"E non disse nemmeno una parola" di Heinrich Boll. Romanzo poco conociuto, ma bello di questo bravo scrittore tedesco.
Un commento.
Germania anno zero:la fine della guerra ha portato macerie e distruzione, i cui segni sono ancora visibili dappertutto, e tanta miseria, ma le macerie sono anche nell'anima di chi l'ha vissuta e fatta...Vite perdute che cercano di ritrovarsi...di comprendersi, di dare un senso alla loro vita in un mondo che non riconoscono piu.....
Questo romanzo ha un'ambientazione che ricorda molto il film di Rossellini( non l'avete visto? male male, è un capolavoro meraviglioso, uno degli ultimi, del neorealismo)..
E nello stesso tempo ecco affacciarsi come un'ombra cupa sul futuro della societa tedesca, pronti a "farli stare bene" il neocapitalismo, la societa dei consumi, pronta a riempire il vuoto, la noia esistenziale, di quelle vite perdute (emblematica la frase"affidatevi al vostro droghiere",droghiere come droga direi, che sottoforma di un immagine pubblicitaria si prsenta insistentemente piu volte davanti ai protagonisti).
Dunque i protagonisti sono una coppia,sposati da quindici anni,Fred e Kate. Vivono in una(sola) stanza misera, priva di igiene(e per questo due dei cinque figli sono morti) con delle mura sottilissime..lui(che lavora come telefonista, lo stesso lavoro di quando era in guerra) non ce la fa piu, non resiste alle strutture della vita quotidiana e diventato pure irascibile abbandona mogli e figli , e girovagva tra bar e tavole calde, bevendo e osservando la vita scorrere davanti al lui,altre vite perdute...rincorremdo persone che gli scaldano il cuore .., girando per i cimiteri, ossessionato dalla morte.
Fred incontra la moglie solo in alberghi di quart'ordine,per fare disperatamente l'amore e mangiare insieme...Kate non riesce a comprendere fino in fondo la sua scelta,è preoccupata per i bambini che non capiscono la scelta del padre..."Sei diventato un uomo diverso" dice Kate, forse lo crede un'irresponsabile, eppure lui l'ama (come del resto lei che cerca di trovare una soluzione e le confessa che non fa altro che piangere da quando non c'è piu lui ), ma non riesce ad esprimere con le parole quello che sente...il suo disagio.
A volte sentiamo un'amore infinito per quella persona, ma il dolore e la paura ci impedisce di esprimerle, non riusciamo ad esprimere quello che abbiamo dentro, non riusciamo ad esprimere quelle parole.....e questo ci fa allontanarle.
Le ultime sette pagine sono commoventi, almeno a me hanno commosso,quando rivede la moglie come se l'avesse vista per la prima volta, e solo in quella stanza misera , insieme ai suoi, potra trovare l'unico rifugio... .
In modo geniale Hinirich Boll dedica ogni capitolo, alternandoli, ai pensieri personali dei due protagonisti..
Scritto nel 1953 è un gran bel romanzo questo di Heinrich Boll. Perfetto nel descrivere, atttraverso i due protagonisti, lo stato d'animo, il disagio, la paura della miseria, il tormento interiore della Germania, dopo la fine della guerra.