La seconda parte del ciclo di Eta Beta ad opera di Walsh e Gottfredson (in futuro sappiamo che moltissimi autori riprenderanno la figura dell’Uomo del 2000, spesso snaturandolo) la troviamo in questo volume, che si apre con la storia Topolino e il Processo ad Eta Beta, dove torniamo a concentrarci sulle follie del personaggio, che lo portano ad essere denunciato e a doversi difendere in tribunale. Ad una storia “leggera”, basata perlopiù sulle gag (in cui comunque si può riflettere sull'effetto che un diverso provoca sulla società benpensante), ne segue una che invece mostra un Eta Beta dallo sguardo truce e malvagio (Topolino e lo Strano Potere di Flip), drogato da un redivivo Gambadilegno per potersi disfare di Topolino tramite il suo nuovo amico. Avendo rapito il povero Flip (che nel frattempo scopriamo avere contratto la zizosi, malattia che fa dire la verità a chiunque gli è vicino) Pietro tiene in pugno Eta, ma alla fine tutto si risolverà. Spettacolare Topolino accusato di crimini non commessi.
Si entra alla grande nella fantascienza con Topolino ed Eta Beta nel Pianeta Minorenne, in cui i due protagonisti, che volevano arrivare sulla luna, arrivano invece sul pianeta del titolo, dove gli animali (i Trigiloni) comandano gli esseri umani, che hanno letteralmente perso la faccia (il loro volto è una palla vuota) quando hanno perso il potere. Avventura elettrizzate e coinvolgente, offre a Walsh l’occasione di sbizzarrirsi nelle sue trovate folli, come la cortina di gelatina nello spazio che Topolino si mette beatamente a mangiare. Bello leggere tra le righe di questa storia satira e riferimenti alla politica del tempo, vedendo gli umani senza faccia come americani e i Trigiloni dall’aspetto di orsi come russi.
E dopo la fantascienza, esploriamo altri due generi narrativi. Il western con Topolino ed Eta Beta nel Texas, storia che non mi sembrava nulla di che ma che invece si è rivelata decisamente interessante quando si è scoperto la natura dei fantasmi che infestavano la città dove i nostri due eroi si erano recati, e soprattutto quando si è scoperto il segreto della fenomenale tredicite. Tutto ciò ha fatto guadagnare molti punti alla storia. Ottima fin dall’inizio si dimostrata invece la storia che esplora il giallo/thriller, Topolino e la Banda della Morte, dove Topolino ed Eta Beta aprono un’agenzia investigativa sfruttando la dote di Flip di fiutare un crimine mentre si sta svolgendo. Peccato che un pericoloso cartello criminale decida che quest’agenzia è troppo pericolosa per i suoi affari, e cerchi di eliminare i protagonisti in sequenze memorabili. La scoperta dell’identità del capo della banda lancia la storia nell’Olimpo delle più geniali del ciclo di Eta Beta.
In questo volume, come in quello precedente, i disegni di Gottfredson sono decisamente accattivanti, è bello notare nel corso delle storie l’evoluzione grafica di Eta Beta (specie nella forma della testa e nell’espressione), e il Topolino di queste strisce mi piace moltissimo, il tratto di Gottfredson mi pare molto azzeccato nel ritrarre questo Topolino che si fa trascinare in lungo e in largo da quel buffo essere.