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Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)

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haddock2000
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    Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
    Martedì 17 Ago 2010, 09:01:31
    Ecco il numero 22 con le autoconclusive di Roy Williams (sceneggiatura) e Floyd Gottfredson (matite e chine) oltre a Julius Svendsen (chine) e Manuel Gonzales (chine)
    « Ultima modifica: Martedì 17 Ago 2010, 11:34:15 da pacuvio »
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      Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
      Risposta #1: Venerdì 20 Ago 2010, 04:36:31
      Il gigantesco Roy viene omaggiato con l'articolo d'apertura: spassosa la vignetta che lo raffigura sulla bilancia, che segna 315 libbre (143 kg!), mentre iun collega, fatti due conti, constata che l'omone pesa più di tutta la sua famiglia, cane compreso! Williams getta uno sguardo sul mondo infantile, che conosceva bene, essendo reduce da alcune stagioni con il "MM Club". Attenzione, però: non aspettatevi qualcosa come i "Peanuts" di Schulz. Egli ritrae la vita dei bimbi di sei anni (l'età di Tip) con semplicità e candore. Assieme all'amico Alvin, biondo e cicciottello, gioca, litiga e si diverte come un ragazzino senza troppi problemi (a parte un'inguaribile timidezza di Tip nei confronti delle bambine!). Fantastico Pippo inventore bislacco e fantasioso, assai meglio dell'Orazio cavezza aggiustatutto, razionale e pragmatico ma tontolone e monotono (forse per questo Clarabella si concede qualche distrazione proprio con Goofy!). Un Gottfredson in forma smagliante, stile pop art. Il portfolio, firmato da Luca Boschi, ci parla delle coprtine egli Albi d'Oro del dopoguerra, che riproponevano le vecchie storie. Un'alternanza di bei ricalchi e di disegni orrendi (vedi "T e i raggi H-K).
      Albo da leggersi tutto d'un fiato: vi divertirete. Williams non è Walsh, ma  sicuramente è un bravo umorista. Troverete molte autocitazioni, dal nome del dottore scritto sulla porta alla sequela di comprimari alquanto corpulenti! ;)
      « Ultima modifica: Venerdì 20 Ago 2010, 04:40:54 da alec »

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        Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
        Risposta #2: Sabato 4 Set 2010, 12:47:44
        Strisce (31/07/63 - 11/12/64)

        Continua il periodo di magra. Parecchie strisce mosce e ripetitive (come quelle sul doppio significato di to play).

        L'ottimo articolo di introduzione evidenzia come (seguendo l'esempipo di molte strisce coeve di successo) l'attenzione si sposti sul mondo infantile di Tip e di Alvin: queste sono le strisce migliori, mentre trovo mediocri quelle dove sono protagonisti Topolino e Minni.

        Inziano ad affaciarsi i primi temi ricorrenti: il metereologo "nemico" di Pippo, la macchinina di Tip, l'odio verso gli spinaci...


        Le cinque migliori strisce: 02/09/63, 07/01/64, 18/02/64, 22/05/64, 17/10/64

        La migliore striscia: 07/01/64

          Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
          Risposta #3: Venerdì 10 Set 2010, 10:06:55
          A parte la presenza più cospicua di gags incomprensibili se non in lingue originale, questo numero non mi è sembrato poi così terribile. Il personaggio di Tip è molto più piacevole qui che non nelle storie italiane (sopratutto quelle più recenti). Tip è un bambino della media borghesia con tutto il suo carico di simpatia e intemperanze proprie della sua età. Mi pare ben tratteggiato.
          "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

          Piero Calamandrei - "Elogio de

            Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
            Risposta #4: Venerdì 10 Set 2010, 11:49:09
            Vedo che c'è una quantità di opinioni del tutto contrastanti.
            Bè, Tap (o Tip?) sarà pure ben tratteggiato, ma è noiosino alquanto.
            Anche senza paragonarlo ai Peanuts che sono tutt'altro genere - ma, mi dispiace dirlo, rispetto a questa produzione Disney, anche... tutt'altro livello - comunque lasciando stare Schulz, che differenza Tip con Qui Quo Qua!
            E che differenza tra Topolino e Paperino!
            Ho trovato meraviglioso il MM anni 30 di Gott, ma leggere questi volumi mi spiega come mai da ragazzina Topolino non mi è mai piaciuto e così a tanti altri...

