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Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)

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    Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
    Risposta #15: Lunedì 7 Giu 2010, 13:16:08
    Il volume si apre con l'ultima avventura condivisa da Topolino e Eta Beta nelle strisce e si chiude con il ritorno, dopo diversi anni solo di fugaci apparizioni, di Pippo nel ruolo di coprotagonista.
    All'inizio del Tesoro di Moook Topolino sembra finalmente aver ritrovato pienamente il suo spirito avventuroso: stavolta è Eta Beta a dover seguire lui. Luoghi reali e lo sfondo della guerra fredda si mescolano con una sequenza di fatti soprannaturali, fino alla scoperta di chi sia in realtà Moook. Il Gambadilegno che era stato spia nazista è ora uno spietato agente comunista, con la poco convincente rivelazione che lo era sempre stato, fin dal primo incontro con Mickey.  
    Nelle tre avventure centrali, che si svolgono invece in luoghi "fantastici", Topolino ritorna ad essere protagonista unico, anche se in Topolitamia sorprendentemente affiancato da Giac e Gas, di tutt'altre dimensioni e in tutt'altro contesto che in Cenerentola.
    Sia sotto il mare che in Africa viene poi in contatto con ambientazioni favolose ma potenzialmente letali e con società tiranniche.
    Tutt'altra atmosfera, ma sempre una graffiante ironia, nella Hollywood della storia conclusiva, con Pippo che conquista la fama, ma perde momentaneamente e non per colpa sua se stesso, e Topolino ancora una volta tentato nella sua fedeltà a Minni (che non ha mai un ruolo attivo nelle avventure di questi anni).
    Alla fine tutto torna alla normalità e i nostri amici si preparano a lasciare la città delle stelle e ad affrontare nuove avventure.
    « Ultima modifica: Lunedì 7 Giu 2010, 13:17:56 da gongoro »

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    Paolo
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      Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
      Risposta #16: Lunedì 7 Giu 2010, 13:45:01
      Scusate la prolissita', ma la storia di apertura merita!!!

      Dalla pagina dell'edicola:

      Il volume si apre con "Topolino, Eta Beta e il tesoro di Mook": forse il capolavoro dell'aspetto politico della saga, la storia che più di ogni altra scopre i riferimenti reali delle allusioni precedenti e che non risparmia le critiche ad entrambi i fronti. La storia si apre con l'episodio del ritrovamento del primo indizio della caccia al tesoro nel libro "Lo strano viaggio di Bombo Bambo" la cui inquietante copertina è misteriosamente animata. La caccia al tesoro poi proseguirà per molti paesi: l'Irlanda, una spettrale e nebbiosa Londra, una Parigi involgarita dal turismo di massa, l'Egitto popolato di fantasmi pavidi ed una Turchia popolata da improbabili spie che offrono i piani della bomba H per sette dollari (compreso un servizio di piatti in omaggio...). Alla fine del loro viaggio i due si ritroveranno prigionieri di Aygotcha, la dark lady per eccellenza del ciclo gottfredsoniano. Superata la cortina di ferro (qui rappresentata come un ostacolo fisico e reale) Topolino ed Eta Beta si confrontano con l'immagine dell'Unione Sovietica che la propaganda statutitense intendeva suggerire in quegli anni: i loro ufficiali pluridecorati hanno guadagnato le loro medaglie per essersi puliti gli stivali, i loro carri armati sono solamente una facciata in cartapesta, la gente sorride solamente perché costretta ad indossare un elastico che tira gli angoli della bocca. Ma il vero "coup de theatre" si realizza nella striscia del 19 maggio del 1950, quando il "compagno generale, capo del servizio segreto" risulta essere nientemeno che Gambadilegno. In Italia una presa di posizione così netta non passò inosservata ai traduttori dell'epoca, che tolsero dal testo la parola "compagno" e cancellarono da tutte le divise e medaglie la stella della repubblica socialista. La caccia al tesoro si conclude con il ritrovamento della lampada di Aladino, e dello stesso Moook che risulta essere un potente genio in grado di realizzare tutti i desideri. Nel finale della storia la propaganda antisovietica delle strisce viene stemperata dall'atteggiamento ugualmente caustico che Gottfredson e Walsh adottano nel descrivere l'atteggiamento del Pentagono nei confronti di Moook, subito arruolato con il grado di sergente.

