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La Grande Dinastia dei Paperi - 1953

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    La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
    Sabato 1 Mar 2008, 10:58:01
    Non avevo realizzato che questo numero potesse essere ancor migliore di quello di due settimane fa. Se in quel numero si trattava del Maragià di Verdestan e della Disfida dei Dollari, questo sesto volume butta in campo "La stella del Polo" (da cui il titolo), "La filosofia flippista" (e qui siamo nell'estasi delle ten pages), "Zio Paperone e la Banda Bassotti" (con la prima versione della Numero Uno), "Paperino e il pesce (d'oro) d'aprile" (quella in cui ZP regala a Paperino la sua.. fortuna) e  tutta una serie di gag page che hanno reso un mito il personaggio di Zio Paperone. Ah, c'è anche "La cassa di rafano", una signora storia che paga il volume in cui è finita.
    La copertina, sempre meno a tema (ma tanto, ormai, abbiamo capito), vede QQQ spadaccini, probabilmente tratti dalla Congiura dei Sozzi.

    Indice:
    - La febbre dell'oro... e dell'amore (Boschi);
    - Zio Paperone e la stella del Polo;
    - Paperino e il pesce (d'oro) d'aprile;
    - Zio Paperone... al semaforo rosso;
    - Paperino e l'arcobaleno;
    - Una scala.. economica;
    - Bisogna saper perdere;
    - Paperino e il cenone di natale;
    - Paperino e la filosofia flippista;
    - Paperino postelegrafonico;
    - Paperino gran maresciallo;
    - Paperino alla televisione;
    - Paperino e l'esca diabolica;
    - Dove finisce l'arcobaleno?;
    - Dar da mangiare...
    - Zio Paperone e la cassa di rafano;
    - Zio Paperone  e la Banda Bassotti;
    - Due basette molto care;
    - Prove & inediti (Becattini, Boschi);
    - La Banda Bassotti

    Il migliore, per me, finora!
    "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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      Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
      Risposta #1: Sabato 1 Mar 2008, 14:25:44
      wow me ne mancano un bordello di queste storie,nn vedo l ora di averlo ;)

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        Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
        Risposta #2: Sabato 1 Mar 2008, 22:45:44
        "La filosofia flippista" e' qualcosa di assolutamente delizioso.
        "Testa e' ????, croce e' gita! Il flippismo ti cambia la vita!" Come era la battuta?
        I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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          Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
          Risposta #3: Sabato 1 Mar 2008, 22:51:57
          Testa è cine, croce è gita! Il Flippismo t'allieta la vita! Olè!
          No man commanded Jean Louise.
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            Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
            Risposta #4: Domenica 2 Mar 2008, 18:54:35
            Paperino e il cenone di natale;

            E' quella in cui Paperino si traveste da affarista per scroccare una cena a Paperone, e poi al ristorante nessuno dei due vuol pagare?
            Se è quella, è davvero esilarante, per me più di quella del Flippismo.
            Marco Travaglini


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              Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
              Risposta #5: Domenica 2 Mar 2008, 18:57:17
              Si, è quella.
              :)
              E per me è sotto, un bel po' al di sotto, della filosofia flippista

              Ciao.
              "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

                Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                Risposta #6: Domenica 2 Mar 2008, 19:16:55
                bel numerop davvero! ricordo l'ultima vignetta derlla "filosofia filippistica" in cui qui quo e qua camminano a braccetto con le nipoti di paperina e paperino con paperina.,e i tre dicono che il fdilippismo non e' tanto male.....ma quella vignetta e' bella per la faccia stressata di paperino,che fa' sempre ridere! ;D
                A ME PIACE TUFFARMI NEL DENARO COME UN PESCE BALENO!E SCAVARCI GALLERIE COME UNA TALPA!E GETTARMELO IN TESTA COME UNA DOCCIA!

