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La Grande Dinastia dei Paperi - 1951

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Scrooge4
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    Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
    Risposta #15: Lunedì 11 Feb 2008, 16:59:25
    Un premio (la riconoscenza del forum) a chi individua la roccia dove si impesta Paperino su Google Maps o Earth... 8-) (Sempre che non sia stata distrutta da allora). Io è mezzora che giro per le montagne di San Jacinto inutilmente ;D
    Forse dico una sciocchezza, ma mi sembra di ricordare che la roccia non è effettivamente presente nell'incrocio che Berks rappresenta. Se ne parlava in Zio Paperone 30.

    Io devo aspettare ancora per avere tra le mani questo volume (maledetto il giorno che mi sono abbonato...).
    Ma "Paperino nel Tempo Che Fu" è e resterà sempre la mia storia a fumetti preferita in assoluto!
    La nostalgia e l'evocatività delle sue sequenze è straordinaria, profonda ed irripetibile. Per me il non plus ultra.
    Marco Travaglini


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      Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
      Risposta #16: Lunedì 11 Feb 2008, 20:05:15
      preso stamattina, alle sette ero ansimante dinnanzi all'edicola di paese, in mano una verdone da dieci. stasera me lo spolpo ma, dopo una rapida occhiata posso già eleggere Paperino nel tempo che fu come un capolavoro assoluto.

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      PORTAMANTELLO
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        Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
        Risposta #17: Lunedì 11 Feb 2008, 21:09:12
        La Grande Dinastia dei Paperi 3