      "Topolino buffone del Re" si apre con l'addio di Eta Beta a Topolino: ufficialmente perché Eta Beta aveva nostalgia della sua famiglia, ma secondo molti perché stava sempre di più offuscando il ruolo di protagonista principale di Topolino. In questa storia i comprimari di Mickey sono Gas Gas e Giac, i due topolini del lungometraggio Cenerentola (presentato nel giugno dello stesso anno), da Gottfredson trasformati in topi di dimensioni più grandi per farli interagire meglio con Topolino, e comunque continuiamo a vedere un Topolino "trascinato" all'avventura e non più irrequieto come negli anni precedenti, e lo stesso discorso può farsi per "Topolino e la città subacquea", avventura sottomarina di Mickey che, grazie ad una cintura messa a punto da un inventore alquanto strampalato, riesce a respirare ed a parlare sott'acqua. Nel corso della sua immersione trova una strana società sommersa nella quale i valori normali risultano capovolti rispetto alla superficie: i ladri non vengono puniti, mentre c'è la pena capitale per chi dovesse comportarsi in modo sgarbato. In una visione complessiva dell'impianto satirico realizzato da Walsh e Gottfredson, possiamo vedere questa come una satira della società perbenista ed intrisa di buone maniere ipocrite.

      In "Topolino e la mosca zeta-zeta", in seguito alla conclusione dell'avventura precedente, Topolino si trova a sbarcare sulle coste dell'Africa, dove viene punto dalla mosca zeta zeta, i cui effetti letali lo inducono a cercare l'antidoto in una regione inesplorata, guidato dal compassato gorilla Jeffrey (quanta nostalgia per la precedente avvventura in Africa, dove Topolino era guiudato sempre da uno scimmione, ma di tutt'altro stampo: il gorilla Spettro). Durante la sua ricerca Mickey si imbatte prima in una tribù di selvaggi a due facce (salvo qualche eccezione che ne ha quattro) che lo aiuteranno a fargli passare la febbre e a raggiungere il regno della Dea dell'Oro (ennesima figura femminile "fatale" di Gottfredson) dove potrà definitivamente guarire dagli effetti della puntura. Ma la dea si rivelerà un pericolo mortale per Mickey che riuscirà a sfuggirle solamente grazie all'aiuto di una graziosa schiava.

      Chiude il volume "Pippo a Hollywood": dopo un lungo girovagare per tutto il mondo (mancava da casa dall'avventura che apre il volume) Topolino torna nella sua città dove trova ad attenderlo Pippo in groppa alla sua cavalla: durante l'assenza di Mickey è diventato una stella della televisione, il nuovo elettrodomestico già entrato nelle case americane e già creatore di nuovi miti (indipendentemente dal loro valore, sembra suggerirci Gottfredson). In seguito al travolgente successo di pubblico ottenuto, Pippo viene scritturato da un produttore hollywoodiano per una serie di film. Per poter sfruttare al meglio le doti di Pippo, Topolino decide di ricorrere all'aiuto di un ipnotizzatore, ma il risultato è quello di rendere Pippo insopportabile, in una serie di strisce che ricordano la trasformazione subita da Stan Laurel in "Noi siamo le colonne". Alla fine dell'avventura la fama di Pippo svanisce nel nulla facendo sì che rinsavisca, ed anche Topolino, innamoratosi della bella Hester O'Hiter, rinsavisce nel momento in cui scopre la sua vera età: le illusioni create da Hollywood sono durate pochissimo.

      Per quanto riguarda il voto... la presenza della prima storia fà si che anche se il volume avesse contenuto le storie de lupo cattivo di Glenn Schmitz, o le storie di Paperino e Cip & Ciop dello studio Diaz o i Wizard of Mickey, il voto sarebbe stato comunque di 5 stelle... figuriamoci con le altre storie di Gottfredson!