            Le gags non trovo siano questa meraviglia che dice qualcuno, l'hop già scritto in altro thread, spesso sono solo banali calembours, per di piu ricliclati piu volte, come quello della scherma e dei recinti... :(
            « Ultima modifica: Venerdì 10 Set 2010, 11:52:25 da Florence »

              Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
              Risposta #5: Venerdì 10 Set 2010, 12:11:57
              Vedo che c'è una quantità di opinioni del tutto contrastanti.
              Bè, Tap (o Tip?) sarà pure ben tratteggiato, ma è noiosino alquanto.
              Anche senza paragonarlo ai Peanuts che sono tutt'altro genere - ma, mi dispiace dirlo, rispetto a questa produzione Disney, anche... tutt'altro livello - comunque lasciando stare Schulz, che differenza Tip con Qui Quo Qua!
              E che differenza tra Topolino e Paperino!
              Ho trovato meraviglioso il MM anni 30 di Gott, ma leggere questi volumi mi spiega come mai da ragazzina Topolino non mi è mai piaciuto e così a tanti altri...

              Le gags non trovo siano questa meraviglia che dice qualcuno, l'hop già scritto in altro thread, spesso sono solo banali calembours, per di piu ricliclati piu volte, come quello della scherma e dei recinti... :(

              Mi trovi d'accordo sulla ripetitività, sul fatto delle battute riciclate, anche sul fatto che alcune proprio non si digeriscono; e Tip sarà anche "noiosino" ma... Che cosa ci si aspetta da una striscia che appariva ogni giorno su un quotidiano?

              Prendo come esempio il Corriere della Sera e Giannelli. E' un ottimo vignettista (c'è differenza tra la striscia e la vignetta, lo so, però è l'unico tipo di raffronto con oggi che possiamo tentare) e tratteggia in uno spazio angusto e con due parole a disposizione magari intere giornate di (spesso alquanto inutile) polemica politica.
              Vedere la vignetta ogni giorno, strappa un sorriso e, se ben fatta, anche una sonora risata, ma finisce lì. Andiamo a rileggere qualche raccolta di vignette di Giannelli o Forattini o ElleKappa o Vauro etc... e l'effetto sarà lo stesso che un volume di 430 strisce circa provoca spesso sui lettori del TuttoGott autoconclusivo (con le dovute differenze, innanzi tutto la varietà di temi che la politica offre come spunto e che forniscono già una base pronta per l'autore che deve trarre lo spunto per far nascere la battuta).

              Purtroppo la scelta del King Feauture Sindicate ci ha privato di 30 anni di altre storie lunghe disegnate dal Gott. ma io direi di non recriminare contro il passato e dirci fortunati di poter leggere un corpus ordinato di questa produzione altrimenti difficilmente irreperibile o anche introvabile per il semplice appassionato che compra fumetti in edicola.

              Inoltre,  paragoni Topolino/Paperino e rispettivi nipotini li potrò fare solo dopo aver letto le strisce di Taliaferro; altrimenti non credo sia un equo raffronto.

              Tu Florence le hai lette le strisce di Paperino?

