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Che libro c'è sul comodino?

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Solomon Cranach
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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1455: Sabato 19 Ago 2017, 21:57:10
    Vale per un po' tutti i generi di teatro.

    Chissà come dovevano essere le tragedie o le commedie greche, con tutto l'apparato scenico e coreografico che si portavano dietro... E purtroppo siamo costretti a leggerle sui copioni.
    « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
    È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
    MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
    ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1456: Martedì 22 Ago 2017, 16:11:16
      Vale per un po' tutti i generi di teatro.

      Chissà come dovevano essere le tragedie o le commedie greche, con tutto l'apparato scenico e coreografico che si portavano dietro... E purtroppo siamo costretti a leggerle sui copioni.

      Più o meno come pretendere di conoscere Stairway to heaven leggendo il testo, e basta.

      Ogni forma d'arte è pensata per essere fruita in un certo modo, che è quello ottimale. L'opera teatrale va vista a teatro, il film cinematografico al cinema, il testo lirico va ascoltato con la musica, la scultura va vista dalla giusta angolatura in base a dove doveva essere posizionata... un bravo artista sa tener conto del mezzo di fruizione e lo usa al meglio; cambiando veicolo si perde inevitabilmente parte del lavoro.
      « Ultima modifica: Martedì 22 Ago 2017, 16:12:03 da Brigitta_McBridge »
      I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1457: Martedì 22 Ago 2017, 16:14:40
        Se posso dare un consiglio, per apprezzare Pirandello, andate a teatro.
        Io lo apprezzo soprattutto per i romanzi (che non nego essere un medium a me più congeniale)
        « Ultima modifica: Sabato 7 Ott 2017, 17:39:46 da Eli »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1458: Martedì 22 Ago 2017, 16:51:46
          Per quanto mi riguarda Il fu Mattia Pascal è assolutamente tra i miei romanzi preferiti. Lo stile di Pirandello per me è ancora molto moderno e accattivante, certamente più di uno Svevo che trovo quasi illeggibile per la pesantezza.
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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1459: Martedì 22 Ago 2017, 18:27:45
            Per quanto mi riguarda Il fu Mattia Pascal è assolutamente tra i miei romanzi preferiti. Lo stile di Pirandello per me è ancora molto moderno e accattivante, certamente più di uno Svevo che trovo quasi illeggibile per la pesantezza.

            Vero. Svevo, nonostante l'italiano molto pesante, dovuto anche alla posizione in cui si trovava e agli studi da lui compiuti in gioventù, ha un po' quel problema di molti scrittori di inizio secolo: non si discostano pienamente da quel realismo ottocentesco a cui poi, gradualmente, cominciano ad opporsi. Allo stesso modo operavano Mann e la Woolf, per intenderci: le loro prime prove - faccio riferimento a Buddenbrook. Verfall einer Familie del primo e a The Voyage Out della seconda - risentivano comunque di questo gusto per la descrizione degli ambienti, dei personaggi e di quello che facevano, nonostante si intravedeva comunque quella sensibilità moderna che ha poi anche Svevo nel tratteggiare le confessioni di Zeno. Tuttavia, per l'appunto, metteteci la posizione critica, metteteci il fatto che il suo italiano era pesante, la lettura de La coscienza di Zeno, per quanto interessante, mi è risultata ostica da portare avanti per un buon numero di pagine (e i capitoli erano lunghissimi, gli ultimi addirittura di centinaia di pagine, ininterrotti!).
            Non so ancora se più avanti addentrarmi nella lettura degli altri due romanzi: sono più brevi del suo capolavoro, però se poi delle intenzioni così moderne vengono liquidate dallo stile... boh, preferisco di gran lunga un Carlo Emilio Gadda a loro due, e forse come interessi sono più vicino a Joyce o a Kafka che a Pirandello e Svevo, che comunque hanno saputo tenere alto il valore della letteratura italiana.

