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Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)

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Flagello dei mari
PolliceSu   (1)

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PolliceSu   (1)
    Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
    Risposta #15: Giovedì 8 Lug 2010, 19:55:59
    Questo è l’ultimo numero con storie a continuazione, e il primo con le strisce autoconclusive (ben 312!). mettiamo da parte il dispiacere a questa novità ( e il rammarico per non aver avuto altre storie potenzialmente belle, ma anche potenzialmente brutte, chi può dirlo), e parliamo di questo numero.
    Su Pluto Innamorato, molto carina, storia rara, bello l’aggancio con la storia successiva, simpatica quotidianità, un bel Pluto: promossa a pienissimi voti.
    Sul Piccolo Davy, crudele è l’esprimersi. Le 86 strisce, praticamente autoconclusive, vedono Topolino comparire pochissimo, e mai in un ruolo attivo. Le spiegazioni razionali sono inesistenti, manca il mistero, l’arrivo di questo personaggio è solo il pretesto per qualche gag (oltre che per pubblicizzare la serie televisiva del Crockett). L’arrivo del Grillo, per quanto divertente la commistione, non è molto utile,  e sentirlo dire “Si fanno migliori affari con il cappello da procione in testa” (vado a memoria, il senso è quello), è decisamente sconfortante. Comunque, il bambino dei boschi non è antipatico, e attraverso di lui si cerca di capire la società odierna. Storia di transizione, si può valutare solo in questo senso. Resta però magistrale e struggente l’ultima striscia con Topolino e il Grillo “impegnati”  a osservare una scavatrice, simile a quella successiva all’allontanamento di Eta Beta (Anni d’Oro n.12). Peccato che non ci sia più nulla da osservare, se non una eterna (20 anni) sequela di autoconclusive (fino al num.30). Addio avventure,” Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!” (grazie Ale).
    Passiamo dunque a queste autoconclusive. Bé, devo dire che sono più che belle, spassose, divertenti, sardoniche, caustiche, a volte crudeli, molto ironiche. Tanti gli accenni alla televisione, tanti alle belle ragazze, tanti altri ai più svariati accadimenti quotidiani. Buono anche l’utilizzo del piccolo Davy, e soprattutto di Gancio. Certo che, nel mucchio di 312 strisce, e poi per i prossimi 20 anni, le belle strisce ci sono, e si ricordano solo quelle. La lettura avvince, ma alla lunga diventa faticosa e snervante, perché nulla accade. Mi chiedo se ci sia un buon modo per leggerle, che non sia una dopo l’altra  tutte insieme. In generale, mi hanno regalato momenti più che spassosi, molti sorrisi, però finisce lì. Non so come potrò sopportare altri 20 anni, e 14 numeri (Gulp!)
    Belli gli articoli, interessante la scheda su Gancio, utile nel contesto, gradevole la domenicale, comunque un’inedita (anche se pubblicata nell’originale americano in B&W sul Corriere dl 22 Marzo, il giorno in cui usciva il numero 1 di Anni d’Oro). Insomma, un buon numero su cui è però sospesa la Spada delle autoconclusive, che personalmente alla lunga trovo pesantissime e vuote, anche se divertenti. A meno che non ci sia un metodo migliore per leggerle.

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    Andrea87
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      Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
      Risposta #16: Giovedì 8 Lug 2010, 22:59:01
      secondo me l'unica soluzione umanamente compatibile sarebbe stata quella di pubblicare per ogni volume 2 storie lunghe ed il resto tutte tavole conclusive, in modo da non annacquare troppo questa dozzina di volumi...

      certo, la cronologica andava a farsi benedire, però alla fine cominciarono sempre dal '39 (e quindi cronologica non è!)!
      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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        Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
        Risposta #17: Giovedì 8 Lug 2010, 23:59:26
        Ossignur! No no... per quanto non apprezzi le autoconclusive (se confrontate alle storie vere), fare dei miscugli sarebbe stata la soluzione in assoluto peggiore.

