Si sa che ogni traduzione è un po' un tradimento dell'originale, non solo perché determinati giochi di parole in un'altra lingua non avrebbero più senso, ma anche a causa della scelta che il traduttore è per forza di cose chiamato a fare tra diversi sinonimi, o nella costruzione della frase. Ma che traducendo una storia, si snaturi il senso della vicenda così come era stata ideata dal suo autore, mi sembra inaccettabile.
Mi riferisco, in particolare, a "Paperino e la levigatrice automatica" ("Donald Duck - Rocks to Riches", in Walt Disney's Comics and Stories n. 241, dell'ottobre 1960) di Carl Barks, presente nel volume n. 22 della Dinastia dei Paperi del Corriere della Sera, collana che ristampa tutte le storie del grande Maestro apparse a suo tempo in Zio Paperone. Nell'ultima tavola della storia, lo zione ritorna in elicottero dai nipoti, che nel deserto sono in cerca di pietre rare, e riferendosi ad un sacco di grossi diamanti che in precedenza una macchina levigatrice di Paperino aveva ridotto a pietruzze, rivela loro che si è trattato solo di uno scherzo, in realtà non erano diamanti, ma fondi di bottiglia. Gioia di Paperino e Qui Quo Qua, che nel frattempo avevano trovato un favoloso tesoro, e pensavano che non avrebbero potuto tenerlo per loro, ma sarebbe dovuto servire a risarcire Zio Paperone dei diamanti rovinati.
Ebbene, incuriosito dal fatto che lo zione scenda dall'elicottero con in mano un altro sacco, che non ha significato nell'ambito della vicenda, ho controllato la storia originale nella Carl Barks Library in Color, e ho trovato la spiegazione all'inspiegabile secondo sacco. In effetti, Zio Paperone scendendo dall'elicottero non dice di aver voluto fare uno scherzo ai nipoti, ma che prima aveva preso per errore un sacco sbagliato, e di aver portato quindi ora quello di diamanti veri, per farli pulire dalla levigatrice.
A questo punto, sorge spontanea la domanda: perché Lidia Cannatella, che curò la traduzione delle storie apparse su Zio Paperone da quando fu edito direttamente dalla Disney, decise di sua iniziativa di cambiare il finale della storia, rendendolo diverso da come l'aveva concepito l'Uomo dei Paperi? Oltretutto, secondo inspiegabile sacco a parte, il finale italiano appare abbastanza fiacco, non capendosi perché una persona tanto pratica come il vecchio cilindro faccia un secondo viaggio in elicottero nel deserto solo per rivelare ai nipoti dello scherzo, quando avrebbe potuto dirglielo direttamente nella sua prima venuta. Il finale originale di Barks, invece, oltre che più logico, dando significato al secondo viaggio, risulta anche più efficace, perché lo zione prima ride pensando allo sbaglio fatto - non per il tiro birbone giocato ai nipoti - e di fronte alla loro grandissima allegria, che ignora dipendere dal ritrovamento del tesoro, conclude nell'ultima vignetta che non credeva che il suo errore li avrebbe tanto divertiti.
Mi sembra anche strano che il sempre puntuale Alberto Becattini, curatore dei commenti alle storie, e che pure in altre occasioni ha sottolineato qualche incongruità della versione italiana, non faccia invece alcun cenno a questo finale ingiustificatamente modificato.