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Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)

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Samuele
Pifferosauro Uranifago
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PolliceSu
    Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
    Risposta #15: Lunedì 10 Mag 2010, 15:30:12
    Mi dispiace deludere Pacuvio e Florence, ma in effetti la constatazione che più di ogni altra si avvicina alla verità è questa:


    Boschi, Becattini, Gori ecc... sono critici abituati da anni a pubblicazioni per esperti per volumi di case editrici prestigiose, come i Capolavori Disney della Comic Art, Special Mongo eccetera e un po' anche i Maestri Disney. Quella di colorare le strisce non è una decisione loro, infatti loro sono ancorati alle vecchie pubblicazioni per esperti, in cui importava poco svelare il finale, dato il pubblico di riferimento.

    Peccato che nel momento che tu tenti di rendere commerciale un'opera sei consapevole che diversa gente non è, ancora, esperta :P.

    Il mio, però, è un discorso generale.
    La critica fumettistica, così come quella cinematografica, che scopo ha?
    Di fumetti evito di fare l'ignorante di turno, sul cinema, pur restando nell'ignoranza e nella non professionalità di critica, posso dire un qualcosa che fregherà a pochi ma che credo si possa ricollegare alla critica dei fumetti.
    Un giorno chiesi ad un critico di cinema (non al primo critico che passa per strada, ad una firma nota ed attiva su più fronti) cosa sia la critica cinematografica.
    Tirando le somme, mi disse che il ruolo del critico di cinema era quello di fornire gli strumenti al telespettatore per poter avere un'opinione tutta sua del film.
    E' vero che io posso leggere una recensione prima o dopo il film, prima avrà un ruolo e poi un altro.

    Ora mi domando: la critica è solo per la nicchia o è per tutti?
    La critica di fumetti è solo per la nicchia o per chiunque?
    E' necessario raccontare il finale?
    Non mi pare che, nel caso concreto di questo albo, fosse fondamentale.
    A mio umile avviso non lo è mai.
    Anzi, sapendo già il finale non ho più una mia idea libera perché, leggendo la storia o vedendo il film, sono già consapevole ed estramamente condizionato, non ci sarà quella mia analisi emotiva spontanea, magari un po' guidata da una recensione che non spoilera, ma ancora molto personale (effetto sorpresa, immedesimazione, ecc.).

    Ognuno è libero di far critica come vuole, ovviamente.
    Io dico che questo genere di critica per me è inutile ed antiproducente :P.
    (così come le recensioni di Pino Farinotti sono mere trame con finali).

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    Bacci
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      Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
      Risposta #16: Lunedì 10 Mag 2010, 16:48:16
      Anche io, da mooolto tempo a questa parte leggo recensioni di libri, fumetti e film solo dopo averli letti o visionati.

      Però a volte il timore di non rivelare troppo della trama contribuisce a creare recensioni molto piatte e che hanno poco da dire.

      Infatti una volta che il prodotto l'ho letto e me lo sono gustato, vedere un commento in cui si fa un analisi dell'opera approfondita a trecentosessanta gradi lo apprezzo molto di più.

      Il problema sono gli spoiler a tradimento, come quando a un telegiornale all'uscita dell'ultimo libro di harry potter l'inviata rivelò subito il finale nel servizio :P

      Purtroppo l'informazione al giorno d'oggi è così vasta e capillare che le notizie e le recensioni intelligenti sono nascoste in mezzo a tanta fuffa e bisogna saper gestire le informazioni come si può.
      « Ultima modifica: Lunedì 10 Mag 2010, 17:34:11 da bacci88 »

        Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
        Risposta #17: Lunedì 10 Mag 2010, 17:48:33

          Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
          Risposta #18: Lunedì 10 Mag 2010, 22:57:12
          Se posso dire la mia penso che la critica sia importante e penso che la spiegazione che ne dà il critico amico di Samuele sia una cosa sacrosanta.
          Io sono abituata a leggere la critica, letteraria, cinematografica, fumettistica di firme di cui mi fido. In fondo amo scrivere su questo forum proprio le recensioni dei fumetti, perchè penso che ogni sensibilità metta in luce degli aspetti particolari di un'opera d'arte. Di solito leggo la critica prima di leggere un libro o vedere un film, per rendermi conto se ne vale la pena, sempre perchè mi fido di pochi critici che di solito hanno gusti simili ai miei e dopo cerco delle analisi approfondite su quello che ho visto.
          E' una sottile differenza quella che c'è  tra le due cose, che spesso non si percepisce neppure e credo che ciò che ha fatto la giornalista quando ha presentato il nuovo libro di Harry Potter non fosse nè l'una nè l'altra, perchè in nessuno dei due casi si può nè si deve togliere il piacere alla lettura e secondo me svelare il finale è togliere il piacere, soprattutto a chi adora il piano narrativo di un'opera.... detto questo ancora non ho comprato l'albo... quindi mi sa che sono completamente OT ( non bannatemi per favore)
          « Ultima modifica: Lunedì 10 Mag 2010, 23:00:02 da Nebulina »

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          Paolo
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            Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
            Risposta #19: Martedì 11 Mag 2010, 11:47:51
            Ricevo da Becattini, e vi inoltro, il seguente messaggio a proposito delle introduzioni - spoiler:

            -----------------------------------------------
            Carissimi,

            Intervengo perché mi sento chiamato in causa. Posso essere parzialmente d'accordo con chi osserva che le mie introduzioni alle storie vanificano in parte l'effetto sorpresa. D'altro canto, per fare una analisi decente delle storie, non posso non esaminarne il finale. Si veda, per esempio, "Topolino e la casa misteriosa", dove la morte di Drusilla e Geremia è un evento epocale, nell'economia delle sceneggiature di Walsh e più in generale delle storie di Gottfredson. Questo vale anche per altre storie, nelle quali il finale è particolarmente interessante dal punto di vista filologico, oppure è collegato all'inizio della storia successiva. Del resto - come qualcuno ha giustamente notato - nulla vieta di leggere le introduzioni *dopo* aver letto la storia corrispondente.
            Detto questo, tutto è perfettibile. Io, Luca e tutti gli altri stiamo cercando di fare il meglio, e non sempre ci riusciamo. Io in particolare sono sempre molto critico con me stesso, ma direi - in generale - di essere abbastanza soddisfatto dei risultati. E poi - come diciamo noi in Toscana - "chi non fa non falla".
            Ben vengano comunque le critiche, e colgo l'occasione per ringraziarvi tutti degli apprezzamenti che ci avete finora riservato.

            Un salutone da
            Beka

            -------------------------------------------------

              - Paolo
            « Ultima modifica: Martedì 11 Mag 2010, 13:49:30 da Paolo »

              Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
              Risposta #20: Martedì 11 Mag 2010, 12:20:47
              Eh che cribbio (cit.) Anche nel messaggio di scuse Becattini mi ha anticipato il finale de "La casa misteriosa"; ma santu cristianu (si dice in Sicilia), allora è proprio un vizio!!! :o

              Comunque al di la di questi particolari (a volte non trascurabili) è una collana magnifica, ancora complimenti!! ;)
              "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

              Piero Calamandrei - "Elogio de

                Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                Risposta #21: Martedì 11 Mag 2010, 13:36:48
                Eh che cribbio (cit.) Anche nel messaggio di scuse Becattini mi ha anticipato il finale de "La casa misteriosa"; ma santu cristianu (si dice in Sicilia), allora è proprio un vizio!!! :o
                ;D
                In effetti, forse potremmo chiedere a Paolo di spoilerare quel pezzo...

                  Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                  Risposta #22: Martedì 11 Mag 2010, 13:45:02
                  Questo vale anche per altre storie, nelle quali il finale è particolarmente interessante dal punto di vista filologico, oppure è collegato all'inizio della storia successiva. Del resto - come qualcuno ha giustamente notato - nulla vieta di leggere le introduzioni *dopo* aver letto la storia corrispondente.

