E cronologica fu.
Da tempo ci si chiedeva come mai nessuno avesse ancora pensato di pubblicare una cronologica prestigiosa allegata ad un quotidiano, ammortizzando così i costi, riducendo i rischi e facendo felici un po’ tutti quanti.
Ad onoro del vero il ragionamento era stato proposto nella speranza di veder arrivare, dopo le ripetutissime richieste, una cronologica di Floyd Gottfredson di cui certo si sarebbe sentito maggior bisogno vista anche la travagliata vita editoriale dell’opera del Maestro dello Utah. In molti di fatto si aspettavano che sfruttando l’ottantenario del personaggio di Topolino qualche anima pia decidesse di attingere da fonti illustri (come gli inserti del Messaggero o le Traverso) per abbinare l’epopea a strisce a un quotidiano. Invece, probabilmente a causa dei numerosi
flop di iniziative con il nome del topo in brachette rosse, si è puntato su un altro Maestro disneyano, Carl Barks, sfruttando l’enorme visibilità data al sessantenario del suo personaggio più celebre, Paperon de’ Paperone, grazie ad iniziative come
Tutti i Milioni,
La Grande Caccia alla Numero Uno (vabbè…),
Un Altro Natale sul Monte Orso e la rivisitazione del mitico
Vita & Dollari di Paperon de’ Paperoni.
Gottfredson sarebbe stato preferibile, è vero, anche perché Barks bene o male non è di difficile reperibilità, ma in un periodo grigio come quello attuale si deve solo ringraziare che nessuno abbia ostacolato chiunque abbia avuto la sanissima idea di proporre al grande pubblico l’opera omnia dell’Uomo dei Paperi, sperano che questa possa riscuotere un discreto successo facendo da apripista ad un’analoga operazione in chiave gottfredsoniana.
Non tutti però sono stati entusiasti di come sia stato pianificato il tutto. Il titolo è blutto, l’ordine cronologico c’è ma è spezzettato, e le storie non sono in ordine cronologico nell’ambito dello stesso volume, e le copertine sono blutte e tradiscono lo spirito barksiano… e chissefrega. Questi che alcuni considerano difetti, anche se piccoli, non sono altro che cose che sarebbero potute essere migliori ma che comunque in sé non fanno male a nessuno. Provino i criticoni a cercare di svendere un prodotto così elitario al grande pubblico, cercando di farlo risultare il più possibile appetibile senza tuttavia scontentare i filologi più accaniti: per me questo è un grande lavoro e non a caso dietro ci sono le menti di Boschi, Becattini e Cannatella, curatori del fu Zio Paperone e che si sono fatti un quattro per fare contenti tutti e che sono riusciti a garantirci tutto Barks. Non tutto-ma-non-proprio, manca-un-po’-al-tutto, tutto-così-così, ma TUTTO Barks, con lunghe, brevi, autoconclusive, text only, copertine, olii, liste della spesa. Scusate se è poco.
La Grande Dinastia dei Paperi 11950 Il 1950 è un’annata ricca di capolavori per l’Uomo dei Paperi, che cresceranno con ritmo impressionante a partire dalla fine dell’annata seguente. Da segnalare specialmente per pietre miliari come
The Magic Hourglass,
“Big-top Bedlam” e
“Dangerous Disguise” l’anno si apre con
La Cimice Tuff-Tuff per concludersi col botto con le succitate
Spie Atomiche.
Paperino e il Sentiero dell’Unicorno (
Donald Duck in “Trail of the Unicorn”): il lungo connubio tra Barks e la mitologia ha inizio con questa avventura di 24 tavole, che con maestria (Sì, Zio Paperone…) catapulta Paperino e nipotame dalla loro placida esistenza quotidiana nell’avventura più sfrenata grazie a un Paperone che, a tre anni dalla sua creazione, è ancora in bilico tra mero pretesto per trame avventurose e personaggio effettivo.
Siamo ancora lontani dalla razionalizzazione del mito, che in futuro raggiungerà il culmine in storie come
Il Vello d’Oro o
Il Valhalla Cosmico, ma già ci sono delle premesse che portano la trama su binari assai realistici e pratici. Per ora tuttavia, la ricerca non è altro che una cornice alla classica ma pur sempre gustosa storiella di Barks basta sul contrappasso
Chi la fa, l’aspetti.
Paperino e la Cimice Tuff-Tuff (
Donald Duck): breve commediola di famiglia, ma estremamente gustosa, in cui Barks sbizzarrisce la propria vena creativa, sia narrativamente che graficamente con visionarie deformazioni che probabilmente influenzeranno lo spirito giocosamente pazzerellone di Bottaro, che hanno dopo realizzerà un simpaticissimo
midquel della storia,
La Vera Storia della Cimice Tuff-Tuff.
Paperino e la Sposa Persiana (
Donald Duck in “Ancient Persia”): stupendume condensato in 24 tavole. Con un
incipit concettualmente simile a quella
Spie Atomiche che da qui a poco uscirà dalla matita del Maestro, s’innesca una storia davvero inquietante, con atmosfere assai indianajonsiane che senza rinunciare all’immancabile umorismo (il sosia di Paperino al posto sbagliato nel momento sbagliato) creano un mix impeccabile grazie anche alla pazzia del
villain che scatena una serie di eventi davvero da brivido. Ottima, e siamo ancora lontani dalla vera Avventura barksiana.
Paperino Sciatore (
Donald Duck): simpatica ten pages (gravemente esilarante il
Abbasso Paperopoli! della spia), dimostra come si possano sempre costruire storie efficaci anche su
clichè ricalcatissimi, quando si ha qualcosa da dire e la voglia di fare.
Paperino nel Paese dei Totem (
Donald Duck in “Land of the Totem Poles”): pressoché identica a
La Città dai Tetti d’Oro (in cui lo scontro generazionale si acuisce, coinvolgendo anche Scrooge), presenta un Herman imparentato non solo con la simile creatura di
Salesman Donald, ma soprattutto con il memorabile Signor Bunz che Scarpa ideerà per
L’Uomo di Ula-Ula. Il tema portante è tuttavia quello del
self-made-man, alquanto caro a Barks che lo userà sempre con dissacrante ironia senza mai sbilanciarsi nel didascalismo donrosiano, ed anzi puntando alle differenze tra i savi nipotini e l’autodistruttivo Donald.
Paperino e il Pappagallo Contante (
Donald Duck and “The Pixilated Parrot”): grazie ad un bizzarro pennuto (parente dell’altrettanto disastroso di quel
Tipetto da sballo di nome Joe! di
Paperino e il Pappagallo), il ruolo di Paperone come personaggio effettivo si fa sempre più vistoso. E se il personaggio cresce, urge trovargli degli antagonisti: ecco quindi la seconda versione
ante litteram (dopo quella di
Maschera Nera) della Banda Bassotti, che verrà ufficializzata nel 1951.
I Tre Paperini e Nonna Papera (
Donald’s Grandma Duck): ritorna nella produzione barksiana Nonna Papera, modellata da Al Taliaferro sulla suocera Donnie M. Wheaton, dopo l’insolita versione, parecchio distante dal modello originario, in
Donald’s Best Christmas e dopo quella già più ben definita di
Paperino Musicista. La storia non è stata scritta da Barks ed è la seconda, dopo
The Ridde of the Red Hat (1945), in cui non appare Paperino, sebbene sia nominato diverse volte.