La Grande Dinastia dei Paperi 101955Buon volume, con due signore storie con un filo conduttore alquanto rilevante nella produzione barksiana (il Mito), ben amalgamate con un adeguato numero di autoconclusive, brevi e… medie, rappresentate da un paio di storie con 16 tavole. L’unico neo di questa uscita che completa così il primo quarto della cronologica è l’articolo sui personaggi che questa settimana tratta Amelia. Beh, non sarebbe stato assai più sensato attendere il
Mida’s Touch del 1961? Questa stranezza unita alla comparsata di Gambadilegno nel numero precedente fa temere che una volta terminato il proprio compito, questa sezione non scompaia in favore di altri articoli bensì continui ad occupare abusivamente lo spazio allungando il brodo.
Zio Paperone e la Pietra Filosofale (
Uncle Scrooge in “The Fabolous Philosopher’s Stone”): un po’ moscia a dispetto della fama di cui gode, questa storia che inaugura il ricco filone delle storie legate al Mito il quale aveva avuto qualche valente allenato ne
Il Sentiero dell’Unicorno. Una linearità eccessiva nella sceneggiatura la rende un po’ piatta nonostante rimanga in sé una validissima storia impreziosita da piccoli tocchi di classe come i continui scambi di convenevoli tra Materasso ed i Paperi. Validi i disegni, che illustrano con efficacia le svariate ambientazioni tra cui spicca la Sala del Trono di Minosse. In sostanza una buona prova per Barks in preparazione per altre storie della medesima tipologia ma decisamente più riuscite come
Il Vello d’Oro.
Paperino e la Lotta dei Rumori (
Donald Duck): davvero un gioiellino ammirevole questa
ten pages costruita con una geometria ed un ritmo invidiabili. A suon di gag semplici ma efficaci Barks costruisce una storia esilarante che evidenzia un lato della personalità di Paperino davvero umanissimo in un climax di situazioni comiche che raggiungerà l’apice nell’inevitabile e giusta punizione per la testa calda del papero vestito alla marinara.
Paperino e la Gara in Canoa (
Donald Duck): classica sfida tra Paperino e il fortunatissimo Gastone i cui colpi di fortuna sono direttamente proporzionali all’isterismo di un Donald così smanioso di surclassare il cugino da spingere i nipotini alla disonestà dimostrandosi impietoso con il loro scoiattolino. Sarà proprio lui, alla fine, a far trionfare il Papero dandogli comunque una lezione morale.
Paperino e le Assicurazioni (
Donald Duck): episodio del felice filone dei lavori di Paperino che per una volta non ci mostra un Donald con tendenze autodistruttive, bensì punta tutto su un umorismo sobrio che man mano si fa sempre più sfrenato e volutamente esagerato.
Paperino e la Gara del Ponte (
Donald Duck): cercando di intromettersi in una competizione tra Giovani Marmotte e Gioiette, qui al loro esordio, Paperino si dimostra particolarmente nocivo: la vittoria morale andrà comunque alle GM che sapranno fare un buon lavoro nonostante i pasticci dello zio e il gioco sporco della subdola e mascolina comandante della loro controparte femminile.
Paperino e il Toro Daltonico (
Donald Duck): divertente storiella dal sapore rurale (e non solo per l’improvvisata dalle parti di Nonna Papera) ricca di gag molto dinamiche.
Paperino e il Fucile a Bignè (
Donald Duck): utilizzando un gran numero di gag e dei ritmi cartooneschi, Barks ci illustra con una finezza ammirevole il proprio pensiero sulla caccia: dipingendo ironicamente come fallimentare l’invenzione del fucile a bignè che titola la storia e il cui proposito è quello di
cacciare, ovviamente! E’ stato costruito per scopi umanitari!, il Maestro ci insegna come la caccia come sport fine a sé stesso, e non come semplice metodo di approvvigionamento, sia del tutto inutile in quanto volta ad un vuoto e retorico sentimento vanaglorioso.
Zio Paperone e la Regina del Cotone (
Uncle Scrooge in The Great Steamboat Race): una delle succitate storie “medie”, questa avventura di sedici tavole, oltre a fornire importanti note biografiche del Papero più Ricco del Mondo, costituisce un piacevole intrattenimento permeato da un’ironia dissacrante e dal consueto senso del parallelismo barksiano. Graficamente parlando, alcune vignette presagiscono al raffinamento dello stile grafico che culminerà nello stile “minuto” degli anni Sessanta.
Da notare, infine, come la quadrupla del recupero della Regina del Cotone ricordi non poco quello dello Steamboat Willie in
Topolino e il Fiume del Tempo.
Zio Paperone e il Denaro a Palate (
Uncle Scrooge in “Richies, Richies, Everywhere!”): altra storia di sedici tavole in cui con una massiccia dose di umorismo Barks ci mostra nuovamente il suo concetto di ricchezza, esasperando quell’espediente che aveva utilizzato in
The Magic Hourglass.
Zio Paperone e il Vello d’Oro (
Uncle Scrooge in “The Golden Fleecing”): l’apoteosi del Mito nell’
epos dell’Uomo dei Paperi viene probabilmente raggiunto con questo capolavoro, in cui c’è un continuo gioco nell’alternare e fondere atmosfere cupe e sinistre dalle tinte fosche con situazioni surreali da commedia intrise di un umorismo sopra le righe ma comunque raffinato e sottile. Anche graficamente ci troviamo di fronte a qualcosa di straordinario, con disegni impeccabili che riescono a tratteggiare con perizia ed armonia le espressioni dei Paperi (fantastica l’aria sospettosa dei nipotini), le ambientazioni (che spaziano dalla Paperopoli suburbano alla Colchide, le cui architetture che spuntano dalla foschia sono semplicemente perfette) le Arpie, stupendamente brutte, e soprattutto il drago le cui fattezze strampalate eppure minacciose riflettono le peculiarietà di una storia che ha saputo unire dramma e commedia esaltate dal Mito che da un lato conferisce un certo tono serioso proprio in quanto Mito e che dall’altro risulta molto vicino al lettore grazie alla dissacrante rivisitazione dell’aedo Barks.