Mi chiedo ancora una volta perchè le storie dei primi anni 30 siano state posposte per motivi commerciali. Queste strips, che contengono in gran parte materiale realizzato da Gottfredson in qualità di autore completo (a parte le chine, spesso di Al Taliaferro) sono strepitose, e le ricordo come mie favorite quando ero un piccolo lettore de "Il Topolino d'oro". Le tavole post-1935 saranno graficamente più nitide e precise, ma le vicende scritte dal maestro dell'Utah mi entusiasmano maggiormente, pur amando moltissimo le avventure realizzate da De Maris e Osborne, ormai rinomati classici a fumetti. Il volume si apre con un'introduzione che mette a fuoco la prima spalla di Mickey, il simpatico galeotto "redento" Butch, da noi chiamato Sgozza o Sgozzatore. Recentemente recuperato dagli artisti Egmont, è il caratteristico fuorilegge da quattro soldi di primo Novecento, rozzo ed ignorante, ma ingenuo e, sostanzialmente, di buon cuore. Vestito di stracci con un grosso berretto all'irlandese calcato sulla fronte, potrebbe essere stato un compagno di giochi de "Il Monello" di Chaplin, ormai cresciuto e traviato dalle cattive compagnie. Le prime strisce, raggruppate sotto il titolo di "
T.nell'alta società" appaiono assai accattivanti, e ci illustrano l'ingresso di Sgozza nei quartieri alti di Topolinia, guidato dal suo pigmalione Mickey. Esilaranti le gags che lo vedono acquistare un pigiama come "abito da sera", con tanto di cilindro (5/5/31), "contrassegnare" la padrona di casa durante una festa danzante (13/5/31), proporsi in qualità di gigolò (14/5/31). Floyd avverte i lettori che verrà inviata una foto di Topolino a chi ne farà richiesta: le redazioni dei giornali sono in breve invase dalla corrispondenza dei fans. Senza alcuna soluzione di continuità, inizia la storia
"T. domatore e saltimbanco": il Topo trova impiego in un circo, e svela l'identità di un sabotatore che cercava di rovinare gli spettacoli al fine di vendicarsi per un licenziamento. Al termine della vicenda, l'eroe compera un grosso cono gelato e si presenta a Minni, ma la dolce sorpresa è stata nel frattempo divorata da un cucciolone che aveva da poco esordito nel cinema, ideato da Norman "Fergie" Ferguson. Si tratta, lo avrete già capito, di Pluto, a cui sono dedicate le successive giornaliere, in questa sede raggruppate sotto il titolo di
"T. e Pluto".
Con
"T. e gli zingari" Gottfredson ci presenta l'allegra compagnia (Orazio, Clarabella, Minni, Mickey e Pluto) impegnata nei preparativi per un campeggio estivo (molto buffa la gag del 23/7/31, in occasione della quale Clarabella sfoggia un già allora arcaico costume da bagno risalente al 1908!). La brigata raggiunge, in un succedersi di imprevisti comicissimi, una regione lacustre occupata da un campo di loschi zingari, che rapiscono Minni con l'intento di estorcere al ricco zio la (allora) sontuosa somma di 5000 dollari. Topolino parte al salvataggio della fidanzata, e qui l'atmosfera diviene veramente da brivido. Le scene notturne nella foresta, l'attacco dei lupi e, soprattutto, la scena di Minni legata alla macina del mulino furono le letture più angoscianti della mia infanzia, ed in questa occasione Gott dimostra tutta la sua bravura di "regista". A seguire, due storie brevi di sapore casalingo, con protagonisti Orazio e Clarabella. Il 1932 inaugura
"T. e i due ladri", che riprende in parte il soggetto di "Mickey's mellerdrammer", uno short già in cantiere nei Disney studios, ma destinato ad uscire nelle sale solamente l'anno successivo. Topolino è qui impegnato a raccogliere 1500 dollari per allestire una recita di beneficenza,"La capanna dello zio Tom", il cui incasso verrà destinato ad una casa per gattini orfani: fra i vari espedienti, ricordiamo la vendita delle foto di Orazio, che interpreterà il bieco Simon Legree (20/1/32); i ritratti finiranno per fungere da testa per una serie di spaventapasseri! La recita (naturalmente assai caotica, visto che gli attori sono i nostri amici di Mousetown!) ha successo, ma il denaro viene rubato da Pietro e Lupo, mentre Orazio finisce in carcere in qualità di sospettato. Mickey si mette allora sulle tracce dei due lestofanti, sino a raggiungere un Klondike già visto sugli schermi nel corto "The Klondike Kid". La situazione si complica per il povero Cavezza e per lo stesso Topolino, che dopo una serie di peripezie riuscirà ad assicurare i banditi alla giustizia, scagionando l'amico. La parte conclusiva del volume è dedicata alle Sunday Pages del periodo, due delle quali (10/1/32 e 27/3/32) sono affidate all'infelice matita di Earl Duvall: delle due, la peggiore è sicuramnte la prima, nel quale il cartoonist fa tutto da solo, con risultati caricaturali. Trattasi comunque di una serie di gustosi "quadretti" che molti di voi già conosceranno, essendo stati ristampati più volte. Chiudono il volumetto la breve biografia del grande Al Taliaferro (1905-1969) firmata da Alberto Becattini, e la "carta d'identità" di Butch, redatta dal bravo Luca Boschi.
CINQUE STELLE anche per il n°32, assolutamente indispensabile!
PS: concordo con Special Mongo: le traduzioni de "Il Topolino d'oro" erano decisamente superiori: per esempio, nella striscia del 2/5/31 Butch fischietta (ci sono pure le note musicali!), ma al posto dell'allegra canzoncina "Mi sei simpatico/amico acquatico", nel baloon compare una sua riflessione sul colore dei pesci rossi che ha appena acquistato. Questo tipo di pubblicazioni richiederebbe maggior cura :
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