        - Paolo

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        Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
        Risposta #17: Lunedì 7 Giu 2010, 17:55:47
        A Verona non è uscito il n. 12 >:(
        Charlie

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          Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
          Risposta #18: Lunedì 7 Giu 2010, 18:17:06
          Io non ho capito una cosa:ma alla fineriesce a slavarsi dal veleno?Perchè non iene detto(lo stregone dice che dovra recasi dalla dea per finire la cura,ma non la finisce).

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            Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
            Risposta #19: Lunedì 7 Giu 2010, 18:23:14
            Io non ho capito una cosa:ma alla fineriesce a slavarsi dal veleno?Perchè non iene detto(lo stregone dice che dovra recasi dalla dea per finire la cura,ma non la finisce).

            beh, dato che alla fine era tutto un sogno...
            Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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            valsedre
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              Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
              Risposta #20: Lunedì 7 Giu 2010, 19:01:37

              beh, dato che alla fine era tutto un sogno...
              No,la puntura è reale,tutto il resto è un presunto sogno(non tanto).

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                Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                Risposta #21: Lunedì 7 Giu 2010, 19:25:37
                Traduzione di Luca Boschi e Pier Luigi Gaspa
                E' il primo volume non tradotto da Becattini?

                  Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                  Risposta #22: Lunedì 7 Giu 2010, 19:35:50
                  E' il primo volume non tradotto da Becattini?
                  No, anche altri volumi presentano traduzioni di Boschi e altre persone.

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                    Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                    Risposta #23: Mercoledì 9 Giu 2010, 11:52:16
                    Uhm... vedo che nel volume la "donna vestita di blu" Aygotcha è chiamata Cirilla (sic!), perdendo quindi il riferimento al film del 1939 (cui peraltro non si accenna nell'articolo introduttivo).

                    Spero vivamente che nei prossimi volumi non chiamino il gorilla Umbrage "Cirillo", quando la traduzione adatta è "Ambrogio".
                    Gli appassionati filologi non possono far altro che applaudire al nome "Ambrogio", mentre i lettori che non ne sanno niente, non gliene può fregà de meno se il gorilla si chiama Ambrogio o Cirillo, dunque... spero vivamente che non lo chiamino Cirillo!
                    Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


                      Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                      Risposta #24: Mercoledì 9 Giu 2010, 19:35:09
                      Un altra cosa che non è stata messa in evidenza è il ritorno di Bill Wright nella china delle storie centrali del volume

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                        Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                        Risposta #25: Mercoledì 9 Giu 2010, 21:11:41
                        Vero...Quando cominciano le autoconclusive, però, mi auguro ci sia spazio per qualche articolo in più... ;)

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                          Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                          Risposta #26: Sabato 12 Giu 2010, 10:18:30
                          Con questo  n.12 la collana sforna una tripletta degna di un manuale di storia del fumetto.

                          Se potessi voterei 6/5.

                           Pur avendo già letto le storie de "La città subacquea" e "La mosca Zeta zeta" nel numero 273 dei GC uscito l'anno scorso in Agosto, mi ha fatto piacere ritrovarle qui colorate. La seconda in particolare mi affascina tanto.

                          "Il tesoro di Moook" meriterebbe un post a se, tanto è bella; le prime pagine sono narrativamente eccezionali e i disegni sembrano sgorgare naturali dal testo, esempio mirabile di una riuscitissima sinergia tra sceneggiatore e disegnatore. Il negozio di giocattoli e il Pinocchio malvagio che cambia espressione allo scoppiare della lite tra Eta e il Topo sono inquietanti e precorrono atmosfere da Dario Argento.

                          "A Holliwood" e "Buffone del re" un po minori (secondo me) rispetto alle altre, ma certamente ben fatte e godibilissime.

                          A lettura ultimata, mi auguro soltanto che l'impatto con vent'anni di autoconclusive non sia traumatico e che arrivi presto il periodo 1930-36.


