), vuoi per come è gestita la storia (non è possibile che ogni capitolo sia diverso e non abbia un collegamento col precedente, non c'è struttura), ma a me sono piaciuti solo i due capitoli della tortura, che non è che fossero tanto facili da capire e comprendere (ma nonostante questo dimostrano che Sciascia sa scrivere eccome).
                    Ora, non per spaziare, ma un autore trecentesco come Dante, per quanto non sia all'acqua di rose come significato, nel leggere la Commedia mi ritrovo eccome con lo spazio e col tempo, con Sciascia proprio non ci sono riuscito, cioè va bene passare da un contesto all'altro (questo lo farei pure io), ma che ci sia almeno qualcosa in collegamento col precedente, altrimenti sembra buttato lì tanto per.

                    Non considerarmi come i ragazzini/ragazzine che si leggono i romanzi di Twilight o robacce come la trilogia di "Cinquanta Sfumature", io sono ben diverso da quel genere di lettura, anzi, più significati mi lasciano meglio è: Sciascia, con questo suo testo, mi ha fatto comprendere quanto inumana sia la tortura, e proprio perché quei due capitoli in cui la descrive sono particolarmente efficaci, ma per il resto proprio l'ho mal digerito... ahimè, dovrai fartene una ragione, non a tutti può piacere tutto, altrimenti che mondo triste non sarebbe?  ;)

                    EDIT: ah, e anche un testo molto scorrevole e brillante come scrittura può comunque racchiudere tematiche e argomenti di per se difficili. La bravura di uno scrittore non sta solo nel renderli, ma anche nel saperli rendere digeribili e credibili.
                    « Ultima modifica: Mercoledì 7 Gen 2015, 21:49:26 da AndyHawkGamma »

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                    PolliceSu
                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1194: Mercoledì 7 Gen 2015, 22:00:24
                      Guarda, che tu dica "non mi piace Sciascia" mi sta benissimo.

                      Meno mi sta bene se dici che: "non c'è struttura, è confusionario, non sa organizzare bene i periodi, non è in grado di rendere leggera la scrittura".
                      Qui non siamo al semplice "de gustibus".

                      Non dico che tu sia un lettore da Twilight. Ma l'età ha anche dei limiti, penso, nella lettura. E' proprio questione fisiologica e normale, di pura esperienza. Voglio dire, io alla tua età, o forse pure prima, provai a leggermi Nietzsche. E giustamente non ci capii una mazza. Ma ho pensato francamente fossero limiti miei, non certo difetti suoi. Tutto lì.


                      ..per la cronaca, volando "più basso" ;D io ho appena finito di leggere un librettino delizioso che mi è stato regalato..Una versione de La bella e la bestia di Arthur Thomas Quiller-Couch.
                      La versione è gradevole, e l'edizione carinissima, soprattutto per le illustrazioni particolarissime ed esotiche di Edmund Dulac, che sono una vera festa per gli occhi. (e dopo la fiaba  una piccola appendice che la mette a confronto, oltre che con il film di Cocteau, con il film Disney! :D). Insomma un piccolo gioiello.
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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1195: Mercoledì 7 Gen 2015, 22:06:51
                        Guarda, che tu dica "non mi piace Sciascia" mi sta benissimo.

                        Meno mi sta bene se dici che: "non c'è struttura, è confusionario, non sa organizzare bene i periodi, non è in grado di rendere leggera la scrittura".
                        Qui non siamo al semplice "de gustibus".

                        Non dico che tu sia un lettore da Twilight. Ma l'età ha anche dei limiti, penso, nella lettura. E' proprio questione fisiologica e normale, di pura esperienza. Voglio dire, io alla tua età, o forse pure prima, provai a leggermi Nietzsche. E giustamente non ci capii una mazza. Ma ho pensato francamente fossero limiti miei, non certo difetti suoi. Tutto lì.

                        Il tuo discorso non farebbe una piega se il mio parere avesse la pretesa di essere oggettivo, ma dato che io non sono un critico letterario né uno scrittore di professione, non mi arrogo nulla, se non la possibilità di dire che, secondo me, non c'è struttura e via dicendo: non è che l'ho letto una volta e ho pensato questo, anzi, l'ho letto più e più volte, e trovo comunque inappropriato giustificare tutto con l'età... Non ho mica nove anni, sai? Va bene fare questo discorso ad uno delle elementari, massimo delle medie (anche se su questo avrei forti dubbi a riguardo), ma con uno che ha la mia età sarebbe meglio evitare...

                        E se c'è una cosa che proprio non sopporto è comunque trovare una giustificazione per evitare di far scendere dal trono grandi romanzi della letteratura o comunque sia libri che hanno lasciato il segno: non sarà mica una banalissima opinione a minare alla loro credibilità, o sbaglio?

                        Magari la prossima volta metterò più nessi che esplicitino il fatto che il mio parere è puramente soggettivo... sta di fatto che, visto che tu lo ritieni impegnativo e difficile da comprendere come stile e quant'altro, a quanto pare non è un libro da assegnare come lettura scolastica, che ti devo dire?
                        Torno a leggermi "La Morte non Dimentica" di Dennis Lehane, che forse può darmi sollievo dopo l'intensa settimana che ho speso per leggermi attentamente Sciascia...

                        *

                        Dominatore delle Nuvole
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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1196: Giovedì 8 Gen 2015, 09:29:48
                          Voglio complimentarmi con Dippy e fantomius per le loro letture. "La collina dei conigli" è stato uno dei miei primi e (a tutt'oggi) più cari libri.

                          Dippy, per curiosità, di che edizione delle Vite ti stai servendo?