        1951

        Numerone con i fiocchi e i controfiocchi, questo, che raccoglie quelle storie scritte da Carl Barks durante un periodo di depressione, eppure tanto cariche della vitalità trasmessa forse dall’autore dai ridenti panorami californiani. Non sembra affatto un Barks depresso, infatti, quello che realizza Paperino nel Tempo che Fu (Donald Duck in “Old California!”) che rientra certamente in quel privilegiato quanto misteriosamente infinito ventaglio delle storie migliori dell’autore. Addirittura The Complete Carl Barks la menziona come miglior storia di Barks in assoluto; e pur non riuscendo a ritenerla tale non per suo demerito ma per merito eccessivo di tanti altri capolavori, sicuramente stimo la storia come uno dei picchi qualitativi pi alti del Maestro dell’Oregon, la sua miglior storia senza lo zampino di Uncle Scrooge. Con un’insolita vena nostalgica (condita dalla consueta ironia che ci mostra spietate autostrade e stratagemmi metropolitani contro tori selvaggi) Barks inizia a dipingere i fasti della California che fu, facendo agire i suoi Paperi in una dimensione sì onirica ma mai tanto sentita e realistica, grazie anche ai disegni che, pur non presentando i comprimari umani di Dangerous Disguise e The Magic Hourglass in favore di una forma a metà tra l’umano e l’antropomorfo, curano in maniera attenta i dettagli come i paesaggi (per una volta non ispirati al National Geographic ma all’esperienza diretta), i vestiti, le architetture, le pettinature, gli accessori, i suppellettili, le anatomie, le espressioni e le differenzi razziali dei comprimari “ibridi” di cui sopra che si amalgamano in un riuscitissimo quadro composito carico di significato. E quando quel paesaggio sfuma in una mistica nebbiolina sappiamo che non solo Don Gaspar, La Señora, Panchita, Tina e Rolando resteranno sempre nel nostro libro ma anche che quello spirito della Vecchia California è entrato a far parte di noi grazie all’abilità narrativa di un genio, alla faccia della Nuova California che sfreccia inconsapevole su fuoriserie sbarluccicanti.
        Paperino Esattore (Donald Duck): esilarante satira sociale camuffata da ten pages, con un Paperone davvero terribile che probabilmente ha ispirato la tradizione italiana fortemente influenzata dalla negativa interpretazione del personaggio da parte di Martina. Interpretazione pure erronea, anche perché l’allergia di Paperone è quasi sicuramente interpretabile come senso di colpa a livello psicosomatico. Il pezzo forte è comunque, come già anticipato, la satira sociale: se la prima debitrice è sicuramente una povera persone, le seguenti non sono altro che parassiti della società che si dolgono della propria situazione senza muovere tuttavia un dito per migliorarla. E chi se non Paperino, modello base dell’antieroe, poteva esserne raggirato?
        Paperino e la Pioggia d’Oro (Donald Duck): una delle storie che Barks stesso favorisce e a ragione. Forse forse la ten pages migliore insieme alla Filosofia Flippista e allo Scialacquatore di Concetto. Di certo riassume alla perfezione le migliaia di pagine impiegate a Don Rosa per spiegare il valore del denaro, il significato del lavoro e della ricchezza: notevole anche l’indolente Paperino, la cui pigrizia è solo apparentemente affine a quella della scuola italiana, e la controparte composta da un Paperone tranquillissimo nell’aver perso tutti i suoi averi. Segnale inequivocabile di come molti autori fraintendano lo spirito di questi personaggi enfatizzandone gli stereotipi, che hanno affossato personaggi di contorno come il qui ottimo Gastone. Da manuale le scene in cui lui e il cugino si ritrovano ad essere milionari e tuttavia poveri, con tutte le attività necessarie alla vita umana chiuse in favore di un utopistico giro del mondo.
        Paperino e la Banda dei Segugi (Donald Duck) introduce la famigerata Banda Bassotti ma solo sul finale, dopo una serie di gag in cui i criminali in questione non appaiono ma la cui minaccia aleggia su Paperone con esilaranti esiti (Paperino pagato per disperarsi… genio). Questa storia anticipa la assai simile Zio Paperone e la Ghiacciata dei Dollari (Donald Duck) in cui appare per la prima volta quel famoso Money Bin in luogo del McDuck Building della storia precedente.
        Paperino e il Pesce d’Aprile (Donald Duck): commedia schietta e semplice, giocata sulla ripetizione di uno degli scherzi più popolari dell’ April Fool’s Day. Non mancano le chicche, come l’apparizione dell’hitleriano Mein Kampf giustamente confinato in una discarica cittadina…
        Paperino e la Piscina (Donald Duck): altra spigliata satira sociale, simile a quella indirizzata alla piccola borghesia come in Paperino e la Cavalleria. Da notare alcuni segnali di stile come l’assillante desiderio di una piscina, esplicitato nella nuvoletta che gravita sulla testa di Paperino e, soprattutto, la trama sottilmente simmetrica: se prima Donald con un orto era invaso di insetti, poi con una piscina viene inondato da spocchiosi vicini. Ma Paperino non ha dubbio su quale tipo di parassita preferisce…
        Paperino e il Pezzo da Venti (Donald Duck): divertente commedia vagamente paradossale, su questa poi Don Rosa ricalcherà The Money Pit.
        Paperino e il Fortunato Sfortunato (Donald Duck): presenta in modo sciolto e genuino una gag paradossale e assurdamente geniale, purtroppo trasformata in ripetitivo clichè in tempi odierni.
        Paperino Super Esploratore (Donald Duck): seconda apparizione dei nipotini in veste di Giovani Marmotte (che qui raggiungeranno i gradi definitivi), che è funzionale però alla classica guerra familiare che assume sfumature generazionali.
        Paperino e il Nuovo Anno (Donald Duck): chiaramente ispirata al corto Truant Officer Donald (1941), questa divertente ten pages vede i nipotini perseguitati dalle paradossali leggi che regolano l’universo barksiano per cui se marinano la scuola finiranno nell’incorrere ripetutamente in scuole ambulanti e in ispettori scolsastici (truant officer, appunto), la cui traduzione in “bidelli” lascia un po’ molto a desiderare.
        Paperino e il Serpente di Mare (Donald Duck in “No Such Varmint!”): e se nelle due precedenti storie abbiamo visto i nipotini passare da irreprensibili frugoletti a discolacci, qui li troviamo succubi della mentalità dominante di quella piccola borghesia derisa da Barks. Se per una volta troviamo un Donald privo di tendenze autodistruttive, ma appagato unicamente nel far bene ciò che sa fare bene i nipotini lo porteranno a ripudiare quest’attività nella cieca speranza che lo zio possa trovare un’attività che lo nobiliti agli occhi della società. E così, la iniziale sfilata di personaggi illustri conclusa del reietto Paperino si ripete anche sul finale, con buona pace di chi aveva cercato di forzarne la natura assecondando le cieche aspettative della società mondana.
        No man commanded Jean Louise.
        Not on land and not on water.
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          Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
          Risposta #18: Lunedì 11 Feb 2008, 21:24:10
          nessuno ha il sommario del prossimo volume?

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          PORTAMANTELLO
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            Risposta #19: Lunedì 11 Feb 2008, 21:27:05
            Se non è stato postato evidentemente no...
            « Ultima modifica: Lunedì 11 Feb 2008, 21:28:57 da PORTAMANTELLO »
            No man commanded Jean Louise.
            Not on land and not on water.
            Jean did whatever he pleased,
            Until he kissed the gunners daughter.

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              Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
              Risposta #20: Lunedì 11 Feb 2008, 22:06:30
              Oggi sono andata in edicola per comprarla e me l'hanno venduta senza il Corriere della Sera, a 7,90 euro. Non ci feci caso, ma quando andai a casa lessi sul retro del volume "Pubblicazione settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento al Corriere della Sera a euro 7,90 + il prezzo del quotidiano". Non vorrei essere pignola (ma probabilmente lo sono), ma comprandolo senza il quotidiano ho infranto qualche legge?
              - Lory Duckis

                Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                Risposta #21: Lunedì 11 Feb 2008, 22:08:25
                Oggi sono andata in edicola per comprarla e me l'hanno venduta senza il Corriere della Sera, a 7,90 euro. Non ci feci caso, ma quando andai a casa lessi sul retro del volume "Pubblicazione settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento al Corriere della Sera a euro 7,90 + il prezzo del quotidiano". Non vorrei essere pignola (ma probabilmente lo sono), ma comprandolo senza il quotidiano ho infranto qualche legge?