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                  Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                  Risposta #7: Lunedì 3 Mar 2008, 08:47:01
                  bel numerop davvero! ricordo l'ultima vignetta derlla "filosofia filippistica" in cui qui quo e qua camminano a braccetto con le nipoti di paperina e paperino con paperina.,e i tre dicono che il fdilippismo non e' tanto male.....ma quella vignetta e' bella per la faccia stressata di paperino,che fa' sempre ridere! ;D
                  È interessante vedere come i rapporto tra QQQ ed EEE si sia poi involuto in un certo fastidio provato dai tre paperini verso le loro controparti femminili, soprattutto nelle storie in cui le tre Giovani Marmotte venivano ripetutamente umiliate dall'inventiva delle nipoti di Paperina. Ma anche nella storia barksiana precedente dell'"Amuleto elettronico" QQQ inorridivano all'idea di far da cavalieri serventi a delle bambine.
                  "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

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                  Brigitta MacBridge
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                    Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                    Risposta #8: Lunedì 3 Mar 2008, 09:38:49
                    È interessante vedere come i rapporto tra QQQ ed EEE si sia poi involuto in un certo fastidio provato dai tre paperini verso le loro controparti femminili, soprattutto nelle storie in cui le tre Giovani Marmotte venivano ripetutamente umiliate dall'inventiva delle nipoti di Paperina. Ma anche nella storia barksiana precedente dell'"Amuleto elettronico" QQQ inorridivano all'idea di far da cavalieri serventi a delle bambine.
                    Beh, l'atteggiamento per cui i maschietti starebbero alla larga dalle ragazze è abbastanza un classico, sia nella realtà che - soprattutto - nel mondo dei fumetti (si pensi a Calvin e Hobbes e al club G.R.O.S.S (Get Rid Of Slimy girlS)
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                      Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                      Risposta #9: Lunedì 3 Mar 2008, 17:04:32
                      proprio ora ho in mano il numero e devo dire che e' davvero bello! con storie memorabili come la stella del polo e la cassa di rafano con i rifrerimenti a hugh de paperoni.
                      A ME PIACE TUFFARMI NEL DENARO COME UN PESCE BALENO!E SCAVARCI GALLERIE COME UNA TALPA!E GETTARMELO IN TESTA COME UNA DOCCIA!

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                        Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                        Risposta #10: Lunedì 3 Mar 2008, 20:08:10
                        La Grande Dinastia dei Paperi 6



