Espongo il pensiero su cui riflettevo l’altro giorno, accennandolo nel mio ultimo post.
Anch’io all’inizio ero molto tentato da abbonarmi ad Anni d’Oro, ma viste le male parate della GDDP e i vari consigli, desistetti. Non è stata una cattiva idea. In compenso, mi misi a fare anche quattro calcoli, che ora vi espongo (maniacalità da ing.).
Dunque, nell’annuncio e nel sito si promette uno sconto del 20% per tutta l’opera, ovvero:
37*9.99 = 369.63€ - 20% di 369.63 = 369.63 – 73.93 = 295.7€
Insomma, un ottimo sconto. Peccato che in esso non siano conteggiatele spese di spedizione, che costano 2.9€ . Se le moltiplichiamo per il numero totale di invii, ovvero 8 (7 invii da 5 volumi più uno da 2/3), si ricava quanto segue:
2.9*8 =23.2 €
Questa è la spesa per la spedizione. Se la sottraiamo allo sconto totale visto sopra, e rapportiamo il risultato con il totale dell’opera senza sconto, otteniamo:
73.93 – 23.2 = 50.73/369.63 = 13.7%
Questo è il vero sconto effettuato, buono ma minore del previsto e da quanto proclamato ai quattro venti, il famoso “oltre il 20%”. Il risparmio è inferiore del 15%, ed è di 50€ che, divisi per il numero di albi, viene 1.30€: insomma, meno di due caffè a settimana. Se aggiungiamo le difficoltà, i ritardi stratosferici (essere al num.8 mentre gli altri sono al num.17 non mi sembra la stessa cosa, e ben oltre lo sfasamento di un mese previsto), e i casini con contrassegni, bollettini, gite alle poste, pillole per il mal di testa e chi più ne ha più ne metta, si rischia quasi di rimetterci.
Nel caso avessi sbagliato qualcosa, più che probabile, fate pure note e dovute dì correzioni con matita rossa e blu. Per il resto, una pessima figura da parte del Corriere, il “primo” quotidiano d’Italia, e di RCS. Meglio La Stampa.