        E comunque questa edizione è cronologica, alla fine basta riordinare i volumi sullo scaffale, come con Barks.
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          Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
          Risposta #18: Venerdì 9 Lug 2010, 12:41:52
          Finalmente un po' di roba inedita!
          Dieci volumi di autoconclusive? Ben vengano, per me sono la parte migliore di tutta la collana.

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          Andrea87
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            Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
            Risposta #19: Venerdì 9 Lug 2010, 13:00:48
            E comunque questa edizione è cronologica, alla fine basta riordinare i volumi sullo scaffale, come con Barks.

            avrei preferito non ci fosse il numero sulla costina...

            per fare un esempio: un lustro fa la gazzetta dello sport fece un'iniziativa analoga ristampando gli album della panini, cominciando però dall'edizione numero 11 (le prime 10 vennero recuperate alla fine, esattamente com con il tuttogott). bene, sulla costina mettevano solo l'annata del campionato, senza numerini infami e mi ha permesso di ordinarli come meglio credessi ;)
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            cianfa88
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              Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
              Risposta #20: Venerdì 9 Lug 2010, 15:05:45
              per fare un esempio: un lustro fa la gazzetta dello sport fece un'iniziativa analoga ristampando gli album della panini, cominciando però dall'edizione numero 11 (le prime 10 vennero recuperate alla fine, esattamente com con il tuttogott)

              Sei sicuro? Mi sembrava che avessero iniziato dal 1960. Le ultime uscite non contenevano delle ristampe parziali degli Almanacchi Panini?

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              Paolo
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                Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                Risposta #21: Venerdì 9 Lug 2010, 20:43:47
                Ecco la mia recensione, presa dalla pagina dell'edicola.

                Il volume di questa settimana si apre con "Topolino e Pluto innamorato", storia satirica sulle caratterizzazioni femminili nell'universo di Mickey, dove però Minni ha un ruolo secondario e del tutto mortificante nel confronto con le altre due figure femminili della storia: la prima di questa figure appare quando Pluto porta a casa una piccola cagnetta moribonda che, una volta rimessasi in forma, dimostra tutta la sua forza di carattere prevaricando Pluto che però non sembra soffrirne, perché follemente innamorato.
                Nonostante l'amore dimostrato da Pluto, Topolino tenta, forse per una latente forma di gelosia, di disfarsi della cagnetta cercandone la legittima proprietaria. Quando questa viene rintracciata risulta essere un'affascinante francese (simile a molte delle affascinanti figure femminili create da Gottfredson in quegli anni) che ridicolizza Topolino nel ringraziarlo: lo solleva da terra per baciarlo (lei è alta più del doppio di lui) come se fosse un bambino: una donna "vera" risulta essere decisamente troppo per Mickey. Proprio nel momento in cui Mademoiselle Clu Clu esprime la sua gratitudine a Topolino, entra Minni, che si dimostra gelosa e possessiva ai limiti del ridicolo (specialmente nel confronto con la francese).


                A chiusura dell'epica serie delle strisce "a continuazione" di Mickey, giunge "Topolino e il piccolo Davy Crockett", l'ultima storia a continuazione del ciclo di Topolino, e scorre via malinconica tra le premonitrici preoccupazioni ambientali di Davy e la nuova caratterizzazione del Grillo Parlante, per l'occasione ribattezzato Grillo Crockett, sempre più lontano dall'originaria versione di Collodi. La saga è alla fine, Topolino è annoiato, più preoccupato di fare da buon tutore a Davy e a Tap piuttosto che di dividere con loro l'avventura. Alla fine resterà solo, anche l'ultimo degli alieni verrà neutralizzato (dall'ispettore scolastico).