                        1953

                        Ottima annata, che oltre ad offrire ten pages memorabili è ricca di capolavori tra cui spiccano La Stella del Polo, Lo Skirillione e La Dollarallergia. Tra l’altro il ’53 segna l’inizio della collaborazione tra Barks e Garè, che aiuterà sempre quello che nell’anno seguente sarà suo marito negli sfondi e nelle chine fornendogli un grande apporto creativo e non.
                        Zio Paperone e la Stella del Polo (Uncle Scrooge in “Back to the Klondike”): una storia che farà la storia, segnando per sempre anche i Dinsey Italiani: se infatti Martina coglie il Paperone avido e crudele delle prime apparizioni, Romano Scarpa si farà portavoce del personaggio di Back to the Klondike, un personaggi indubbiamente più complesso ed affascinante che in Italia debutta in storie come La Leggenda dello Scozzese Volante. E persino in tempi recenti sarà citata anche nelle serie più all’avanguardia, che apparentemente (ma solo apparentemente) si discostano dalla Tradizione: basti pensare al breve riferimento contenuto ne La Notte Più Buia (PKNA #13).
                        La Stella del Polo è fondamentale anche dal punto di vista biografico: introdotto definitivamente il Klondike, che d’ora in poi sarà sempre legato allo Zione e, in secondo luogo, Doretta Doremì, che sarà meglio descritta da Don Rosa nella Saga, ne L’Ultima Slitta Per Dawson, Cuori nello Yukon, Qualcosa di Veramente Speciale, Il Sogno di Una Vita e La Prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca. In questa prima apparizione Doretta da al lettore la possibilità di ammirare il cuore d’oro di Paperone, che volutamente cede una fortuna alla vecchia fiamma cercando tuttavia di non far sembrare la cosa accidentale.
                        Ne La Stella del Polo Paperone appare particolarmente crudele e si spinge anche ad atti d’illegalità (prontamente censurati all’epoca della prima pubblicazione) per poi dimostrarsi un duro dal cuore tenero. Questo colpo di scena finale conclude una storia che contiene una grande varietà di temi, in cui non mancano gustose gag (le varie smemorataggini sono a dir poco spassose) e che conferma ancora una volta l’incommensurabile genio dell’Uomo dei Paperi, unito ad un invidiabile estro creativo.
                        Paperino e il Pesce (d’Oro) d’Aprile (Uncle Scrooge in “Somethin’ Fishy Here”): cinque tavole di umorismo brillante e sfrenato, in cui un Paperone assai ingenuo abbocca ad un innocuo scherzo di Paperino con conseguenze disastrosamente comiche. Un sintetico ma riuscito esercizio di stile.
                        Paperino e l’Arcobaleno (Donald Duck): accettando per assurdo l’idea che si possa davvero arrivare alla fine dell’arcobaleno (che, proprio come nell’autoconclusiva Zio Paperone – Dove Finisce l’Arcobaleno? (Uncle Scrooge) termina su quella gigantesca pentola d’oro che è il Money Bin, sul quale per la prima volta campeggia il gigantesco simbolo del dollaro), Barks costruisce una breve (poi modello per la donrosiana Zio Paperone: Due Nipoti, Nessun Profitto) in cui Paperone mette alla prova i propri nipoti per stabilire l’erede della sua incommensurabile fortuna. Risulteranno vincitori i nipotini grazie a quella onesta e anche un po’ ingenua saggezza che ben coniuga l’aspetto responsabile e quello scapestrato dei tre ragazzini.
                        Paperino e il Cenone di Natale (Donald Duck): ten pages a cui manca davvero poco per raggiungere i livelli di eccellenza dell’Amuleto del Cugino Gastone e della Filosofia Flippista. Non a caso il tema portante è quello della festività, in cui Barks riesce sempre a dare il meglio di sé. Dissacrante il frenetico Paperino i cui propositi sono totalmente avulsi da un qualsiasi barlume di spirito natalizio ed anzi incentrati sul lato consumistico e tradizionale ben rappresentati dall’asettica lista cui il Papero si affida. Ed altrettanto dissacrante il travestimento per scroccare un cenone alla vecchia Tuba che a sua volta se ne frega altamente del Natale e se ne sta solo soletto a contar denaro e che, una volta scoperta la verità, con un atto di colossale spacconeria (che ricorda molto quello analogo di Paperino e la Scavatrice) spende e spande per farla pagare a quel nipote che ha fatto di tutto per non dover pagare nove dollari e pochi spiccioli. Adorabile.
                        Paperino e la Filosofia Flippista (Donald Duck): ed eccola qua, la breve per eccellenza. Quella perfetta, quel gioiellino simmetrico regolato dalle più paradossali leggi del contrappasso. Che con beffarda ironia inizieranno a portare Donald da colui che l’aveva gabbato e che solo per sommo volere del Fato non conducono il Papero a destinazione ma lo fanno incappare in una Daisy con tanto di nipotine al loro esordio che lo distrarranno dai propositi professoricidi. Piccolo grande capolavoro che Barks utilizza come taglientissima arma a doppio taglio per fare una critica sociale che colpisce sia i creduloni che gli approfittatori della brava gente.
                        Paperino Postelegrafonico (Donald Duck): un Balto disneyano in dieci pagine. Il senso del dovere la fa da padrone, quel sano principio che permea la figura di un pomposo Paperino finché il tarlo della gelosia lo svia e lo fa desistere dallo stringere i denti di fronte al duro lavoro, al gelo, alla fatica e all’ingratitudine. E sebbene il Papero si ravveda verso il finale si dimostra subito arrendevole e viene severamente escluso dall’happy end che invece coinvolge tutti gli altri personaggi della vicenda. Una inflessibile e superba lezione di vita stemperata da toni comici.
                        Paperino Gran Maresciallo (Donald Duck): sfida di colpi bassi tra Paperino e Gastone che bersagliano i bimbi che invece dovrebbero aiutare. La punizione per finale è inevitabile, anche se non tange Gastone, non animato dalla chimera della gloria e dalla gelosia come il cugino vestito alla marinara.
                        Paperino alla Televisione (Donald Duck): satira attuale sui farlocchi quiz televisivi e sull’arricchimento facile, miraggio cui Paperino anela così intensamente da sottoporsi a prove di inaudita insensatezza. Da notare anche l’ironia nei confronti dei media, esplicitata nei nomi dei giornali Morning Relash (“ripropinatura mattutina”) e Evening Warm-Over (“riscaldatura serale”)  efficacemente resi con “”Aria Fritta del Mattino” e (un po’ meno) con “Aria Riscaldata della Sera”.