                           :)


                          "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

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                            Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                            Risposta #27: Domenica 13 Giu 2010, 16:33:42
                            Altro ottimo numero per questa fantastica collana.
                            Moook la conoscevo già, sempre superba, anche se il finale è un po' tirato via.
                            Molto carina il Buffone del Re, specie nell'utilizzo dei topini e degli altri comprimari. Surreale la Città sottomarina, forse troppo. Ho preferito la Mosca zeta-zeta, in cui è presente un perciolo vero per Topolino, e a brevissimo termine: una corsa contro il tempo che si scontra con deliri divini e la sua umana generosità nel salvare chi è in pericolo tanto quanto lui, come i precedenti esploratori e la ragazza. Molto bello, con l'inseguimento finale su una tigre alata: immaginifico.
                            Ottima Pippo a Hollywood, in cui la loro amicizia si svela e si dimostra incrollabile. Evdiente il debito di Salvagni per questa bellissima storia, con un ottimo Celoni: http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2268-6&search=stellone

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                              Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                              Risposta #28: Martedì 15 Giu 2010, 10:06:03
                              Il Tesoro di Moook è forse l'ultimo grande capolavoro del Mickey quotidiano. Mirabile la capacità degli autori di presentarci la storia, con l'inquietante simil-Pinocchio che ammicca dalla copertina e la frettolosa corsa attraverso le grandi città del Vecchio Continente, sapientemente dipinte con poche ottime pennellate d'autore. Alla caccia al tesoro si sostituisce la feroce satira politica da guerra fredda dell'altrettanto ottima seconda parte, dove ci vengono offerti cattivi veramente cattivi e un Gambadilegno alla sua penultima apparizione nelle strisce.

                              Eta Beta stava rubando spazio a Topolino, e allora viene fatto ritornare con qualche lacrimuccia laggiù al centro della Terra da dove proveniva. Topolino si ritrova solo e viene catapultato da Giac e Gas nel loro lontano paese: da qui partono le assurde peregrinazioni delle tre storie centrali, infarcite dei temi ormai classici di Walsh quali soprattutto la falsa apparenza (la Maschera di Ferro è in realtà insignificante, lo scienziato che salva Topolino è pazzo, la città dove tutti sorridono è in realtà retta da regole assurde, l'avventura della mosca Zeta Zeta potrebbe essere un sogno, la possente Dea è in realtà una nanerottola....), il mondo lontano retto da strane regole, la riluttanze/obbligo con il quale Topolino affronta questa avventure, la presenza dell'ennesimo gorilla civilizzato.
                              Questi temi presi una volta via sono interessanti e divertenti, ma se ci sono sempre (e ci saranno anche in futuro) alla fine stancano un po'. E infatti queste tre storie non mi sono mai particolarmente piaciute, troppo sconclusionate e senza un minimo filo logico. Certo, il tocco di due grandi autori c'è sempre, ma sembra quasi che si vogliano prendere una pasua di disimpegno dopo il ciclo di Eta Beta. Personalmente un'altra nota di demerito per queste storie è l'assenza dei comprimari classici.

                              La situazione si riprende con la simpatica Topolino e Pippo a Hollywood, con di nuovo ottima satira politca a go go sul mondo del cinema. Pippo (bentornato nel ruolo di co-protagonista) che si monta la testa per il successo non è un'idea nuova, ma la vicenda è ben realizzata è alcune sequenze sono decisamente divertenti. Il buon vecchio Pippo riesce sempre ad elevare il livello della storia nella quale compare, è un gran peccato che via via le sue apparizioni si siano sempre fatte più sporadihe.

                              Un'altro volume a [smiley=voto5.gif] naturalmente, come secondo me lo sono tutti quelli di questa meravigilosa collana.

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                              PolliceSu
                                Re: Gli Anni d'oro di Topolino 12 (1950-51)
                                Risposta #29: Martedì 15 Giu 2010, 10:28:08
                                Citazione
                                E infatti queste tre storie non mi sono mai particolarmente piaciute, troppo sconclusionate e senza un minimo filo logico.

                                infatti a me queste avventure di topolino ricordano non poco molte trame dei griffin, dove tanti piccoli avvenimenti vengono uniti da una labile trama di sottofondo ;D
                                Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                                 

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