                Mickey ha percorso tutto il suo cammino evolutivo, ed ora ha anche finito di discendere la china: l'eroe ragazzo della golden age è maturato, ha lasciato il posto al topo "inquieto" degli anni della guerra e si è poi evoluto nel personaggio sempre più umano (e perciò insicuro, amaro e vulnerabile) caratterizzato da Walsh. Mickey ha esaurito il suo compito, non ha più nulla a che spartire con la società in cui vive; il suo ruolo è stato preso da Paperino, dal Donald Duck di Barks che lo ha oramai superato in popolarità.

                E a questo proposito ci piace sottolineare come l'ideale passaggio di consegne avvenga simbolicamente proprio nell'ultima vignetta dell'ultima storia: Topolino guarda annoiato il lavoro di una scavatrice, proprio come Paperino ed i suoi nipoti osservavano la stessa scavatrice (così ci piace pensare) all'inizio di Paperino e la scavatrice nel 1949, cioè proprio nel periodo in cui stava avvenendo il sorpasso di popolarità anche nei fumetti.


                Non mi dilungo sulle strisce autoconclusive, pur interessanti, ma non paragonabili per spessore ed interesse a quanto visto sinora.

                Ora, chi volesse cimentarsi con le recensioni ai prossimi volumi e' il benvenuto, per quanto mi riguarda, vi do' appuntamento al volume numero 31 "L'’isola misteriosa"....

                  - Paolo
                « Ultima modifica: Venerdì 9 Lug 2010, 20:44:09 da Paolo »

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                Malachia
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                  Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                  Risposta #22: Sabato 10 Lug 2010, 09:33:14
                  Non mi dilungo sulle strisce autoconclusive, pur interessanti, ma non paragonabili per spessore ed interesse a quanto visto sinora.
                  Ora, chi volesse cimentarsi con le recensioni ai prossimi volumi e' il benvenuto, per quanto mi riguarda, vi do' appuntamento al volume numero 31 "L'’isola misteriosa"....
                  Si potrebbe, pure, per non "appesantire" troppo il forum, aprire un topic unico per tutti i volumi da 17 a 30... come per "Disney Story". Cattiva idea? :-/
                  « Ultima modifica: Sabato 10 Lug 2010, 09:33:40 da iuventuri »

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                  Andrea87
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                    Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                    Risposta #23: Sabato 10 Lug 2010, 20:23:09

                    Sei sicuro? Mi sembrava che avessero iniziato dal 1960. Le ultime uscite non contenevano delle ristampe parziali degli Almanacchi Panini?

                    hanno cominciato dal '70 fino al 2005 (mi pare) e poi hanno ripreso dal '60.

                    In seguito hanno cominciato con gli almanacchi dal '71 all'ultimo ;)
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                      Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                      Risposta #24: Domenica 11 Lug 2010, 18:50:58
                      Non nascondo che le autoconclusive non mi entusiasmano. Possono essere divertenti, ironiche, ma sono praticamente come gli odieni ciak. Come ha detto qualcuno, forse esagerando un po', lette 100, lette tutte.

                      Parlando piú in generale, è un bene che la cose siano fatte bene e con completezza, ma se la collana si fosse focalizzata sul periodo esclusivamente tra il 1930 e il 1955 il suo valore sarebbe stato almeno il 90% di quello globale. Non mi sarei per nulla strappato i capelli.

                      Mi resta il dubbio di come sarebbe stata influenzata la produzione italiana senza la nefasta decisione del passaggio alle autoconclusive.
                      Essere originale è un pregio; volerlo essere è un difetto


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                      PORTAMANTELLO
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                        Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                        Risposta #25: Domenica 11 Lug 2010, 19:40:30
                        Resta però magistrale e struggente l’ultima striscia con Topolino e il Grillo “impegnati”  a osservare una scavatrice, simile a quella successiva all’allontanamento di Eta Beta

                        Ottima osservazione. Però la vignetta in questione è tutt'altro che struggente, è proprio una gag. Al contrario era toccante la gemella del post-Eta Beta: una vignetta muta, preceduta da un Topolino solissimo e seguita da un Mickey in cerca di nuovi spazi. L'analogia è comunque significativa: una vignetta simboleggia la fine di un ciclo (quello di Eta) e il declino di un'era (quella della grande Avventura) e l'altra l'inizio delle autoconclusive, all'insegna dell'immediatezza e della comicità.
                        No man commanded Jean Louise.
                        Not on land and not on water.
                        Jean did whatever he pleased,
                        Until he kissed the gunners daughter.