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                          Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                          Risposta #11: Lunedì 3 Mar 2008, 20:08:19
                          Paperino e l’Esca Diabolica (Donald Duck): la scienza e la tecnologia possono essere assai pericolose se non utilizzate con parsimonia: è questo che insegna questa breve che riesce a nascondere in modo farsesco uno scenario apocalittico con un’umanità costretta alla fame.
                          Zio Paperone e la Cassa di Rafano (Uncle Scrooge): ottima lunga che introduce nel mondo disenyano il topos dei contratti con le scritte in piccolo, brillante tormentone che copre una ben più ampia e significativa morale sull’inganno. Colpi bassi e meschinità la fanno da padroni e non vengono perpetrati solo dall’antagonista Truffo de’ Arpagonis (talmente infame da buttare a mare il suo complice, senza la minima pietà e da fare un grave torto ai suoi salvatori!) ma anche, seppur in maniera innocente, dai nipotini che riescono a farla all’esperto Paperone. Un’avventura piacevole e leggera, non tra le migliori di Barks ma comunque particolarmente riuscita per alcune scene valide e per l’ambientazione che valorizza molto il tratto barksiano, soprattutto nelle vignette raffiguranti la tempesta.
                          Zio Paperone e la Banda Bassotti (Uncle Scrooge): prima apparizione della Numero Uno che sebbene sia ancora lontana dalla futura connotazione assume un ruolo fondamentale ai fini della trama. Una lettura rilassante ma compatta che presenta degli ottimi Beagle Boys.

                          Un buon numero, anche se fin troppo diluito dalle brevi e dalle autoconclusive che d'altro canto si stanno sempre più raffinando.
                          Interessante l’articolo Prove & Inediti.
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                            Risposta #12: Lunedì 3 Mar 2008, 20:13:23
                            ma nella storia paperino alla televisione,quando qui quo e qua rispondono alla domanda su un animale che vede al buoi e caccia topo,e rispondono gufo xche è sbagliata? il gufo vedi d notte e mangia topi

                            Non so se sia un errore o sia intenzionale x rimarcare la stupidità dei quiz televisivi :-?

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                              Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                              Risposta #13: Martedì 4 Mar 2008, 00:10:17
                              Si, è quella.
                              :)
                              E per me è sotto, un bel po' al di sotto, della filosofia flippista

                              Ciao.
                              Che devo dirti? Pur amandole entrambe, "Paperino e il cenone di Natale" è quella che mi ha sempre suscitato più risate.  :D
                              Marco Travaglini


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                                Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1953
                                Risposta #14: Martedì 4 Mar 2008, 00:35:07
                                Potrei spoilerare, per cui se non avete letto "Paperino e la filosofia flippista", fatelo a vostro rischio e pericolo.

                                "Paperino e il cenone di Natale" è quella che mi ha sempre suscitato più risate.  :D

                                La filosofia flippista è satira anni 50 verso i teleimbonitori, molti scienzati e qualche fanatico religioso. Probabilmente se Barks fosse vivo oggi farebbe una storia di questo tipo ironizzando su Scientology.
                                E, inoltre, è una storia in cui Paperino, più essere umano qui che in tutte le storie di Don Rosa, mostra il suo vero lato umano. Paperino ha bisogno di credere in qualcosa e, ovviamente lo fa ascoltando il primo imbonitore che trova sulla sua strada. Quando inizia a crederci segue stoicamente i dettami di quella religione finchè scopre che non fa il suo bene.
                                Solo la seconda parte della storia, quella che arriva dopo il giudice, è comica di per se. Non c'è più satira sociale ma solo esasperazione del concetto all'ennesima potenza.
                                Il finale lascia con l'amaro in bocca. Se Paperino avesse visto il verso giusto della moneta, cosa sarebbe successo?
                                Sarebbe diventato un adepto di questa religione, cosa che io credo, oppure si sarebbe fatto restituire il denaro?
                                "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

                                 

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