               :)
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                Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                Risposta #6: Venerdì 10 Set 2010, 12:49:38
                C'è un cambiamento viscerale rispetto alle strisce di Walsh. Con Williams le strisce si trasformano nelle tradizionali "battute", a differenza delle attivissime e corrosive strisce di Walsh. Lo sfondo sociale diventa più sbiadito, e le azioni stesse dei personaggi riflettono poco l'epoca in cui sono ambientate (per fortuna Walsh sarà presente nelle tavole domenicali ancora per un po').
                In genere quelle di Williams (che già conoscevo tramite vecchi numeri di New Comics Now) mi piacciono molto meno, e innumerevoli si concludono con l'espressione che ritraggo più in basso (non ricordo quale sia la parola che connota quest'espressione), e quest'espressione allude ancor più in modo irritante alla tranquilla natura borghese del nuovo Topolino; è un umorismo leggero che non nasce certo con Roy Williams, ma è un tipo di umorismo che non si adatta perfettamente al mondo di Topolino & C.




                Per rispondere a Unchienandalou, direi che è questo che mi aspetto da una bella striscia di topolino giornaliera, quello che faceva Walsh e che adesso non riesce più agli sceneggiatori successivi.

                Quell'espressione che definirei "compiaciuta"che ha sottolineato Special Mongo, è davvero il modo in cui finiscono il sessantacinque per cento circa di queste strisce. Sono battutine sterili dove non vengono evidenziati i difetti, le manie, le preoccupazioni dei personaggi come accadeva nei peanuts di Schulz, che riuscivano a far diventare simpatici i personaggi che le vivevano. Ora nelle ultime strisce di Topolino sono tutti compiaciuti della loro vita americana senza o quasi segni dell'attualità e con battute spesso ripetitive.

                Però ripeto, mi sento fortunato a poter avere in casa mia tutta questa produzione, che altrimenti non avrei mai visto.
                E  per alec: questo per me non è certo per colpa di Gottfredson, che disegna sempre benissimo in questi anni  ;)
                « Ultima modifica: Venerdì 10 Set 2010, 12:50:59 da bacci88 »

                  Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                  Risposta #7: Venerdì 10 Set 2010, 13:10:30

                  Mi trovi d'accordo sulla ripetitività, sul fatto delle battute riciclate, anche sul fatto che alcune proprio non si digeriscono; e Tip sarà anche "noiosino" ma... Che cosa ci si aspetta da una striscia che appariva ogni giorno su un quotidiano?

                  No, questa non te la passo mica! Anche Peanuts usciva ogni giorno su un quotidiano ::)


                  Tu Florence le hai lette le strisce di Paperino?
                   :)

                  In effetti mentre lo scrivevo pensavo alle storie non dico lunghe ma non strips autoconclusive.
                  Comunque ho un libro Paperino 365 e anche qualche altra raccolta che non ricordo e Paperino e QQQ, anche nell'autoclonclusivo, li trovo di gran lunga superiori.

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                  alec
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                    Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                    Risposta #8: Venerdì 10 Set 2010, 13:26:06
                    Comunque l'avevo detto: Williams NON è Walsh! Ricordiamoci che quest'uomo ci ha pure regalato quel gran capolavoro che è Mary Poppins. Roy era un buon umorista medio, piacevole ma niente di più.  Taliaferro fece con Donald un ottimo lavoro, anche se le sue strips quasi non avevano dialoghi: diede forma grafica al Paperino poi sviluppato da Barks.
                    Le autoconclusive hanno un gran pregio: quello di mettere a fuoco la personalità di Mickey. E' un giovane americano urbanizzato, eppure conserva qualcosa del suo retaggio rurale dei primi anni 30: di fronte all'arte d'avanguardia, alle novità tecnologiche, alle nuove mode il suo atteggiamento è di sorpresa, di accettazione quasi forzata, che rivela la sua indole sostanzialmente conservatrice.  E', insomma, un tipo alla buona, legato ai vecchi tempi.  Goofy si rivela assai più entusiasta (a modo suo, s'intende) delle meraviglie dell'era contemporanea! ;)
                    « Ultima modifica: Venerdì 10 Set 2010, 13:37:09 da alec »

                      Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                      Risposta #9: Venerdì 10 Set 2010, 14:24:20

                      No, questa non te la passo mica! Anche Peanuts usciva ogni giorno su un quotidiano ::)



                      In effetti mentre lo scrivevo pensavo alle storie non dico lunghe ma non strips autoconclusive.
                      Comunque ho un libro Paperino 365 e anche qualche altra raccolta che non ricordo e Paperino e QQQ, anche nell'autoclonclusivo, li trovo di gran lunga superiori.

