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Che libro c'è sul comodino?

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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1425: Mercoledì 19 Lug 2017, 21:04:08
    Sto leggendo Il cappello del prete di Emilio De Marchi, scritto verso la fine dell'ottocento e considerato uno dei primissimi esempi di romanzi polizieschi (o noir) in lingua italiana.
    « Ultima modifica: Mercoledì 19 Lug 2017, 21:04:31 da bacci88 »

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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1426: Giovedì 20 Lug 2017, 17:49:21
      BREVI INTERVISTE CON UOMINI SCHIFOSI - WALLACE
      Spunti banali per raccontare universi inesplorati, attimi di vita in cui è racchiuso il senso di un'intera esistenza.
      Approcciarsi a Wallace non è facile, un lessico ricercato, variegato alla stregua dei temi trattati; un tentativo ben riuscito e all'apparenza spontaneo di rendere parola una sensazione, colorare le immagini mentali e portare il lettore a vivere quell'esperienza.
      Come se Wallace avesse anticipato la realtà virtuale, si vive il racconto in soggettiva, anche se narrato in terza persona, anche se c'è un personaggio che parla di un altro personaggio, che non compare nel corpo del racconto.
      Si vivono velocità opposte, attimi dilatati in eterno e eternità rinchiuse in un secondo, in una destabilizzazione che porta a vertigini senza fine, a sentire il testo, senza più comprenderlo; perché il piano narrativo perde di significato, è la forza della parola, il suono, la dolcezza che sono certa si perde in parte nella pur perfetta traduzione.
      C'è un racconto fra i tanti intensi e taglienti che penetra nelle corde dell'animo e vi si attorciglia fino a stritolarlo: parla di un padre che sta morendo, il suo punto di vista nei confronti del figlio, un figlio che gli ha rubato la moglie, l'ha cambiata e della sua sofferenza per questo, del suo odio, taciuto, celato, ma non del tutto, verso questo usurpatore; un complesso d'Edipo visto dagli occhi del padre invece che del figlio.
      Quell'attimo che strappa la vita sembra non concludersi, l'ansia, la voglia di giustizia, l'assurdità di un sentimento che non è poi così lontano dal comune sentire si condensa una matassa di emozioni che scavano in profondità toccando corde di cui il lettore ignorava l'esistenza.
      In un percorso che ricorda Joyce per la sperimentazione e per la ricerca di uno stile che frantumi gli schemi e li renda quasi incomprensibili ad una logica ferrea, il libro nel suo insieme lascia una sensazione di disagio psichico alla sua conclusione, un senso di disgusto verso se stessi, il mondo, l'umanità; quasi Wallace fosse riuscito, senza avvalersi mai di un qualsivoglia giudizio morale a far emergere il lato più meschino e primordiale di tutti noi, come se la corteccia frontale fosse bypassata e l'istinto si liberasse e divenisse capace di sentire le sensazioni raccontate e di guardarsi in uno specchio.
      Un'esperienza frammentata, che proietta la coscienza nel campo della meditazione più che della razionalità; è necessario fare uno sforzo per lasciarsi andare alle sensazioni, per guardare il singolo racconto, sentirlo e viverlo più che prenderne coscienza.
      Non è una lettura semplice, né rilassante, ma senza dubbio intensa ed elettrizzante, dopo averla fatta si può affermare di aver vissuto un'altra vita!

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      Andy98
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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1427: Venerdì 21 Lug 2017, 15:17:52
        Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana - Carlo Emilio Gadda

        Pilastro della letteratura italiana del XX secolo, il Pasticciaccio di Gadda è un eterogeneo impasto di situazioni, personaggi, luoghi e registri linguistici. Si prefigura come un giallo senza presunti colpevoli, in cui sussitono due casi, rispettivamente un furto di gioielli e un omicidio. E ad indagare su questi casi è il commissario Ingravallo, tratteggiato con assoluta originalità da Gadda sin dalle prime pagine, e una prova è la citazione che segue, importante per capire il senso del romanzo:

        "Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo."

