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Il passaggio di mano fra Bill Walsh e Roy Williams (che conoscevo praticamente solo come voluminoso intrattenitore de "Il Club di Topolino)
quasi non s'avverte: manca un po' la satira sociale, ma l'umorismo è scoppiettante come sempre. Solo oggi ho scoperto che Glory Bee, nonostante sia giovanissima, come tutte le donne, bara sull'età: è infatti nata nel 1962 e non, come credevo, sette anni dopo, nel 1969!
Gran bel numero, con tanto di articolo d'apertura dedicato a Minnie ed alla sua evoluzione nel tempo, firmato da G.C. Cuccolini. La domenicale gottfredsoniana del 24-2-1963, un articolo sulle vignette animate degli anni 30 ed un breve profilo di Roy chiudono un n°21 di tutto rispetto.  Chi ha scelto di saltare questa serie di volumi per riprendere quando tornerà il Topo avventuroso farebbe meglio a ricredersi: sono una goduria!
PS:per la seconda volta ho riscontrato un difetto: il frontespizio era lacerato. Rapido cambio da parte del giornalaio e buona notizia: non andrà in ferie! Vi terrò informati sui prossimi numeri.

Nonostante il cambio di sceneggiatore le strisce si mantengono su un buon livello: da notare la scomparsa o quasi delle situazioni forse più abusate da Walsh, il ladro e il commesso viaggiatore, e l'aumento delle strisce con la contemporanea presenza di diversi dei personaggi principali.

C'è un cambiamento viscerale rispetto alle strisce di Walsh. Con Williams le strisce si trasformano nelle tradizionali "battute", a differenza delle attivissime e corrosive strisce di Walsh. Lo sfondo sociale diventa più sbiadito, e le azioni stesse dei personaggi riflettono poco l'epoca in cui sono ambientate (per fortuna Walsh sarà presente nelle tavole domenicali ancora per un po').
In genere quelle di Williams (che già conoscevo tramite vecchi numeri di New Comics Now) mi piacciono molto meno, e innumerevoli si concludono con l'espressione che ritraggo più in basso (non ricordo quale sia la parola che connota quest'espressione), e quest'espressione allude ancor più in modo irritante alla tranquilla natura borghese del nuovo Topolino; è un umorismo leggero che non nasce certo con Roy Williams, ma è un tipo di umorismo che non si adatta perfettamente al mondo di Topolino & C.

Anni d'oro letto davvero un ottimo numero, come sempre d'altronde, ora aspetto con impazienza che esca il prossimo numero.

Strisce (17/03/62 - 30/07/63)

Sottoscrivo l'intervento di Special Mongo. Il salto c'è e si sente nettamente. Walsh mostrava i difetti delle persone, qui le gag sono più semplici e anche meno divertenti.

Ciò non toglie che qualche battuta divertente ci sia, soprattutto da settembre 1962 in poi dopo un periodo in cui Roy Williams si deve evidentemente ancora adattare.

Scompaiono con mio rammarico le serie di strisce collegate (il ladro, i film horror...) e l'ambientazione è decisamente più domestica: oltre ai quattro protagonisti principali, non abbiamo più estranei occasionali. Non si esce dal quadrilatero Minni-Topolino-Pippo-Tip, e ciò rende un po' "asfittica" la sequenza di strisce.

Tip mi sembra il personaggio più cambiato. Dopo aver perso il fratello, con Walsh era decisamente cresciuto fino a circa 10 anni, mentre ora Williams lo fa ritornare verso i 6-7, con comportamenti decisamente più infantili.


Le cinque migliori strisce: 17/03/62, 10/09/62, 18/10/62, 29/10/62, 20/11/62

La migliore striscia: 29/10/62

Nel vol. 22 viene rivelata esplicitamente l'età di Tip: 6 ANNI!