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                          Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                          Risposta #26: Lunedì 12 Lug 2010, 00:15:46
                          Se la Disney Italia desiste dall'imbarcarsi in imprese così intelligenti come il recupero sistematico delle autoconclusive, è anche per questi cattivi incoraggiamenti e aggettivi come "nefasta", senza contare che sembra si minimizzi sin troppo la produzione italiana. Infatti quello delle storie a striscia prodotte in Italia da Scarpa per sopperire alle decisioni statunitensi, è semplicistico, in quanto già prima in Italia erano cominciate storie di Topolino ad ampio respiro, come "Topolino e il pesce cannibale", in cui Martina rinuncia per la prima volta alle tipiche stramberie del suo repertorio.
                          Quando poi le autoconclusive sono appunto l'aspetto rivoluzionario della collana Anni d'Oro.

                          In generale, se la striscia di Topolino si fosse trasformata in una sul modello dei Peanuts, avrebbe perso in avventura ma guadagnato moltissimo su altri fronti. Purtroppo non è successo così: tra la striscia autoconclusiva di Mickey Mouse e quella dei Peanuts c'è molta distanza.... ma c'è un abisso tra la striscia autoconclusiva di Mickey Mouse e le orride ciak con cui gli artisti italiani pretenderebbero di far ridere sul Topolino libretto.
                          Proprio non ce la fate e considerare le autoconclusive di Mickey - nettamente superiori all'insignificante - ai dimenticati ed intelligenti sketches per esempio presenti nella televisione italiana, ad opera dei grandi mattatori del nostro stivale? E ovviamente parlo dei tempi passati, non delle banali e stupide sit-com.
                          E poi dove sarebbero i motivi di cotanta recriminazione, visto che i lettori americani si "sorbirono" le autoconclusive per 35 anni (dal 1955 al 1990), mentre noi dovremo leggerle per solamente 2 mesi?

                          E mi dispiace molto che questi e altri commenti poco incoraggianti danneggino la possibilità di una raccolta di Taliaferro, sicuramente molto di più che "scaramucce tra Paperino e Ciccio e i nipotini".


                          « Ultima modifica: Lunedì 12 Lug 2010, 00:19:46 da Sam_Spade »
                          Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                            Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                            Risposta #27: Lunedì 12 Lug 2010, 00:52:11
                            Se la Disney Italia desiste dall'imbarcarsi in imprese così intelligenti come il recupero sistematico delle autoconclusive, è anche per questi cattivi incoraggiamenti e aggettivi come "nefasta"

                            Mi sembra che tu stia fraintendendo. L'aggettivo che citi è stato utilizzato in un contesto ben diverso, che non critica la scelta della pubblicazione organica delle autoconclusive dal 1955 in poi, quanto la decisione originaria dei sindacati di uccidere la continuity in favore della gag. E anche se non totalmente negativa, è stata una scelta che ha posto fine a uno dei periodi più felici del fumetto Disney. Che poi l'epopea delle strip fosse in declino è tutto un altro discorso.


                            Citazione
                            senza contare che sembra si minimizzi sin troppo la produzione italiana. Infatti quello delle storie a striscia prodotte in Italia da Scarpa per sopperire alle decisioni statunitensi, è semplicistico, in quanto già prima in Italia erano cominciate storie di Topolino ad ampio respiro

                            Anche qui, fraintendi. La produzione scarpiana non è mai stata pensata per sopperire alla mancanza di inediti a strisce dall'America. E' un'iniziativa dello stesso Scarpa e va giustamente citata come la naturale evoluzione dell'eredità walsh-gottredsoniana, sia a livello formale che contenutistico. Che la scuola italiana abbia già iniziato a produrre in proprio non è in questo caso rilevante, visto che non si tratta di un discorso "storicista" quanto piuttosto dell'individuamento di un determinato percorso artistico, che parte da Floyd per arrivare a Scarpa e ai suoi successori.