            P.S. Preciso che ho comunque a casa nella libreria sia La coscienza di Zeno sia Il Fu Mattia Pascal, quindi sono sempre a portata di ulteriori ripensamenti  ;)

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1460: Venerdì 25 Ago 2017, 12:34:45
              La Nausea - Jean-Paul Sartre

              Dirò ben poco a riguardo del famoso romanzo di Sartre, poiché è stata un'esperienza piuttosto "sconvolgente": le pagine in cui il protagonista, Antoine Roquentin, realizza progressivamente cosa siano l'esistenza e la libertà sono veramente belle, e indubbiamente Sartre è invidiabile per la sintassi e l'abilità con cui riesce a tratteggiare il più minimo particolare o la più recondita emozione, tuttavia forse il messaggio che ne deriva mi risulta troppo negativo.
              Mi rendo conto, comunque, che Sartre abbia esercitato una grandissima influenza sul secolo scorso, e considerato il clima in cui si viveva, non c'è da meravigliarsi se poi questo messaggio sia stato accettato e forse fatto proprio da altri.
              Merita di essere letto, non troppo impegnativo ma densissimo di pensieri e riflessioni.

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1461: Venerdì 1 Set 2017, 14:09:04
                Dopo aver finito di leggere l'intera saga di Harry Potter (che tra l'altro mi è piaciuta moltissimo..è incredibile quante cose ci siano nei libri e siano completamente omesse nei film, tanto che direi che non si può affermare di conoscere la storia se non si sono letti i libri), ho iniziato a leggere I monti pallidi. Leggende delle Dolomiti di C. F. Wolff, studioso che all'inizio del secolo scorso si è messo alla ricerca delle fiabe e delle leggende di queste splendide montagne, facendosele raccontare dai pastori e dalle persone del luogo.
                Ho scelto questo libro perchè amo la montagna, ma soprattutto trovo che le Dolomiti siano un luogo meraviglioso dove (e qui cito testualmente la fine della prima storia) chi ci ha passato qualche tempo, da un irresistibile fascino sarà sempre attratto a tornarvi.
                "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
                - Carlos Ruiz Zafón -

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1462: Sabato 2 Set 2017, 00:26:00
                  Cuore di Tenebra - Joseph Conrad

                  Poche riflessioni per un testo tanto denso quanto evocativo nel suo stile: Conrad è un maestro della prosa, nel fondere descrizioni e pensieri mantiene sempre il ritmo, l'onda, e arriva a travolgere duramente il lettore mettendolo davanti all'intrinseca meschinità dell'uomo, a quello che egli definisce il "cuore di tenebra", una metafora ancora oggi attuale per certe interpretazioni che si potrebbero fare circa la condizione umana (che, personalmente, non mi sento di condividere).

                  Consiglio vivamente di leggerlo, poiché essendo piuttosto breve (un centinaio di pagine) vi occuperà non troppo tempo, tuttavia sconsiglio una lettura svogliata e disattenta: se la "morale" di fondo che ricaverete sarà solo la sterile condanna di Conrad al colonialismo, allora non sarete riusciti a scoprire il "cuore di tenebra", e dovrete rileggerlo nuovamente, a distanza di tempo, per addentrarvi nuovamente nella ricerca.

                  Mi soprende, comunque, che la questione più recente su questo lungo racconto sia relativa alla presenza o meno di elementi razzisti: il nigeriano Achebe, importante esponente della letteratura africana, ha posto l'accento su un aspetto che probabilmente, per le ideologie dell'epoca, si poteva benissimo evitare di sottolineare. Che Conrad sia o meno razzista non posso dirlo, essendo la sua prima opera che leggo, tuttavia, se Cuore di Tenebra dovesse essere letto al solo scopo di scorgervi o meno dei razzismi di fondo, allora si potrebbe benissimo evitarne la lettura e passare oltre.
                  « Ultima modifica: Sabato 2 Set 2017, 00:29:37 da Andy98 »

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1463: Sabato 2 Set 2017, 01:51:57
                    La lettura di Cuore di tenebra mi prese al punto che lo lessi durante una notte di estate a bassa voce, "recitando" come se stessi impersonando Marlowe.

