Terzo numero del “progetto/esperimento/recupero” di
Ridi Paperoga.
Si continua sulla falsariga dei due spillati precedenti e sull’escamotage del tema del numero già in vigore ai tempi di
Ridi Topolino, che include sia la rubrica principale che la storia inedita.
Questo mese si tratta della gentilezza: se in tal senso
Gambadilegno in: leggete questa storia per favore (ma non sentitevi obbligati) risulta la più debole delle storie scritte per la testata, con un svolgimento sì surreale ma non così comico, il cosiddetto
Temone funziona nella sua follia. Le assurde traduzioni in presunta “forma gentile” di alcune frasi riscoprono tutto il nonsense del
Faraci dei tempi d’oro e del
Sio attuale, e così anche l’immancabile test per scoprire che tipo di persona gentile sei.
Oltre a questo filo rosso, risultano divertenti le curiosità dal mondo, in cui davvero gli autori hanno fatto entrare la qualunque con effetti comici assicurati, ma soprattutto la rubrica in cui si finge di ricostruire la trama di alcune vecchie storie Disney partendo dalla vignetta finale. Inutile dire che gli esiti sono devastanti, e denotano una certa fantasia malata che ha dell’ammirevole
Carina, anche se non proprio in linea con lo spirito puramente umoristico del prodotto, la storia in ristampa
Paperoga e il vicino misterioso, e anche le due
one-pages Re di pasticci non sono tra le migliori della serie.
Come si può notare, comunque, è ancora
Enrico Faccini a fare da
trait d’union al numero (è lui il disegnatore della storia inedita), così come nel primo: se tanto mi dà tanto, nel prossimo dovrebbe tornare in scena Silvia Ziche, quindi.
Sio furoreggia, infine, nelle due pagine di fumettino finale, ancora una volta attribuito in modo fittizio a Paperoga stesso:
Gumbo Gorilla nemico degli insetti è geniale e meriterebbe molto ma molto più spazio.
Insomma, arrivati al terzo numero si può concludere che
Ridi Paperoga mantiene ciò che promette: nonsense, divertimento leggero e folle, non per tutti i palati ma che non subisce dirottamenti rispetto ai propri obiettivi. Nel complesso mi appare come meno riuscito di
Ridi Topolino, ma forse sono semplicemente io ad essere cambiato in questi vent’anni e a non ritrovarmi più al 100% (pur riuscendo ancora ad apprezzarlo in buona parte) in questo tipo di umorismo.