Se a volte mi annoio a leggere fumetti Disney, questo volume mi fa scordare qualsiasi fastidio, e mi ricorda per quale motivo sono diventato un appassionato del mondo a nuvolette di Topolino & soci.
La prima storia presentata è
Topolino e la banda dei piombatori, uno dei più alti capolavori di Gottfredson.
Striscia dopo striscia, ci addentriamo dentro al mistero affrontato da Topolino, affiancato dal memorabile Giuseppe Tubi, che, grazie al suo modo di agire e pensare, riempie la storie di divertenti gag.
Ma la storia è tanto comica quanto un thriller: le strisce dove l’auto della polizia corre verso l’uscita delle fogne, nel finale, sono cariche di una tensione incredibile.
Nelle ultime strip si ripresenta l’umorismo, ed è davvero notevole: sfido a non ridere davanti ai componenti della banda che si accusano a vicenda per aver esagerato con le scene madri o per il fatto di essersi dimenticati le battute.
Per quanto riguarda i colori, qui li ho apprezzati particolarmente, anche grazie al fatto che sono più accesi, più vivi del solito, inoltre Topolino con quel cappellino verde è adorabile.
La seconda storia presente è
Topolino e Robinson Crusoe: pure qui si parla di una grande storia, e non ho capito come mai sia considerata più che altro una minore. E’ divertente (il tormentone della signora Crusoe soprattutto, ma anche gli aiutanti di Venerdì), avventurosa e anche politicamente scorretta.
Forse l’unica colpa che gli si può attribuire è il fatto che si tratti di un film, e non di “realtà”, il che rende vana tutta la vicenda, ed abbassa di molto il livello di suspense.
Un difetto della traduzione italiana: qui il regista si chiama “Mac Felloni”, quando invece nel volume numero due era stato tradotto come “MacCorker”.
Segue
Topolino in campeggio, inevitabilmente una minore ma con alcune gag divertenti, e
Topolino e il mistero di Macchia Nera, altra sublime storia.
I modi per uccidere Topolino sono incredibilmente diabolici e ingegnosi, il mettere Topolino su una trave e attendere che caschi giù dal sonno in particolare è semplice ma al tempo stesso dannatamente mortale!
Una cosa che vorrei dire, senza intento polemico: "l'unghia di Kali" è piuttosto simile, anche se in definitiva è migliore e in alcune scene molto più adulta.
Il volume si chiude con quattro tavole domenicali, e con la riproduzione delle copertine disegnate da Scarpa per gli “Albi il fumetto”.
Tutta questa abbondanza è contornata da dialoghi che abbondano di "maledizione!", "dannazione", eccetera, quando tanto in passato ci si è dato da fare per eliminarli.
Beh, tirando le somme, è un'uscita che ho molto apprezzato, (se non lo si fosse capito
) penso difficilmente battibile da altri in qualità.
Il migliore dei numeri alla quale riscontro però tutti i vostri problemi più altri (e ti pareva)
Oltre a quelli da voi citati, a me sulla costa è presente anche un piccolo taglio dovuto alla disattenzione dell'edicolante nell'usare il taglierino
Una punta di delusione invece per il mistero di Macchia Nera. Certo, il duello aereo è emozionante, la storia è ottima, ma mi manca il carisma di Macchia. La sua sagoma è inquietante come nessuna, ma sotto il mantello mi sembra essere un ladro come tanti, specie se lo paragono al suo debutto italiano, il doppio segreto, storia (quella sì) davvero thrilling.
Queste riflessioni le ho fatte anche io, soprattutto quando si scopre che non lavora "in proprio", ma per conto di qualcun'altro, ma in fin dei conti questa è la caratterizzazione che gli hanno dato i suoi creatori, la caratterizzazione più carismatica gliela abbiamo data noi in Italia, creando sì un personaggio più interessante (bisogna ammetterlo), ma anche più lontano da quelle che erano le intenzioni di Maris/Gottfredson, quindi tradendo un po' lo spirito originario del personaggio.