                    Spesso leggo a bassa voce quando sono particolarmente coinvolto, ma solo I Miserabili di Hugo mi fece un simile effetto (addirittura mi muovevo per la stanza come un ossesso, leggendo le riflessioni di Valjean come se le avessi scritte di mio pugno).
                    « Ultima modifica: Sabato 2 Set 2017, 01:53:19 da Solomon_Cranach »
                    « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                    È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                    MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                    ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                    »

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                    PolliceSu
                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1464: Sabato 2 Set 2017, 21:32:54
                      Dopo aver finito di leggere l'intera saga di Harry Potter (che tra l'altro mi è piaciuta moltissimo..
                      Purtroppo però gli ultimi due libri mostrano la corda... Tu come li giudicheresti "a caldo"?

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1465: Domenica 3 Set 2017, 12:35:49
                        Prima di Pirandello. [size=9](Che non riesco ancora a terminare)[/size]

                        Avevo letto Canne al vento di Grazia Deledda.
                        Una storia molto triste, che anche d'estate ti deprime parecchio.
                        E non è una bella cosa.
                        Non so [size=10](se)[/size] lo rileggerei.

                        A conti fatti forse si...
                        La vita è un gioco di energia in cui Tu non partecipi, ma devi lasciarti partecipare...

                        Vivi ogni momento come se fosse l'ultimo, muori e rinasci ad ogni istante, non pentirti di nulla, non sentirti in colpa per nulla, vivi totalmente senza guardare giù, senza guardarti in dietro.

                        *

                        Andy98
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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1466: Martedì 5 Set 2017, 13:55:23
                          Immagine e Coscienza - Jean-Paul Sartre

                          Altra grande opera di Sartre che tuttavia mi lascia perplesso per alcune derive piuttosto negative e a tratti pessimistiche.

                          Oggetto di questo testo, stavolta un saggio e non un romanzo, è il concetto di immagine, di cui Sartre offre un'interpretazione assolutamente interessante e a tratti anche illuminante: lo scopo primario è soprattutto quello di aiutare l'uomo a liberarsi della cosiddetta "illusione di immanenza", cioè l'idea secondo cui il soggetto, ponendo l'immagine di un oggetto, la confonda con l'oggetto stesso o pensi che tale oggetto sia rappresentato in questa immagine.

                          Ci sono diversi punti di interesse, soprattutto laddove Sartre esplora e descrive il segno, la caricatura, il sogno, l'opera d'arte, e si intravedono alla fine di queste analisi i concetti portanti del suo testo più rilevante, L'essere e il nulla: tuttavia, come appunto dicevo, sono perplesso dal suo "pessimismo estetico", soprattutto laddove afferma che nulla sia bello nella realtà.

                          In ogni caso, l'ostacolo maggiore può essere la scrittura: Sartre è molto più facile da leggere del rigoroso Merleau-Ponty, ma in ogni caso bisogna ingranare un attimo prima di poter assorbire facilmente la terminologia fenomenologica, piena di definizioni e stravolgimenti di concetti.

                          La lettura di Cuore di tenebra mi prese al punto che lo lessi durante una notte di estate a bassa voce, "recitando" come se stessi impersonando Marlowe.

                          Spesso leggo a bassa voce quando sono particolarmente coinvolto, ma solo I Miserabili di Hugo mi fece un simile effetto (addirittura mi muovevo per la stanza come un ossesso, leggendo le riflessioni di Valjean come se le avessi scritte di mio pugno).

                          Anche a me capita ogni tanto di essere talmente interessato alla lettura al punto da cominciare a leggere le righe senza rendermene conto: con Conrad, tuttavia, mi è successo solo su alcuni punti, diciamo che il vero punto di interesse e nodo di tutto quanto è nell'ultima parte, le altre due la preparano soltanto. In ogni caso, di gran lunga migliore de Il signore delle mosche, la cui morale è in fondo molto vicina a quella di Cuore di tenebra, solo che è espressa in modo assolutamente indigesto e per nulla stimolante. Ho brutti ricordi di quel romanzo, probabilmente il peggiore che abbia mai letto al momento, per fortuna che ho trovato un autore capace di esprimere la morale di Golding in termini più eleganti e affascinanti, e soprattutto coinvolgenti. Già non condivido questa visione a la "Homo homini lupus" di Hobbes, figuriamoci se non viene nemmeno espressa in modo interessante...