        Da questo punto di vista, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana non appare solo come uno spaccato della Roma del periodo fascista, coi suoi luoghi comuni, le sue vie e i suoi più coloriti personaggi, ma è soprattutto un romanzo a tesi, intriso di una sottile sostanza filosofica: non esiste la quanto più lineare possibile causa che converge in un unico e nitido effetto, bensì per Gadda vi sono infinite cause, tra loro mescolate in un turbinio di effetti differenti, spesso difficili da seguire. E la sfida è presto lanciata: sta al lettore farsi strada, sia per scoprire i colpevoli, sia per comprendere il linguaggio (che è, non a caso, la parte più ardua del romanzo, ma estremamente appagante).

        A dimostrazione di entrambi gli aspetti, il romanzo si apre con la descrizione di Ingravallo e con la messa a fuoco dei coniugi Balducci e del 219 di Via Merulana. Dopodiché, diverso tempo a seguire, la contessa Teresa Menegazzi subisce un furto da parte di un giovane, comincia il groviglio di testimonianze alla ricerca di un colpevole, tra piste false e plausibili indizi: ed è solo il primo capitolo. E subito nel secondo capitolo Ingravallo riceve la notizia che la cara amica Liliana Balducci viene trovata sgozzata in casa sua, e i sospetti ricadono sul cugino Giuliano Valdarena: da qui in poi è tutto un fluire di personaggi, pensieri, testimonianze, alla ricerca di chi dica il vero e chi il falso, con due casi avvenuti nello stesso palazzo che ad un certo punto sembrano essere collegati, da un altra parte vengono reciprocamente abbandonati a favore dell'altro, tutto si ingarbuglia, al punto che al lettore resta solo da godere del plurilinguismo offerto da Gadda, poiché è già chiaro dalle prime pagine che non si riuscirà a scoprire il colpevole o i colpevoli di ambedue i casi.

        E quindi non si può che rimanere stupiti dall'incredibile impasto linguistico adoperato da Gadda per tratteggiare in modo sorprendente ed indimenticabile personaggi femminili come la Balducci, la Menegazzi, la Ines, la Zamira, la Lavinia o la Camilla, e i luoghi più degradati e comuni di Roma, lasciando che la parola, anche la più banale possibile, ingarbugliata ad altre acquisti un valore di esattezza e di liricità sorprendente, quasi l'autore fosse anche un regista in grado di cogliere il singolo particolare in una inquadratura. A condire il tutto, tantissima ironia, più che nella Cognizione, con strizzatine sottili e taglienti alternate a scene più emblematiche e soprattutto evidenti (la gallina che defeca sul carabiniere è probabilmente la gallina più celebre della storia della letteratura, e non solo italiana).

        La lettura è sicuramente lunga ed impegnativa, vuoi per seguire il filo della vicenda - Gadda, come nella Cognizione, spesso mostra che sia impossibile seguire un ordine lineare degli eventi, e allora si perde in alcune meticolose digressioni o precisazioni - vuoi per raccapezzarsi tra il dialetto romano, la terminologia tecnica o quella neologistica, però è estremamente appagante e godibile se, come subito Gadda ci invita a fare, ci si lascia travolgere dalla filosofia di Ingravallo e si rinuncia a tirare subito le fila tra una causa e il suo presunto effetto conseguente. Leggetelo sapendo quale sia il livello di concentrazione richiesto, anche solo per apprezzare perle come questa:

        "in dispregio no, è probabile anzi in onore, data l'etichetta gallinacea, del bravo sottufficiale, e con la più gran disinvoltura del mondo: un cioccolatinone verde intorcolato alla Borromini come i grumi di solfo colloide delle acque àlbule: e in vetta in vetta uno scaracchietto di calce, allo stato colloidale pure isso, una crema chiara, di latte pastorizzato pallido, come già allora usava."

        Il barocco gaddiano non perde mai la sua inesauribile carica innovativa e creativa, nemmeno a distanza di sessant'anni: questo è il periodo in cui uscì in volume Garzanti nel 1957, e ancora oggi non smette di essere attuale ed interessante. Come già dissi nella recensione dell'altro romanzo, dobbiamo essere fieri di aver avuto uno come Gadda a tenere alto il valore della nostra letteratura, anche perché le sue opere sono difficilmente traducibili in altre lingue, perdono almeno la metà della loro preziosità.

