Uh! Tutta quella roba là?
Meno male che mi son fermato a 6 tavole in tutto.
Dai, non esageriamo (a parte che oltre ai mandarini non ci ho messo consciamente altre citazioni) era solo un divertissment per abbinare mandarini e naftalina. Niente di splendido né di memorabile.
Colgo questo intervento di Alberto per una riflessione...
Basta davvero un riferimento ad un dettaglio originale per fare di una storia una bella storia? Io, mi dispiace, non credo proprio.
Qualche settimana fa tutti sono andati in brodo di giuggiole per la storia di Eta Beta di Marco Gervasio. Non voglio togliere niente all'autore, che sono sicuro ci legga ("Ah, siete quelli che criticano tutto?"), ma a me quella storia non è piaciuta. E non vedo motivi per cui si sputino peste e corna sulle storie riempitive messe in mezzo a Topolino e non su questa. Non mi basta che in una storia su Eta Beta si dica che è un uomo del futuro, piuttosto che dorma sui pomelli di ottone, piuttosto che la sua marca di gonnellino preferita, per fare di quella una storia bella. A me (de gustibus non disputandum est) è sembrata la solita storiellina umoristica insipida, e non ho colto sinceramente tutto l'entusiasmo che le si è creato intorno. Questo senza togliere niente a Gervasio che (apprezzamento dei suoi disegni a parte) in un'altra storia ricca di citazioni, Paperinik e l'ombra di Fantomius, ha dimostrato di essere autore degno di nota...
Ho apprezzato di più quest'altra storia di Eta Beta, costruita furbescamente su una doppia gag (una immediata, e una che solo i più preparati possono cogliere, ma l'ha confermato anche Alberto che si tratta di un
divertissement), ma certo non la ricorderò come l'incredibile storia di Eta Beta: rimarrà comunque un grazioso riempitivo per questo numero del Topo...
Ora, alla luce di queste mie considerazioni, condivisibili o meno, vorrei sapere: basta davvero una citazione, piuttosto che un riferimento, a una storia "vecchia" (non saprei come esprimermi meglio... :
) per fare di una storia "nuova" una bella storia? (Uh, quante storie...)
O siamo noi, legati -o per meglio dire arpionati- alle storie di un tempo, a cui basta un tartan del clan McDuck piuttosto che un quadro con raffigurato il gemello di Pippo per anestetizzare il nostro senso critico e farci bere anche le storielle che normalmente in maniera caustica scartiamo anche dalle recensioni?
Badate bene che non dico che nella prossima storia voglio Eta Beta come risultato di un esperimento genetico malriuscito, ma pongo questa provocazione perché mi sembra che alcuni si stiano richiudendo in un mondo abbastanza involuto e autocitazionistico... (Uhm... Mi ricorda qualcuno...)