                          *

                          Andy98
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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1467: Mercoledì 6 Set 2017, 13:24:07
                            Per non fare un post troppo lungo, visto che volevo condividere con voi alcuni esempi di quest'ultima dilettevole e curiosa lettura, preferirei farne uno a parte: se questo non fosse consentito dal regolamento (che ho consultato ma su cui non ho trovato nulla a riguardo), allora provvederò personalmente a riportare questo intervento sul post precedente.

                            Fatta questa premessa, volevo spendere un paio di parole su un piccolo gioiellino che ho avuto il piacere di leggere ieri sera dopo il consueto ed estenuante allenamento: Esercizi di Stile di Raymond Queneau, un'opera talmente geniale che per comprenderla dovrebbe essere letta direttamente con a fianco anche il testo francese per chi lo capisse (io l'ho sbirciato ogni tanto ma sono a digiuno dai tempi delle medie).

                            Il punto focale non è tanto la trama, banale, quotidiana, priva di verve narrativa, quanto il modo in cui Queneau sceglie di raccontarla: non uno, bensì novantanove varianti differenti, giocando con le figure retoriche, i tecnicismi, i punti di vista sensoriali, i giochi fonetici... e così via.

                            Una lettura molto veloce, essendo i testi brevissimi e tradotti con estrema bravura dall'ottimo Umberto Eco (che su diversi punti, vista l'intraducibilità di alcuni Texticules, così spiritosamente denominati da Queneau stesso, è stato alle regole del gioco e li ha riscritti totalmente), ma decisamente stimolante, divertente ed edificante.

                            Opinione molto diffusa, che io stesso mi sento di condividere, è che la letteratura del XXI secolo sia estremamente banale, povera e priva di spunti originali: tale banalità non è tanto nelle situazioni, dato che si cerca il colpo di scena, l'evento inatteso, quanto nel modo in cui vengono raccontate, spesso c'è quasi un'assenza di ricerca stilistica, un voler raccontare in modo quasi tradizionale e privo di verve per paura di non avere il consenso sperato e di non vendere. Insomma: l'attenzione si è spostata sull'evento e non sulla forma con cui questi viene raccontato. Tuttavia Queneau ci vuole dare un grande insegnamento: la parola è piena di sfumature e potenzialità, deve solo trovare la sua forma per esprimersi pienamente e dare risalto all'oggetto, al personaggio o alla situazione che vuole rappresentare. L'invito è quello di una sperimentazione ardita, raffinata, un provare anche solo con brevissimi testi a cercare una via differente per dire la stessa cosa: cambiando punto di vista, utilizzando ampiamente la stessa figura retorica, componendo le parole, adoperando il campo semantico di un certo settore, facendo uso di uno solo dei sensi... questo testo è un manuale per tutti quegli scrittori che vogliono osare ma non hanno la forza di farlo per paura appunto di non ricevere un consenso. Ma se la letteratura si facesse esclusivamente sul consenso di chi legge, nessun testo che oggi è considerato capolavoro della letteratura o della saggistica sarebbe ritenuto tale: Platone ha consegnato la propria filosofia alla forma del dialogo, lo stesso Galileo l'ha adoperata per rendere più accessibili le proprie teorie, Gadda ha mescolato parecchi stili tra di loro in un originalissimo ed inimitabile Barocco, Joyce si è adattato alla situazione che doveva raccontare e ha fatto parodia dei vari registri linguistici, Petrarca ha composto il Canzoniere su un discreto numero di lemmi contro tutti quelli che avrebbe potuto utilizzare, Montale era sempre alla ricerca della parola adatta ad esprimere un certo concetto, Heidegger ha dovuto rifondare l'ontologia con una nuova terminologia... Queneau, insomma, non ha fatto altro che darci prova di questo: la sperimentazione non è fine a se stessa, bensì tende a dare la forma narrativa adatta ad esprimere un certo contesto.

