Il quarto volume della ristampa organica del Fantomius di Marco Gervasio ci mette in pari con tutto quanto pubblicato finora su Topolino: siamo quindi di fronte alle storie più mature della serie, nel bene e nel male di questa definizione.
C'è da dire, comunque, che questa rilettura mi ha fatto apprezzare maggiormente l'evoluzione del progetto: per quanto continui a trovare più genuina la parte iniziale, dove la continuity consisteva in semplici strizzatine d'occhio e c'era l'effetto novità, nelle quattro storie qui raccolte l'autore riesce a consegnare un prodotto che nel complesso non annoia durante la lettura consecutiva, rivelando intrecci che, per quanto pecchino a volte di ingenuità, vengono presentati con un certo appeal.
Il vero problema dell'evoluzione di Fantomius, secondo me, sta nel suo non aver saputo variare in modo completamente efficace: lo schema iniziale con il "furto della settimana" era bello all'inizio, ma poi ha iniziato a mostrare la corda, e pur non eliminandolo nelle storie successive l'autore ha cercato di ridimensionarlo dando progressivamente più importanza alla "mitologia" della serie, legata tanto alla cronistoria del protagonista quanto agli allacci con il "canone" di Carl Barks e Don Rosa. Il passaggio però non è stato indolore, e anche se può essere interessante vedere esplorato il passato di Paperopoli in modo coerente con quanto detto da quegli autori (e sono sicuro che galvanizza una buona parte di nerd), renderlo il fulcro attorno al quale sviluppare le storie rischia di essere eccessivo, specie perché può far perdere di vista dettagli narrativi dei singoli episodi.
Gli anelli di Cagliostro e Il tesoro di Francis Drake sono così storie dall'intreccio di base interessante, ma inevitabilmente frenate nel loro sviluppo da alcune trovate figlie dello schema iniziale fatto di trucchi e doppi giochi o (nel secondo caso) dai piani del protagonista e dell'avversario di turno che scricchiolano e risultano forzati. Certo, poi si uniscono i puntini citando il Duca Pazzo di barksiana memoria e il Castello delle Tre Torri from Guido Martina, ma basta? L'atmosfera ne esce vincente - non solo e non tanto per questi riferimenti, quanto per l'ambientazione notturna e il fascino del personaggio - quindi la lettura scorre piacevolmente, ma la sceneggiatura sembra trascurare la credibilità di un paio di passaggi.
Non è un caso che Fantomius d'Egitto sia la migliore del lotto: forti riferimenti, ma più che altro alla mitologia del ladro gentiluomo, e una trama che più che al furto guarda ad una sorta di "missione" di Fantomius e Dolly Paprika, un'avventura a tutti gli effetti che è una ventata di novità.
Anche Il ladro e il miliardario potrebbe essere un'avventura interessante, non fosse per l'idea dei gemelli in contrapposizione (che mi entusiasma sempre poco, ma forse è un problema di percezione mio) e per il fatto che da uno scontro del genere mi sarei aspettato molto di più di un confronto tutto sommato all'acqua di rose che invece di usare Paperone come "avversario" utilizza proprio il gemello malvagio di Copernico. Il tutto si riduce ad un filmatino minaccioso verso Paperone e ad una retcon non da poco nell'ultima vignetta, che cambia in modo non indifferente un particolare di Paperinik il diabolico vendicatore a mio avviso togliendo buona parte del suo senso e del suo appeal a quella determinata scena.
Insomma, con l'attuale Fantomius resto in bilico: leggo voracemente le storie, che mostrano un'attenzione e una costruzione maggiore di tante altre che popolano il settimanale Disney, ma se mi fermo a riflettere scorgo sempre varie imperfezioni nella trama delle singole storie, laddove invece quella orizzontale risulta più curata.
Del resto anche l'intervista a inizio numero e l'albero genealogico dei Pitagorico indicano quanto sia ormai quello il centro di attenzione della serie, collegarsi con i vari rimandi donrosiani della storia di Paperopoli, e quindi forse va presa soprattutto come contenitore di queste istanze.
Due parole sui disegni, senza aggiungere nulla di nuovo al solito: lo stile di Gervasio resta quello noto, molto classico, capace di alternare vignette con personaggi piuttosto "vivi" ad altre dove invece risultano statici e poco integrati con l'ambiente, ma in grado anche di disegnare sfondi dettagliati.