                            Citazione
                            E poi dove sarebbero i motivi di cotanta recriminazione

                            Infatti non ce ne sono. Non ho visto nessuno lamentarsi. Pero è certo che, al di là dei gusti personali, 10 volumi di autoconclusive e le autoconclusive in sè siano meno appassionanti delle storie precedenti. Questo ovviamente non sminuisce la portata dell'apprezzabilissima operazione filologica che si sta realizzando con quest'iniziativa, ma ovviamente, dal punto di vista prettamente narrativo, non si tratta del top della produzione gottfredsoniana, nonostante le strisce in questione rimangano decisamente godibili.

                            Ma poi, credi davvero che i (presunti) cattivi atteggiamenti da parte del fandom possano danneggiare questa o quella iniziativa o anche solo minimamente influenzare le leggi del mercato editoriale?
                            No man commanded Jean Louise.
                            Not on land and not on water.
                            Jean did whatever he pleased,
                            Until he kissed the gunners daughter.

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                            PolliceSu
                              Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                              Risposta #28: Lunedì 12 Lug 2010, 01:13:39

                              Mi sembra che tu stia fraintendendo. L'aggettivo che citi è stato utilizzato in un contesto ben diverso, che non critica la scelta della pubblicazione organica delle autoconclusive dal 1955 in poi, quanto la decisione originaria dei sindacati di uccidere la continuity in favore della gag. E anche se non totalmente negativa, è stata una scelta che ha posto fine a uno dei periodi più felici del fumetto Disney. Che poi l'epopea delle strip fosse in declino è tutto un altro discorso.



                              Anche qui, fraintendi. La produzione scarpiana non è mai stata pensata per sopperire alla mancanza di inediti a strisce dall'America. E' un'iniziativa dello stesso Scarpa e va giustamente citata come la naturale evoluzione dell'eredità walsh-gottredsoniana, sia a livello formale che contenutistico. Che la scuola italiana abbia già iniziato a produrre in proprio non è in questo caso rilevante, visto che non si tratta di un discorso "storicista" quanto piuttosto dell'individuamento di un determinato percorso artistico, che parte da Floyd per arrivare a Scarpa e ai suoi successori.



                              Infatti non ce ne sono. Non ho visto nessuno lamentarsi. Pero è certo che, al di là dei gusti personali, 10 volumi di autoconclusive e le autoconclusive in sè siano meno appassionanti delle storie precedenti. Questo ovviamente non sminuisce la portata dell'apprezzabilissima operazione filologica che si sta realizzando con quest'iniziativa, ma ovviamente, dal punto di vista prettamente narrativo, non si tratta del top della produzione gottfredsoniana, nonostante le strisce in questione rimangano decisamente godibili.

                              Ma poi, credi davvero che i (presunti) cattivi atteggiamenti da parte del fandom possano danneggiare questa o quella iniziativa o anche solo minimamente influenzare le leggi del mercato editoriale?

                              Se ti sei sentito preso in causa, io effettivamente non rispondevo a nessuno in particolare, ho visto certe frasi qua e là e allora ho elaborato questo post.
                              Poi sarei effettivamente contento se queste minuzie non danneggiano le iniziative editoriali ancora in fase di decisione.
                              Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


                                Re: Gli Anni d'Oro di Topolino n. 16 (1955-1956)
                                Risposta #29: Lunedì 12 Lug 2010, 01:20:23
                                Non mi sono sentito tirato in causa. Ho risposto per precisare delle inesattezze nel tuo post. :)
                                No man commanded Jean Louise.
                                Not on land and not on water.
                                Jean did whatever he pleased,
                                Until he kissed the gunners daughter.

                                 

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