                            Condivido giusto con voi tre sui novantanove "esercizi" per darvi un'idea della genialità di quest'uomo: il narratore scorge su di un pullman affolato due uomini, il primo con un lungo collo e un cappello strano che discute con un altro perché lo continua a spingere, dopodiché va a sedersi, e in seguito il narratore lo incontra nuovamente alla Gare Lazarre a discutere con un amico circa un bottone della sua giacca.
                            Questa la trama, questi tre dei vari modi con cui Queneau la racconta:

                            Comunicato stampa

                            Chi ha detto che il romanzo è morto? In questo nuovo e travolgente racconto l’autore, di cui i lettori ricorderanno l’avvincente «Le scarpe slacciate», fa rivivere con asciutto e toccante realismo dei personaggi a tutto tondo che si muovono in una vicenda di tesa drammaticità, sullo sfondo di lancinante pulsioni collettive. La trama ci parla di un eroe, allusivamente indicato come il Passeggero, che una mattina si imbatte in un enigmatico personaggio, a sua volta coinvolto in un duello mortale con uno sconosciuto. Nella allucinante scena finale, ritroviamo il misterioso personaggio dell’inizio che ascolta con assorta attenzione i consigli di un ambiguo esteta.
                            Un romanzo che è al tempo stesso di azione e di stranite atmosfere, una storia di terso e spietato vigore, un libro
                            che non vi lascierà dormire.


                            Olfattivo (Si racconta solo utilizzando gli odori)

                            In quell’Esse meridiano v’erano, oltre agli odori abituali, puzza d’abati, di defunti presunti, d’uova al burro, di ghiandaie, d’ascie, di pietre tombali, d’ali e di flatulenze e petonzoli, di pretonzoli, di sillabe e water closets, di bignami e colibrí, v’era un sentore di collo, giovane e scapicollo, un afrore di treccia, un untume di rogna, esalazioni di fogna e miasma d’asma, cosí che poco dopo, tra profumi d’issopo, passando alla stazione tra esalazioni d’icone, sentii l’odore estatico di un cosmetico eretico ed erratico, di un giovinastro emetico e di un bottone fetido, maleolente e insipido.

                            Geometrico (Da geomètra quale sono, non posso che apprezzarlo  ;D)

                            In un parallelepipedo, rettangolo generabile attraverso la linea retta d’equazione 84x + S = y, un omoide A che esibisca una calotta sferica attorniata da due sinusoidi, sopra una porzione cilindrica di lunghezza l > n, presenta un punto di contatto con un omoide triviale B. Dimostrare che questo punto di contatto è un punto di increspatura.
                            Se l’omoide A incontra un omoide omologo C, allora il punto di contatto è un disco di raggio r < l.
                            Determinare l’altezza h di questo punto di contatto in rapporto all’asse verticale dell’omoide A.


                            A tutti gli scrittori in erba consiglio vivamente di leggerseli e di provare a sperimentare un po' con qualcuno degli stili adoperati da Queneau o addirittura a scegliere le proprie regole (altri punti di vista, altri tecnicismi, lingue diverse, figure retoriche, foniche, giochi linguistici ecc...).
                            Penso che un futuro "contest" di scrittura ispirata a questi esercizi di Queneau non sia una cattiva idea, in fondo, si dovrebbe provare  ;)

                            --------
                            Preciso che non mi aspettavo che l'avrei finito in una sola sera e avrei fatto delle considerazioni il giorno dopo, quindi mi scuso ancora una volta per l'eventuale doppio post: se non  è accetto, provvederò a sistemarlo.
                            « Ultima modifica: Mercoledì 6 Set 2017, 21:28:08 da Andy98 »

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1468: Mercoledì 6 Set 2017, 22:23:19
                              It di Stephen King
                              sono arrivato a più di 400 pagine lette e, se devo essere sincero, mi sta seccando alla grande  :P

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1469: Giovedì 7 Set 2017, 15:02:24
                                Purtroppo però gli ultimi due libri mostrano la corda... Tu come li giudicheresti "a caldo"?

                                A me sono piaciuti proprio tanto..più il sesto del settimo..ma il settimo  mi piace perchè racconta tutta la storia di Silente..il sesto l'ho letto proprio tutto d'un fiato..è bellissimo non riuscivo a staccarmi :)
                                "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
                                - Carlos Ruiz Zafón -

                                 

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