                  Però, se posso permettermi, nulla vietava neppure di impaginare le introduzioni *dopo* le storie...
                  Il che avrebbe fatto tutti contenti ;)
                  Lo dico anche se io non sono affatto chiamata in causa: leggo sempre le critiche dopo, ma non per non leggere il finale, è che proprio non mi piace leggerle prima. Anche coi libri e i film. Voglio prima farmi un'impressione io.
                  Per il resto, approfitto per ringraziare Becattini per quest'opera che mi sta permettendo di conoscere Gottfredson di cui avevo letto pochissimo! :)


                  *

                  Gongoro
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                    Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                    Risposta #23: Martedì 11 Mag 2010, 13:56:57
                    Primo numero composto per la maggior parte di autoconclusive.
                    Dal punto di vista dell'aspetto dei personaggi, ora Minni è sempre disegnata con il rossetto e, benchè rimanga in "topless" più a lungo di Topolino ;), verso la fine del volume sembra aver definitivamente assunto il look "moderno". Nelle ultime strisce ricompare la coda di Topolino! Da notare come i riferimenti diretti alla guerra diventino rari ben prima della fine delle ostilità e gli unici segni della vittoria finale siano la pubblicità del "Victory Loan" e alcune svendite di materiale bellico. Leggendo di fila le strisce autoconclusive si vede come diverse situazioni tendano a ripetersi e come ovviamente il lato più avventuroso di Mickey venga per un po' dimenticato.
                    Già nelle due storie lunghe però si vede come Topolino sia più indeciso e meno spericolato, seppure alla fine sempre eroico, che nelle avventure anteguerra. Questo si può notare confrontando "Billy il topo" con le sue precedenti esperienze nel West. Curioso anche come il nostro eroe sgomini i fuorilegge partendo da una premessa sbagliata e come, a differenza che in passato, Minni non manifesti il desiderio di seguirlo.
                    Il pezzo forte del volume può però essere considerata la storia d'apertura, con il suo celebre finale e la sua inquietante "cattiva", oltre che con un Topolino forse per la prima volta involontario autore di atti criminosi, fino a dubitare della propria sanità mentale.
                    « Ultima modifica: Martedì 11 Mag 2010, 19:23:35 da gongoro »

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                    Paolo
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                      Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                      Risposta #24: Martedì 11 Mag 2010, 18:23:31
                      Giornata "piena" oggi, solo ora ho postato la recensione su questo volume della Gottfredson Library, la ripeto qui:

                      L'ottavo volume conclude il primo decennio di strip: partiti dal 1936 con il Topolino alle prese con l'Uomo Nuvola, si è giunti ad avere un personaggio profondamente diverso da quello del decennio precedente.

                      La guerra ha pesato moltissimo nella psicologia del topo, maturandolo e cambiandone ambientazioni ed atmosfere. Mentre nelle storie precedenti l'immagine della morte e della violenza venivano in qualche modo attenuate dall'idea che potesse trattarsi di un sogno, questa volta in "Topolino e la casa misteriosa", l'orrore è reale. L'impianto della storia è abbastanza complesso (e forse rapportabile al racconto di Edgard A. Poe "La caduta di casa Usher"): c'è una casa maledetta destinata al crollo, ed una sepolta viva: l'avvenente Drusilla, tipica figura di femme fatale (al cui fascino Topolino non resterà affatto insensibile) del cinema di quegli anni. La ragazza non esita ad utilizzare qualunque mezzo, pur di rientrare in possesso della sua formula, in grado di donarle l'eterna giovinezza. Alla fine dell'avventura Drusilla, insieme a Gibbo, il suo servitore deforme, perirà tra le fiamme che divorano la casa per tentare di recuperare le sue formule.

                      La trasformazione di Topolino è veramente completa, siamo lontanissimi dalla figura dell'eroe carico di certezze e di entusiasmi impostata da Ted Osborne, il seme del cambiamento piantato da Merril de Maris ha dato i suoi frutti: Topolino è ora un antieroe, sul quale è possibile gettare le nostre fobie e le nostre angosce, e così identificarci realmente con lui.

