La sempre sfavillante cover (pur con qualche leggera riserva sul becco) ad opera di maestoso Freccero apre ad un numero non eccelso ma che rappresenta comunque una buona lettura. A partire dall'inedita, Paperinik e la Sovraesposizione Multipiattaforma, che immagina il nostro eroe alle prese con la "febbre" da social network. La trama non è niente di che ma la sceneggiatura di Panini regge comunque per la durata della storia e si fa leggere, per quanto il finale risulti indubbiamente veloce e con un'idea piuttosto banale e assurda (la combriccola di geek che si radunano?!?). Buoni i disegni di Held. Come sempre, a seguire, un articolo che affronta il tema raccontato nella storia nuova: e accompagnati dalle sempre pregevoli illustrazioni di Faccini possiamo compiere un excursus piuttosto interessante tra le varie piattaforme digitale di aggregazione.
Delle storie ristampate, sicuramente merita la citazione Paperinik e il Nemico Numero Uno (Concina/Chiercini), che si merita addirittura una paginetta introduttiva per spiegare la natura delle storie a bivi disneyane, ideate proprio da Bruno Concina stesso. Pur non essendo io un amante di questa tecnica narrativa, mi piace di quando in quando ritrovarmi a "giocarci", e anche stavolta devo dire di aver apprezzato l'inclusione di questa avventura nel mensile. Qualitativamente, comunque, le due storie migliori del numero sono sicuramente Paperinik e il Futuro Imperfetto, del mitico duo Leoni/Negrin, che gode dei sempre meravigliosi disegni di Lucio Leoni e ha una trama forte e avvincente come ossatura, e Paperinik e le Cattive Azioni (Sarda/Migheli), che ci mostra un Paperinik che, come agli inizi, agisce per aiutare il suo alter ego a stare un po' meglio.
A proposito delle origini, come sempre fiore all'occhiello dell'albo è la storia cult: introdotta dall'attento articolo di Grrodon, che mette in luce continuità, discontinuità ed evoluzioni rispetto alle precedenti avventure del papero mascherato, Paperinik e il Castello delle Tre Torri è una storia che mi è sempre piaciuta molto, qui Martina sembra trovare una sorta di equilibrio tra il vendicatore delle primissime avventure con l'eroe cittadino che diventerà in futuro, e la crasi rende il personaggio decisamente completo e sfaccettato, così che è ancora più facile affezionarvisi. De Vita è ancora lontano dai fasti che toccherà in futuro, e si nota che il suo stile è in evoluzione rispetto alle storie precedenti, ad ogni modo qui è già apprezzabile.