                          Quanto a Sicascia, purtroppo non ho il tempo di entrare come vorrei nel merito delle vostre riflessioni, ma credo che entrambe le questioni sollevate, ovvero i perfettamente legittimi dubbi di lettore di Andy da una parte e le considerazioni sulla "leggerezza/pesantezza" (che, manco a dirlo, condivido in toto) di Eruyomè trovino suggello in questa profondissima considerazione che si trova in coda a Candido, ovvero Un sogno fatto in Sicilia, libro che potresti leggere, Andy, per avvicinarti all'autore da un'altra strada, meno nota, meno apparentemente "impegnata" e più "leggera" appunto, ma altrettanto fondamentale nella conoscenza e nel pensiero sciasciano:

                          [size=12]Dice Montesquieu che "Un'opera originale ne fa sempre nascere cinque o seicento altre, queste servendosi della prima all'incirca come i geometri si servono delle loro formule". Non so se il Candide [quello di Voltaire] sia servito da formula a cinque o seicento altri libri. Credo di no, purtroppo: ché ci saremmo annoiati di meno, su tanta letteratura. Comunque, che questo mio racconto sia il primo o il seicentesimo, di quella formula ho tentato di servirmi. Ma mi pare di non avercela fatta, e che questo libro somiglia agli altri miei. Quella velocità e leggerezza non è più possibile ritrovarle: neppure da me, che credo di non avere mai annoiato il lettore. Se non il risultato, valga l'intenzione: ho cercato di essere veloce, di essere leggero. Ma greve è il nostro tempo, assai greve.
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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1197: Giovedì 8 Gen 2015, 13:18:57
                            Voglio complimentarmi con Dippy e fantomius per le loro letture. "La collina dei conigli" è stato uno dei miei primi e (a tutt'oggi) più cari libri.

                            Dippy, per curiosità, di che edizione delle Vite ti stai servendo?

                            Edizione Garzanti, traduzione di Edoardo Noseda. ;)
                            Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1198: Giovedì 8 Gen 2015, 17:26:02
                              Dopo averne recuperato una traduzione migliore ho affrontato l'Eneide. Anche se più lentamente di quanto abbia letto Iliade e Odissea.
                              Che dire. Mi ha lasciato combattuto. E non poco.
                              Da un punto di vista puramente stilistico, la poesia di Virgilio, per quello che ne posso capire da ignorantone in poetica, l'ho trovata anche superiore a quella Omerica, se un Omero vi è stato. La descrizione cruenta della guerra, gli stati d'animo dei personaggi, alcune scene davvero splendide come la figura di Diomede, così diverso da come lo ricordavamo nell'assedio di Troia, ora turbato al ricordo dei compagni persi nei lunghi anni di guerra, Turno, Pallante e la frase che accompagna la sua morte. Tutto splendido per quanto riguarda la capacità del poeta.
                              Poi però partono le considerazione negative. E ne risulta che l'Eneide non solo è, ma manco tenta di mascherarlo per tutti e 12 i libri, un grosso spot pubblicitario di propaganda imperiale. Sì, era per quello che Virgilio l'aveva scritta, ma diamine, un po' di contegno! Enea, come personaggio, è quasi fastidioso con quel suo "essere destinato a dar vita al più grande impero della storia", con quella sua pietas tanto esaltata, che poi a ben vedere dimostra quasi mai (e che, ad ogni modo, non riesco a capirne il nesso con l'impero Romano, sanguinario per eccellenza). La sua discesa negli inferi è un passaggio che, ai fini della storia, risulta assolutamente evitabile! Bellissime descrizioni dell'oltretomba, sì, ma ci va giusto per promuovere il libro e per fare la rassegna di tutti la stirpe romana che aspetta di nascere, a differenza di Ulisse che ci va effettivamente per capire come fare a tornare a casa sano e salvo.
                              La guerra coi latini poi, nella seconda parte dell'opera, pare fatta allungata oltre ogni modo, nonostante poteva finire in qualunque momento. Fateci caso, ribadiranno tutti quanti, tutti, da entrambi gli schieramenti e più volte, che fosse per loro la guerra non l'avrebbero fatta, volevano essere tutti amiconi. Ma poi non fate altro che mazzolarvi per sei libri di fila? Un po' confusa la cosa :P
                              Un'ultima considerazione, non solo sull'Eneide ma anche su Iliade e Odissea. Giunone è una scassaballe di quelle esagerate! Non se ne scende proprio ;D Faceva bene Giove a prendersi tutte quelle scappatelle.

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1199: Giovedì 8 Gen 2015, 19:21:23
                                Enea, come personaggio, è quasi fastidioso con quel suo "essere destinato a dar vita al più grande impero della storia", con quella sua pietas tanto esaltata, che poi a ben vedere dimostra quasi mai (e che, ad ogni modo, non riesco a capirne il nesso con l'impero Romano, sanguinario per eccellenza).

                                Per pietas non si intende la pietà cristiana (che indubbiamente nulla c'entra con guerre, arene e gladiatori...), ma il rispetto del volere degli dèi, della famiglia, del proprio popolo. E questo Enea lo mostra ben bene per tutto l'epos.

                                Un'ultima considerazione, non solo sull'Eneide ma anche su Iliade e Odissea. Giunone è una scassaballe di quelle esagerate! Non se ne scende proprio ;D Faceva bene Giove a prendersi tutte quelle scappatelle.

                                E chi ti dice che Era non fosse una scassaballe proprio perché Zeus si faceva le scappatelle? ;D
                                « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 19:26:38 da Dippy_the_Dawg »
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