        --------

        Scusate se stavolta ho ricopiato una mia recensione, tuttavia a riguardo di questo romanzo non avrei saputo dire diversamente da come l'ho recensito altrove, e ci tenevo a condividere con voi il mio parere su questa perla della letteratura italiana.
        « Ultima modifica: Domenica 23 Lug 2017, 20:02:23 da Andy98 »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1428: Sabato 22 Lug 2017, 15:17:41
          Le città invisibili di Italo Calvino, il primo libro che non devo leggere per preparare esami da un anno a questa parte ::)
          Lo avevo comprato sia perché mi ha sempre affascinato la storia di Marco Polo e del suo Il Milione, sia perché Calvino è uno dei miei scrittori preferiti. Ho iniziato a leggerlo ieri e ha già iniziato a farmi sognare come il Kublai Khan ritratto nel libro.
          C'era invece sul comodino un ottimo esempio di letteratura di viaggio: Dove comincia l'Abruzzo. Due terranauti in autobus tra saperi e gusto di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri, i quali rispettabilissimi signori hanno viaggiato per una settimana in autobus, treno e con autostop per mezzo Abruzzo, raccogliendo una grande quantità di storie che da sole meriterebbero un libro per sé. Consigliatissimo  ;)
          « Ultima modifica: Sabato 22 Lug 2017, 15:19:01 da 16Pikappa5245 »
          Chi sa di aver già vinto, non combatte.
          Solo chi deve rovesciare la sorte, lotta fino all'ultimo!

          Un supereroe solitario e silenzioso!  Posso almeno fischiettare? (Magari la Marcia di Topolino?)

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1429: Sabato 22 Lug 2017, 20:30:21
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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1430: Martedì 25 Lug 2017, 11:07:06
              Bulgakov, La guardia bianca.

              Prima di questo, ho appena finito Buona Apocalisse a tutti (Good Omens) di Terry Pratchett e Neil Gaiman, che consiglio a tutti!

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1431: Martedì 25 Lug 2017, 17:58:24
                Il senso del dolore-L'inverno del commissario Ricciardi.
                Uno splendido giallo che riesce a immergere il lettore nelle atmosfere della Napoli anni 30.
                If you can dream it, you can do it.

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1432: Martedì 25 Lug 2017, 21:40:08
                  Bulgakov, La guardia bianca.

                  Prima di questo, ho appena finito Buona Apocalisse a tutti (Good Omens) di Terry Pratchett e Neil Gaiman, che consiglio a tutti!
                  Pratchett però va letto in inglese, eh!
                  Troppe le invenzioni linguistiche che in traduzione si perdono. Davvero troppe.

                  Oltre al fatto che il suo opus magnum, la saga di Discworld, è quasi tutta inedita in Italia (non solo, ma certamente anche per le difficoltà di rendere in italiano lo slang peculiarissimo dell'autore - non sono molti i "coraggiosi" che hanno [avuto] il coraggio di imbarcarsi in un'impresa del genere!).

                  Il senso del dolore-L'inverno del commissario Ricciardi.
                  Uno splendido giallo che riesce a immergere il lettore nelle atmosfere della Napoli anni 30.
                  Nel caso in cui non lo sapessi, ti segnalo che a ottobre uscirà il primo (di quattro, al momento previsti) adattamenti a fumetti di alcune delle storie commissario Ricciardi, per i tipi di Bonelli ;)
                  Con la supervisione di De Giovanni in persona.
                  « Ultima modifica: Martedì 25 Lug 2017, 21:44:28 da Solomon_Cranach »
                  « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                  È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                  MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                  ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                  »

                  J. Giraud

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1433: Martedì 25 Lug 2017, 21:45:48

                    Nel caso in cui non lo sapessi, ti segnalo che a ottobre uscirà il primo (di quattro, al momento previsti) adattamenti a fumetti di alcune delle storie commissario Ricciardi, per i tipi di Bonelli ;)
                    Con la supervisione di De Giovanni in persona.

