Nella versione Integrale (quella più lunga), Aïer-Duk configura tra i sopravvissuti.
Cosa mi dici!
Urge recupero ed esegesi!
P.S. Beh, quell'espressione potrei conoscerla pure se non sapessi il tedesco, credo...
Grazie per l'immeritata stima di cui mi si onora.
Comunque dal canto mio ho appena finito
L'uomo in rivolta di Albert Camus.
Leggetelo.
Potrete essere d'accordo in tutto o in parte con le tesi esposte, ma leggetelo.
Per quanto mi riguarda lo trovo un testo che, depurato di qualche posizione un po' datata e di qualche ingenuità interpretativa (se mi è permesso dirlo; comunque pochissime) conserva una forza a tutto campo, la cui profondità è stato sin troppo facile, negli ultimi decenni, ignorare.
Non è questione di un "messaggio", ma di un ragionamento ampio e complessivo (talvolta giusto un po' ripetitivo, in alcuni capitoli centrali; ma va pure considerato il contesto intellettuale in cui scriveva, in buona parte schierato su posizioni diverse) sulla "rivolta", ovvero sulla risposta di un uomo ad un sentimento di insofferenza per la propria od altrui condizione. Risposta che, come si vede, può avere molte vie; e investigare, storicamente e filosoficamente, queste vie, schiude considerazioni davvero attuali.
Sulla celebre polemica con Sartre: mi sono informato appena superficialmente, ma mi verrebbe da dire che si tratta di uno di quei casi in cui posizioni diverse con radici diverse e manifestazioni pubbliche di diverso tono, carattere, schieramento, hanno più in comune di quanto non possa sembrare ad occhio esterno. E che avrebbero potuto trarre dalle rispettive opere di che correggere gli errori e soprattutto le prese di posizione reciproche. Come deve essersi reso conto Sartre nel valutare complessivamente il suo rapporto con l'amico di un tempo al momento della tragica scomparsa di questo.