                      La seconda storia del volume è "Topolino e Billy il topo", si tratta della continuity più lunga di questo periodo, ed è una rivisitazione del vecchio West in chiave parodistica, con toni a volte molto sferzanti, anche se, secondo me, lo svolgimento della storia pecca dello stesso difetto della precedente, consistente in una forte discontinuità narrativa e stilistica (anche a causa dei "cambi di guida" alle matite), salvata nell'episodio precedente dal tenore noir e drammatico dei fatti, ma che qui viene a galla visti i tempi più leggeri quando non addirittura grotteschi.

                      Completano l'albo una "miriade" di strisce autoconclusive, il cui unico spunto di interesse può essere quello i vedere gli ultimi effetti degli anni di guerra sulla vita di Topolino, anche a causa di un umorismo non sempre all'altezza...

                      Per dare un voto al volume mi baso più che sull'effettiva valenza del contenuto (di certo non superiore alle 4 stelle) all'importanza della storia di apertura dello stesso nell'ambito dello sviluppo della "psicologia topolinesca", quindi e 5 stelle ci possono stare.

                        - Paolo

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                        Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                        Risposta #25: Martedì 11 Mag 2010, 19:05:48
                        La seconda storia del volume è "Topolino e Billy il topo", si tratta della continuity più lunga di questo periodo, ed è una rivisitazione del vecchio West in chiave parodistica, con toni a volte molto sferzanti, anche se, secondo me, lo svolgimento della storia pecca dello stesso difetto della precedente, consistente in una forte discontinuità narrativa e stilistica (anche a causa dei "cambi di guida" alle matite), salvata nell'episodio precedente dal tenore noir e drammatico dei fatti, ma che qui viene a galla visti i tempi più leggeri quando non addirittura grotteschi.

                        Anche in Billy il topo ci sono più autori alle matite?

                        Anche per me questo ottavo è un bel volume, anche se davvero la presenza di due sole storie lunghe e una miriade di autoconclusive (sempre interessanti ma spesso non di livello eccelso) lo penalizzano un po' rispetto a qualche uscita fa.

                        Interessante il fatto che verso metà della storia di Billy il topo il ripasso a china cambiò, seppur per breve tempo, dal pennino al pennello, per poi ritornare di nuovo al classico pennino, sotto le  direttive dello stesso Walt.

                        Belli anche i riferimenti alla Famme Fatale di film come La fiamma del peccato di Wilder o Sherlock Holmes e la donna ragno (questo non lo avevo mai sentito) nell'avventura della casa misteriosa. Questa storia è però molto penalizzata dai continui cambi di stile dei disegnatori che si alternavano alle matite. In alcuni casi i personaggi quando non sono tratteggiati da Floyd, sembrano molto inanimati e monoespressivi (come gli sguardi dello zio Massimiliano a pag.30).


                        *

                        Samuele
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                          Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                          Risposta #26: Martedì 11 Mag 2010, 20:22:46
                          Ricevo da Becattini, e vi inoltro, il seguente messaggio a proposito delle introduzioni - spoiler:

                          -----------------------------------------------
                          Carissimi,

                          Intervengo perché mi sento chiamato in causa. Posso essere parzialmente d'accordo con chi osserva che le mie introduzioni alle storie vanificano in parte l'effetto sorpresa. D'altro canto, per fare una analisi decente delle storie, non posso non esaminarne il finale. Si veda, per esempio, "Topolino e la casa misteriosa", dove la morte di Drusilla e Geremia è un evento epocale, nell'economia delle sceneggiature di Walsh e più in generale delle storie di Gottfredson. Questo vale anche per altre storie, nelle quali il finale è particolarmente interessante dal punto di vista filologico, oppure è collegato all'inizio della storia successiva. Del resto - come qualcuno ha giustamente notato - nulla vieta di leggere le introduzioni *dopo* aver letto la storia corrispondente.
                          Detto questo, tutto è perfettibile. Io, Luca e tutti gli altri stiamo cercando di fare il meglio, e non sempre ci riusciamo. Io in particolare sono sempre molto critico con me stesso, ma direi - in generale - di essere abbastanza soddisfatto dei risultati. E poi - come diciamo noi in Toscana - "chi non fa non falla".
                          Ben vengano comunque le critiche, e colgo l'occasione per ringraziarvi tutti degli apprezzamenti che ci avete finora riservato.