                      Conosco molto poco dei Peanuts, e non ho letto neanche una striscia di Paperino Sindacato (e proprio per questo mi guardo bene dal tentare paragoni), in ogni caso non è certo mia intenzione livellare gli autori. Ogni autore ha le proprie caratteristiche e il suo modo di intendere la striscia. Magari per capacità o per scelta Williams si teneva su quel livello che a molti (non mi riferisco a nessuno in particolar modo, solo un'impressione generale) appare quasi scandaloso. Beh, io non concordo su quel scandaloso. E' una striscia quotidiana riguardante un universo ben delineato, con molti limiti intrinseci alla formula che pesano sul risultato finale (e non si può non tenerne conto) e con molti limiti imposti dal tema trattato.
                      Ma ripeto, lungi da me l'idea di generalizzare; solo che dal mio punto di vista certi accanimenti sono eccessivi.
                      "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

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                        Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                        Risposta #10: Venerdì 10 Set 2010, 16:22:17

                        Conosco molto poco dei Peanuts, e non ho letto neanche una striscia di Paperino Sindacato (e proprio per questo mi guardo bene dal tentare paragoni), in ogni caso non è certo mia intenzione livellare gli autori. Ogni autore ha le proprie caratteristiche e il suo modo di intendere la striscia. Magari per capacità o per scelta Williams si teneva su quel livello che a molti (non mi riferisco a nessuno in particolar modo, solo un'impressione generale) appare quasi scandaloso. Beh, io non concordo su quel scandaloso. E' una striscia quotidiana riguardante un universo ben delineato, con molti limiti intrinseci alla formula che pesano sul risultato finale (e non si può non tenerne conto) e con molti limiti imposti dal tema trattato.
                        Ma ripeto, lungi da me l'idea di generalizzare; solo che dal mio punto di vista certi accanimenti sono eccessivi.
                        Ragionamento che non fa una grinza. Quoto.

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                          Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                          Risposta #11: Venerdì 10 Set 2010, 16:30:20

                          . Magari per capacità o per scelta Williams si teneva su quel livello che a molti (non mi riferisco a nessuno in particolar modo, solo un'impressione generale) appare quasi scandaloso. Beh, io non concordo su quel scandaloso. E' una striscia quotidiana riguardante un universo ben delineato, con molti limiti intrinseci alla formula che pesano sul risultato finale (e non si può non tenerne conto) e con molti limiti imposti dal tema trattato.

                          Per carità, scandaloso mai, un po' deludenti, quello sì. Ma questa produzione mi pare pur sempre gradevole, e son contentissimo che la stiano pubblicando ;)

                            Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                            Risposta #12: Venerdì 10 Set 2010, 16:33:35

                            Per carità, scandaloso mai, un po' deludenti, quello sì. Ma questa produzione mi pare pur sempre gradevole, e son contentissimo che la stiano pubblicando ;)
                            Condivido, dal punto di vista storico-collezionistico la pubblicazione integrale delle strips di questo periodo è un evento degno di rilievo e molto meritevole.

                              Re: Gli Anni d'oro di Topolino 22 (1963-1964)
                              Risposta #13: Venerdì 10 Set 2010, 16:40:43

                              Per carità, scandaloso mai, un po' deludenti, quello sì. Ma questa produzione mi pare pur sempre gradevole, e son contentissimo che la stiano pubblicando ;)

                              Appunto! Personalmente, anche nell'autoconclusiva meno gradevole e simpatica, Topolino risulta molto più vero di tante storie contemporanee.
                              E quoto anche AleSandro!
                              "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

                              Piero Calamandrei - "Elogio de

                               

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