Bravi...fa piacere osservare che nel forum ci sono anche cultori della lingua italiana. Lo dico con stima e senza nessuna ironia.
Se mi e' concesso d'insistere in questa digressione fuori del tema iniziale, ritengo che i cultori della lingua italiana siano la maggior parte degli utenti di questo forum. E che siano ben consapevoli di tributare questo grande rispetto all'italiano in buona parte, se non in toto, proprio in quanto lettori di Topolino.
Alcune osservazioni:
Il termine rivolta deriva proprio dal concetto di rivoltare e in questo va distinto da sommossa. Mi spiego: rivolta sta a significare che chi stava sotto si ritrova sopra (ad esempio, una classe sociale prima sottomessa che va al potere in seguito ad una rivoluzione), mentre sommossa � pi� sinonimo di tumulto. Quindi, il titolo giusto sarebbe "Topolino e la sommossa delle automobili".
Premetto che usualmente i termini sommossa, tumulto, rivolta, ribellione, insurrezione, sono usati intercambiabilmente come sinonimi, senza curarsi delle minime sfumature di significato. Tuttavia, volendo considerarle, e volendo per cio' stesso tener conto dell'etimologia, e' proprio per i motivi che hai spiegato che considero il termine
rivolta piu' adeguato di
sommossa. La sommossa, il tumulto, possono essere movimenti, per quanto violenti, di qualsiasi tipo. La rivolta e' una ribellione caratterizzata da totale ribaltamento dei ruoli, e che in quanto tale necessita di accurata organizzazione, nonche' soprattutto d'un minimo di coscienza di se' della classe sociale che si ribella, come appunto accade alle automobili della storia, istigate da Gambadilegno. Ma non e' necessario che vada
a buon fine, puo' invece essere - e lo e' storicamente spesso stata - temporanea: esattamente come succede alla rivolta delle macchine di Castellan, che per un paio di pagine si mostrano in posizione di potere sui loro "padroni". Se la rivolta giunge a buon fine, allora si ha una
rivoluzione, ma non e' questo il caso... storicamente di rivolte ce ne sono state tante, ma di rivoluzioni se ne ricordano ben poche.
EDIT: tutto quanto ho scritto ci porterebbe a divertenti disquisizioni sociopolitiche su certi significati reconditi della storia di Castellan, che dubito pero' siano stati voluti dallo stesso
; indi soprassiedo e torno anzi in argomento.
La storia in questione non m'e' dispiaciuta; sebbene di sapore troppo bambinesco in molti punti, cosa su cui tornero', il taglio fiabesco mi gusta assai. Il tratto poi ha molti particolari che mi ricordano parecchio Scarpa, in ispecie certe facce a ghigno e il gesticolare di molti personaggi alle pagine 149 e 150, del quale considero particolarmente emblematico della "scarpianita'" il gesto con pollice e indice dell'automobilista nella seconda tavola di pagina 149. Mi ha infastidito il linguaggio, sebbene gli possa concedere che le automobili siano state tratteggiate psicologicamente proprio come
bambine, ragion per cui una battuta come "ma non vi accorgete che vi state comportando molto male!", messa in bocca alla 113 Rosetta, rientra benissimo nel personaggio. Mi ha fatto cadere i cosiddetti pero' la narrazione di Topolino - con battute puerili e considerazioni pleonastiche al massimo quali "E invece era proprio cosi'! Che furfante, Gambadilegno!", che mai mi sarei aspettato di leggere sulle pagine del Topo. Che pero', a discapito della
mia personalissima sensazione, devo ammettere... che vadano a merito di Castellan. E questo perche', semplicemente, Topolino sta
raccontando una fiaba ai suoi nipoti, che sono bambini. Il merito sta proprio nell'aver adattato il linguaggio dello zio all'eta' dei nipoti, che FINALMENTE dimostrano la loro eta' da alunni delle elementari. Quindi, per quanto non sopporti il linguaggio elementare, onore a Castellan per essere stato coerente con la storia. E' una fiaba in tutto e per tutto, neppure breve, e di questo gli do atto.
Sulle altre storie tornero' poi; dopo questo lungo sproloquio mi devo riposare