                          Un salutone da
                          Beka

                          -------------------------------------------------

                            - Paolo

                          Ringrazio il gentile Beka per la risposta e per l'interessamento, soprattutto.
                          Probabilmente io sbaglio nel fare i parallelismi tra critica fumettistica e quella cinematografia, dato i linguaggi estramenti diversi delle creazioni artistiche oggetto di studio.
                          Però ritengo che ci sia un bel punto in comune: entrambe analizzano delle storie che ci vengono raccontate con tecniche diverse, ma comunque delle storie.

                          Il punto è che le critiche messe davanti alle storie a fumetti sono un po' come le introduzioni ai libri. Leggerle prima e sapere chi è l'assassino... Beh... :(

                          Credo che si potrebbe dire certe cose senza dire tutto. E lasciando così"uno spazio in sospeso" che il lettore capirà dopo aver letto la storia.

                          Io non sono nessuno per surrogarmi ad un critico Disney però, umilmente, credo che nella storia prima accennata si poteva dire "Il finale segna una punizione per gli antagonisti, in linea con il senso di inquetudine che traspare da altre vignette".

                          *

                          Mr. Bunz
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                            Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                            Risposta #27: Venerdì 14 Mag 2010, 16:46:34
                            Credo che le introduzioni alle varie "parti" che compongono ogni volume degli anni d'oro di Topolino siano giustamente messe prima delle strisce che commentano (anche perché praticamente in quasi tutti i volumi a fumetti l'apparato critico é posizionato in apertura). Personalmente, benché conosca quasi a memoria moltissime storie lunghe delle giornaliere, leggo l'introduzione sempre "dopo" la lettura della storia. Il rischio che nell'introduzione vengano rivelati particolari salienti della narrazione é sempre dietro l'angolo, al di lá delle intenzioni di chi la scrive. Penso che ciò valga per qualsiasi lavoro a fumetti di una certa qualitá (certo, per chi non é abituato a questa prassi, forse una postilla all'apertura del primo volume degli Anni d'Oro sarebbe stata utile) . Colgo l'occasione, anzi, per ringraziare, i come sempre preziosi Beccatini e Boschi per le tantissime e interessantissime informazioni sui fumetti Disney che ci forniscono (una per tutte : non avevo mai notato che in copertina dell'Almanacco Estivo 1948, la riduzione delle pagina di Topolino giornale riportava la storia "Topolino nella seconda guerra mondiale"). Grazie ancora.    
                            Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

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                              Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                              Risposta #28: Venerdì 14 Mag 2010, 21:42:37
                              Posso intervenire solo ora che ho risolto alcuni problemi informatici. Non avevo mai letto "T. e Billy il Topo". e l'ho trovata fantastica.  Si recupera qui il clima vecchio West. Le strips di Murry sono bellissime, migliori della seguente produzione per i comics.  Qui Goofy non ha ancora quella stupida mano davanti alla bocca!

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                                Re: Gli anni d'oro di Topolino 8 (1944-1946)
                                Risposta #29: Lunedì 17 Mag 2010, 12:31:54
                                Topolino e la casa misteriosa - La storia presenta qualche difetto (discontinuità grafica e narrativa, eccessiva brevità...), ma l'atmosfera è imbattibile. L'incipit e la parte finale ne fanno l'avventura più horror di tutte le storie Disney. L'ultima scena è fenomenale.
                                Gottfredson veramente eccellente nel tratteggiare i personaggi: su tutti Drusilla, e il suo imporvviso cambiamento d'espressione quando si scopre che è cattiva.


                                Una domanda per gli esperti di disegno: in quali strisce di Billy il Topo si usa il pennello invece che il pennino? E un'altro quesito: che differenza c'è nel ripasso a china tra questi due strumenti? Il pennello non dovrebbe dare un tratto più "tondeggiante"? Grazie :)

                                 

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