                Non credo, ma l'edicolante ha infranto il contratto di distribuzione. Credo.

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                  Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                  Risposta #22: Lunedì 11 Feb 2008, 22:12:07
                  Oggi sono andata in edicola per comprarla e me l'hanno venduta senza il Corriere della Sera, a 7,90 euro. Non ci feci caso, ma quando andai a casa lessi sul retro del volume "Pubblicazione settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento al Corriere della Sera a euro 7,90 + il prezzo del quotidiano". Non vorrei essere pignola (ma probabilmente lo sono), ma comprandolo senza il quotidiano ho infranto qualche legge?

                  Per fortuna la maggior parte degli edicolanti sono intelligenti e vendono gli allegati anche senza giornale. D'altronde vendono molti giornali senza allegati, ci mancherebbe solo che non possano fare quello che gli pare con la roba che vendono!
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                    Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                    Risposta #23: Lunedì 11 Feb 2008, 22:36:51
                    Non credo, ma l'edicolante ha infranto il contratto di distribuzione. Credo.

                    Non è vero. Cioè, lo sarebbe se fosse documentabile.
                    E lo si potrebbe fare in un modo solo: emissione di scontrino fiscale. Cosa che per le riviste è esente e quindi, impossibile da fare.
                    In realtà all'edicolante basta vendere lo stesso numero (o più) di quella rivista (il Corriere della Sera in questo caso) nel periodo in cui la rivista resta in edicola. E quindi la vendita di un CorSera in più in una settimana credo che sia abbastanza normale.
                    Diverso il caso se la rivista è incellofanata all'allegato, come a volte fa Sorrisi e Canzoni, o DipiùTV con l'oroscopo.
                    In quel caso si, si infrange il contratto di distribuzione.
                    Certo, se pero' la rivista senza giornale la rivende il contratto non è di nuovo rotto!
                    :)

                    E poi, diciamocelo, quando scrivono "Pubblicazione da vendere in abbinamento obbligatorio..." lo fanno solo per non pagare una iscrizione in più all'albo dei periodici
                    ;)


                    Ciao.
                    "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                      Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                      Risposta #24: Lunedì 11 Feb 2008, 23:57:03
                      vanno cmq anche contro i propri interessi xche vendendolo insieme al giornale guadagnano dalla vendita del giornale oltre che dell allegato

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                        Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                        Risposta #25: Martedì 12 Feb 2008, 00:17:16
                        La Grande Dinastia dei Paperi 3

                        Paperino nel Tempo che Fu (Donald Duck in “Old California!”) che rientra certamente in quel privilegiato quanto misteriosamente infinito ventaglio delle storie migliori dell’autore. Addirittura The Complete Carl Barks la menziona come miglior storia di Barks in assoluto;
                        Giuro che non lo sapevo! Ma guarda!! Abbiamo gli stessi gusti...  :D
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                          Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                          Risposta #26: Martedì 12 Feb 2008, 12:28:18
                          é senz'altro una delle piu poetiche

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                            Risposta #27: Martedì 12 Feb 2008, 14:56:20
                            Ma "Paperino nel Tempo Che Fu" è e resterà sempre la mia storia a fumetti preferita in assoluto! La nostalgia e l'evocatività delle sue sequenze è straordinaria, profonda ed irripetibile. Per me il non plus ultra.

                            Mah... io ho addirittura faticato a terminarne la lettura. Non ho trovato l'espediente narrativo per nulla originale, ma a parte questo mi è sembrata una storia senza nè capo nè coda. Capisco che sia molto evocativa ed onirica (amosfera che non amo molto, devo ammettere) ma proprio non mi è piaciuta. Che possa piacere ci sta, per carità, ma che sia stata addirittura nominata "la" migliore di Barks mi trova molto in disaccordo nonostante la mia poca conoscenza del Maestro. Voglio dire, dai, la "stella del polo" (tanto per dirne una a caso) è un esempio di perfezione e di completezza, di certo non questa.

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                              Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                              Risposta #28: Martedì 12 Feb 2008, 17:18:24
                              Ho confrontato i dialoghi di questa "Paperino ne tempo che fu" con quelli della doppia edizione presente nel Tutto Disney "Carl Barks - L'uomo dei paperi", che presentava le tavole in inglese in bianco e nero e, a fianco, quelle in italiano con la colorazione elettronica. La traduzione del Tutto Disney era molto più fedele all'originale di quella de La grande dinastia dei paperi, che al confronto sembra molto "tirata via".
                              "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

                              *

                              Leo .
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                              PolliceSu
                                Re: La Grande Dinastia dei Paperi - 1951
                                Risposta #29: Martedì 12 Feb 2008, 20:21:30
                                Ho notato la stessa cosa! Altra mancata occasione per la perfezione...
                                Peccato, ma non fermiamoci a queste piccolezze  ;D!

                                 

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