Si avvicina la fine di questa grande opera, ahime'! Questa e' la penultima recensione, vi invito a votare
sulla pagina dell'edicola questo volume... per vedere chi avra' il coraggio di mettere meno di 5 stelle! ;-)
Il volume si apre con "
Topolino e Pluto corridore", storia solo in apparenza "leggera", che si inserisce tra due avventure importanti di Mickey, come a spezzare il ritmo in una sorta di regole dell'alternanza che vede appunto Mickey alternare viaggi ed avventure "fuori sede" con piu' tranquille avventure domestiche, anche se nel caso di questa storia, a differenza di quelle dell'elefantino, dello struzzo Oscar e, per certi versi, del selvaggio Giovedi', vengono affrontate tematiche meno scontate dell' "intruso combinaguai": corse truccate, scommesse clandestine animali drogati e minacce; per non parlare della situazione di miseria e di malattia del Timoteo Fibbietti...
Altra nota caratteristica consiste nel fatto che gia' da ora possiamo vedere come Mickey stia diradando i suoi rapporti con Orazio a favore di quelli con Pippo.
Quella che segue, "
Topolino giornalista" e' una delle piu' belle storie a fumetti di tutti i tempi, non solo Disney! Direttamente ispirata ai film di gangster dell'epoca, e' un vero e proprio documento di denuncia delle connivenze tra politici e malviventi nell'America degli anni '30: Topolino assume la proprieta' e la direzione di un piccolo giornale di Topolinia e, dopo un gustoso inizio di aneddoti comici, inizia una sorta di guerra nei confronti dei politici corrotti. Tra i moltissimi spunti che la storia offre ci limitiamo qui a notare solamente i principali: a me e' sempre piaciuta moltissimo la figura di "John McSnoop", il giornalista del concorrente "L'Aurora" (o Morning Press nell'originale): disincantato anche se dalla parte "dei buoni", e' ancora oggi attualissimo quando chiede a Topolino "
...detto tra noi, a quale gruppo siete legato?". Poi c'e' l'esordio nelle strisce quotidiane di Paperino, che graficamente e' ancora molto simile a quello de "La Gallinella Saggia" piuttosto che a quello di Taliaferro o tantomeno a quello di Barks. Il ruolo di Gambadilegno inizia ad avere uno spessore ben piu' concreto di quello del generico villain, in effetti il ruolo di questo personaggio viene spesso svilito in quello del canonico "cattivo" senza particolari doti di brillantezza, mentre abbiamo gia' visto (per il paradosso temporale creato dall'ordine di uscita di questa collana) invece come in storie successive (specialmente in quelle del periodo di Eta Beta) sono stati molteplici i ruoli coperti da Gambadilegno. Infine un cenno merita lo sviluppo della citta' di Topolinia, che da piccolo borgo rurale si e' ora trasformata in una vera e propria citta' della provincia americana, non piu' composta di abitazioni in legno ma di solidi edifici in muratura, dotata di un proprio consiglio comunale, di cinema, di un'intensa vita sociale e di almeno due quotidiani.
"
Topolino e il tesoro di Clarabella" e' una storia forse dal ritmo un po' discontinuo, ma comunque godibile per i ruoli dei personaggi che vi recitano: primo tra tutti va notato il ritorno di Eli Squick che, per riuscire ad impossessarsi di un consistente quantitativo di pepite, cerca di sedurre Clarabella, la quale accetta la sua corte senza sentirsi in nessun modo vincolata dal suo precedente rapporto con Orazio. Quando Clarabella scopre che Squick e' interessato piu' ad un baule di suo nonno (che contiene la mappa di un tesoro) che a lei, ricambia idea altrettanto rapidamente, avvalendosi addirittura dell'aiuto di Orazio che, insieme a Topolino, si precipita alla ricerca del tesoro, necessario per saldare alcuni debiti di Clarabella (comunque nel corso della storia Clarabella non da' mai spiegazioni del suo comportamento a Orazio, e ne' lui ne chiede). A titolo di curiosita' notiamo che nella seconda striscia della storia e' Minni a guidare l'auto di Topolino (che l'automobile sia quella di Mickey lo si vede dalla "M" sullo sportello) e che il compleanno di Mickey cade il 28 settembre.
Chiude questo magnifico volume "
Topolino e il pirata Orango", l'avvincente storia che prelude alle imprese belliche di Mickey durante la seconda guerra mondiale. All'inizio dell'avventura la storia che il capitano Doberman racconta a Topolino sulle misteriose sparizioni degli equipaggi delle navi, e' ispirata a quella della "Mary Celeste". Particolarissima la figura del pirata Orango, stereotipo dell'ufficiale tedesco rappresentato in molti film dell'epoca dall'attore Erich Von Stronheim, la cui base segreta rimanda a situazioni ispirate dai romanzi di Giulio Verne come per il Nautilus del capitano Nemo.
- Paolo