Finito di leggere, qualche mia considerazione prima che qualche persona più esperta di me lo recensisca "per davvero".
A fine lettura lo giudico un buon numero, che si apre con una copertina tanto bella quanto ormai classica per questa testata.
Si parte con una inedita che, personalmente, mi ha deluso. Paperinik e i guai del para-guai (Pesce-Asaro) inizia abbastanza bene, con questo spunto iniziale che non si prende sul serio e da cui ci si aspetta qualche bella trovata. Sarà per i dialoghi che non mi sono affatto piaciuti, sarà per come la trama continua, ma questa storia mi ha lasciato deluso.
Si continua poi con tutte storie buone, tra cui in particolare Paperinik e il dopo elezioni (De Mojana-Mangiatordi), bella storia dai disegni perfetti che poteva essere sviluppata un po' meglio (personaggi come il sindaco dei cattivi o la ragazza che appare nell'ultima vignetta di pagina 111 meritavano di più), e Il matrimonio di Paperinik (Russo-Marabelli), dal soggetto davvero carino e molto "inedito".
Il picco tra le ristampe normali però si raggiunge con Paperinik e l'inganno silenzioso (Leoni-Leoni/Negrin), che ho avuto sfortunatamente l'opportunità di leggere solo ora, e che si presenta come una storia decisamente fantastica, tra le migliori del Paperinik ormai consolidato negli anni (e quindi, tra le migliori storie del Paperinik non PK e non di Martina). Una storia che, se dal punto di vista della trama è perfetta, lo è anche dal punto di vista grafico, con dei disegni davvero ottimi. 50 pagine che scorrono via benissimo, e che alzano di tantissimo la qualità del numero.
In conclusione, capitoletto della saga di Paperinik contro tutti (Salati-Gervasio), che in quelle 16 pagine sarebbe da giudicare quasi insufficiente, se non fosse per il tocco magico che Salati riesce a darci, tramite le didascalie che ricalcano i pensieri di Paperino, e una Paperina scritta da un punto di vista diverso e molto piacevole (elementi che porteranno poi Salati a scrivere il suo capolavoro).
Infine, come storia cult, Paperinik e il festival di Sanromolo (Sarda-Cavazzano) davvero ben scritta e ben disegnata, che alza la media delle ultime cult a cui ci hanno abituato (con l'unico problema che questa storia è dell'88, e ciò significa che, già fra pochi numeri, ci possiamo trovare storie degli anni 90 spacciate come cult).