Note prelettura del diciassettesimo volume.
Tempo al tempo: capolavoro assoluto per la trama e non per i disegni. Enna scrive una delle sue avventure meglio congegnate, che apparentemente ci porta sull’orlo del baratro temporale, scavando ancora una volta di più nella psicologia di quel mito pikappico che è il Razziatore. E di quell’altra leggenda che è suo figlio. Un’avventura stupenda, fantastica, splendidamente narrata, ed al contempo anche piuttosto inutile sotto certi profili (perché secondo me non era affatto necessario un epilogo a questa vicenda), ma malissimo sorretta dai disegni di Barbaro-Maccari, che certo non rendono giustizia alla meravigliosa trama, troppo piatti ed inespressivi, soprattutto per quel che concerne un noto droide muscoloso. Davvero un peccato. Degno di nota un riferimento che Paperinik fa a quel che succederà nel prossimo numero, segno che la continuity di questi numeri era ben stata congegnata, almeno per il momento... Segue l’unica miniserie scritta da Alessandro Sisti, splendidamente disegnata e colorata da un Turconi in forma smagliante, Lo Zen e la fisica dei quanti, dedicata alla vita di Everett Ducklair nel monastero di Dasham Bul. Vita che è tutto fuorché tranquilla e noiosa... Si ride alla grande, direi! Completava l’originale un redazionale bertoniano dal titolo Urka Dot Com: immaginate a che fosse dedicato? Ultimo consiglio: trattenete le lacrime, perché certa gente torna... prima di quel che possiate credere!
Sul lato oscuro: Cordara torna a parlare di Evroniani, in una storia che dovrebbe sapere di conclusione. Ma che conclusione non è affatto, come scopriremo nell’ultima pagina. Prima non scervellatevi, perché il colpo di scena è davvero geniale nella sua semplicità, ma è talmente inatteso da meritarsi un applauso a scena aperta, che fa soprassedere a dei dialoghi quantomeno rivedibili ed a volte, diciamocelo, un po’ noiosetti. La Migheli (chine di Matrone) se la cavicchia così così: i suoi disegni, purtroppo, sono tutt’altro che memorabili; chissà se Sciarrone non avrebbe dato tutto un altro impulso a questa storia, che si riscatta tutta nel finale. Ah, ricordatevi che si riallaccia ad un po’ di storie precedenti, tra le quali Sotto un nuovo Sole... Che non è di certo l’unica! Sisti e Turconi sono impeccabili nella seconda mini di Lo Zen e la fisica dei quanti, dove si ride di gusto ancora una volta. Concludeva un reportage dedicato alle vacanze, dove veniva fotografato un membro del Pkteam vicino ad una foca: non l’ho mai riconosciuto (forse Vitaliano), quindi, se qualcuno volesse aiutarmi...
Speciale 00: Super: speciale specialissimo, formato da storie di vari autori (Faraci, Enna, Artibani, Sisti, Macchetto ed altrettanti disegnatori), tutte più o meno sollazzose e dedicate alla vita di palta del nostro mantello tarlato preferito. Chiedo un aiuto io, stavolta: quando leggerete la storia di Dalla A alla Zebra, me ne spiegate il finale? Non l’ho mai capito (e Artibani non se lo ricorda)... Ma la vera perla è il fotoromanzo made in Vitaliano dedicato a Bertoni, che si vuole trasformare in supereroe mascherato. E qui si ride, ride, ride alla stragrande, con un Catenacci che dà prova di capacità recitative fuori dalla norma, vicine alla nimpronta (battutissima delle mie che ci stava bene per commentare il bertonismo imperante e dilagante dell’epoca)! Tra manuali scritti da un tale Steve Rogers, improbabili vocabolari, fantasmi, panzerottifici, si gira per Milano sino al “tragico” finale con comparsata dell’allora direttora Claretta Muci! Semplicemente imperdibile: se poi voleste fare un bel tour milanese dei luoghi bertoniani, avvertite: soprattutto il panzerottificio merita (parere per nulla interessato... Per la cronaca, ci andavo a mangiare quando frequentavo l’università). Ma ricordatevi di controllare se... avete i soldi!!! Leggete, comprendete e ridete, perché questo è un tormentone pikappero che ci trasciniamo ancora oggi, rantolando per terra tutte le volte che noi pkers d’annata lo ripensiamo! Completava lo speciale una miniagendina delirante (sempre a cura di Vitaliano) chiamata Quarantena, assolutamente comica. Di essa, però, va rimarcata la copertina, con una Lyla sciarroniana in bikini assolutamente da urloooooooooo!