Il volume si apre con un interessante articolo di Boschi sull'evoluzione grafica del Gott, cominciando con la disamina delle prime tavole tratte dalla "Valle della morte". Si sottolinea l'influenza sull'allora giovanissimo Floyd dei coevi Krazy Kat e Little Nemo. Poco più tardi, il suo tratto un po' infantile migliorerà, seguendo, attraverso i model sheet dei cartoons, l'evoluzione cinematografica di Mickey. Intrigante l'osservazione sui personaggi felini creati negli anni 30, assai simili a quelli che comparivano sugli schermi (da piccolo, credevo succedesse l'inverso, e attribuivo al Gott l'invenzione dei mici neri con le orecchie a punta!). A metà del decennio successivo il Maestro intraprende un rinovamento stilistico che lo porta da un atteggiamento analitico ad uno sintetico, il quale avrà il suo culmine proprio nelle strisce più tarde (anche se, per alcuni, questo periodo è indicato come "decadente"! MAH!
)e che influenzerà Autori del calibro di Bottaro, Scarpa, Cavazzano e Jippes.
Passando alle strisce, questo volume vede protagonista Pippo, con le sue strampalate quanto esilaranti battute (il numero 28 è forse uno dei migliori per Goofy!). Gott si fa sostituire per qualche tempo da Mike Ares alle matite e dal fedele Gonzales per le chine, con ottimi risultati. Connell scrive gags al passo con i tempi, come è consuetduine dei precedenti autori.
Chiudono un interessante portfolio dedicato alle figurine Disney degli anni 30, molte delle quali ricavate direttamente dalle tavole gottfredsoniane (ma sono quasi sicuro che ci abbia messo le mani Taliaferro, all'epoca inchiostratore della striscia di Mickey ed autore di materiale extrafumettistico, come le banconote Disney, dallo stile praticamente indistinguibile da quello di Floyd) ed una rapida carrellata, curata da Beccattini, sull'opera di Jack Manning.
Voto: 5 stelle con lode.