Un altro bel numero, indubbiamente. Partiamo dal portfolio, interessante ma sfuggente, senza molto peso. In generale è un problema che anche gli altri portfoli hanno, un po’ di illustrazioni, con didascalie piuttosto vaghe, senza molta completezza. Le copertine del Topolino d’Oro non sono state pubblicate tutte, così per quelle di Bruna o di Rubino, il caso di questo numero. Peraltro, sono illustrazioni molto belle, però non appaiono articoli molto curati.
Passando alle storie, sono rimasto molto sorpreso dal Deserto del Nulla, una bella storia, dinamica e ricca di suspense, con bei personaggi (Magneto ma anche il padre di Dynamina, veramente spassoso). Su Topolino contro Topolino c’è poco da dire, tanto è ben costruita ed emozionante.
La Scarpa Magica è una storia strana, forse con pochi fatti ben uniti tra loro, ma Verdeverde è un bellissimo personaggio, malvagio ma non troppo, e certi passaggi della storia sono molto belli, come il viaggio in treno, l’arrivo nel villaggio con l’oca, oppure il malinconico finale, con un Topolino sinceramente triste. Con il Gorilla Cirillo, abbiamo una storia simpatica, senza troppe pretese, divertente e che fa pensare sulle modalità di socializzazione nella polis. Ed è ricca di gag simpatiche. Anche in questa storia, Topolino si affeziona all’intruso, al diverso, e vorrebbe che la situazione non cambiasse mai. In effetti, appare refrattario al cambiamento, ormai più imborghesito, con una casa e vestito di tutto punto.
Potrei finire qui, con molta soddisfazione, ma mi è sorto un dubbio. Questa cronologica di Gottfredson prevede una nuova traduzione, più fedele, ed è più che giusto. Ma allora come mai si lasciano tutti i nomi in italiano, come Cirillo o peggio ancora Lino (bleah!) del Trovatello Milionario, quando negli stessi articoli c’è difficltà a spiegare queste traduzioni un po’ avventate? Va bene la tradizione, però sembrano quasi autarchiche, come se nessuna parola inglese potesse infilarsi nelle storie, quando la Storia odierna mostra una ben diversa via.