                    Non lo sapevo, grazie dell'informazione!
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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1434: Mercoledì 26 Lug 2017, 00:18:24
                      Il sergente nella neve - Mario Rigoni Stern

                      Sarò breve questa volta, tuttavia devo necessariamente spendere un paio di righe per sottolineare l'umanità di questo resoconto, di questi frammenti di memorie scritti da Rigoni Stern relativamente alla disastrosa ritirata del 1943 in Russia.
                      Ho trovato inedita l'ambientazione dei ricordi rievocati dall'autore: la guerra c'è, ma se ne mette in luce l'aspetto più nascosto, e il lettore si trova davanti alla descrizione della vita nei capisaldi, di uomini che devono elemosinare un tetto o un patto, di uomini che tra loro si rispettano e si sostengono, di una sensazione di vacuità assoluta... e il tutto in uno stile così semplice ma al contempo purificato e chiaro: Rigoni Stern racconta la storia, lascia che la mano scorra per dare un nome ad ogni cosa, e ogni emozione è come se la rivivessimo anche noi accanto a lui.
                      A colpirmi ulteriormente, per l'appunto, è il linguaggio e lo stile che usa per dare voce ai fatti: mai stato amante dell'estremo virtuosismo, però trovo sorprendente, viste le mie letture di romanzi modernisti e di saggi tutt'altro che di banale e veloce lettura, come le parole di Rigoni Stern riescano addirittura a far dimenticare di quel bel linguaggio retorico e magniloquente ben costruito per suscitare interesse nel lettore... è come fare un viaggio e immaginare di perdersi con lui sotto la neve e i ghiacci della Russia, e patire con lui il dolore di un uomo, trovare una sensibilità e un'umanità che in un individualismo come quello a noi contemporaneo è sempre più difficile trovare... Resterà per me un mistero, ma sta di fatto che questo scrittore mi ha colpito con la sua umile testimonianza.

                      Spero di aver modo di apprezzare altre sue opere, ma al momento non saprei da che parte girarmi, non ha scritto poco... Provvederò in futuro, ma per ora il mio percorso con Rigoni Stern si ferma al Sergente, pronto ad essere continuato con altrettanto entusiasmo!
                      « Ultima modifica: Mercoledì 26 Lug 2017, 00:19:11 da Andy98 »

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1435: Mercoledì 26 Lug 2017, 15:34:19
                        Bulgakov, La guardia bianca.

                        Prima di questo, ho appena finito Buona Apocalisse a tutti (Good Omens) di Terry Pratchett e Neil Gaiman, che consiglio a tutti!

                        Per quanto riguarda Bulgakov, si tratta di un romanzo o di un racconto? Perdona la mia ignoranza!
                        Chi sa di aver già vinto, non combatte.
                        Solo chi deve rovesciare la sorte, lotta fino all'ultimo!

                        Un supereroe solitario e silenzioso!  Posso almeno fischiettare? (Magari la Marcia di Topolino?)

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1436: Mercoledì 26 Lug 2017, 15:42:26

                          Per quanto riguarda Bulgakov, si tratta di un romanzo o di un racconto? Perdona la mia ignoranza!

                          E' un romanzo, se non ricordo male, poco più di 400 pagine.

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                            Risposta #1437: Mercoledì 26 Lug 2017, 15:43:58

                            E' un romanzo, se non ricordo male, poco più di 400 pagine.

                            Benissimo, grazie mille per l'informazione!
                            Chi sa di aver già vinto, non combatte.
                            Solo chi deve rovesciare la sorte, lotta fino all'ultimo!

                            Un supereroe solitario e silenzioso!  Posso almeno fischiettare? (Magari la Marcia di Topolino?)

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                            PolliceSu
                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1438: Mercoledì 26 Lug 2017, 16:14:06
                              È un romanzo, sì, con anche una versione teatrale (non so se edita in Italia), I giorni dei Turbin, che pare fosse apprezzatissima da Stalin il quale se la vide quindici volte.

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1439: Mercoledì 26 Lug 2017, 16:26:12
                                È un romanzo, sì, con anche una versione teatrale (non so se edita in Italia), I giorni dei Turbin, che pare fosse apprezzatissima da Stalin il quale se la vide quindici volte.

                                Grazie mille per l'ulteriore conferma, sarà mia cura colmare questa lacuna bulgakoviana  ;)
                                Chi sa di aver già vinto, non combatte.
                                Solo chi deve rovesciare la sorte, lotta fino all'ultimo!

                                Un supereroe solitario e silenzioso!  Posso almeno fischiettare? (Magari la Marcia di Topolino?)

                                 

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