Un bel regalino di Natale (strano che i TG abbiano sorvolato... :
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Conflitto di interessi per Berlusconi
L'Antitrust apre un procedimentoLa vicenda, che riguarda un'azienda che produce decoder e i cui prodotti sono distribuiti da una società che fa capo a Paolo Berlusconi, era stata posta già ad ottobre da alcuni esponenti dell'Unione, tra cui il senatore della Margherita Luigi Zanda. L'ultimo atto, quello che ha dato spunto all'apertura del procedimento dell'Antitrust, è un esposto dell' Unione di due giorni fa: "Con la fiducia sulla legge finanziaria, l'on. Berlusconi si è assunto la responsabilità di atti governativi a favore anche del fratello" si leggeva ier in una nota dei presidenti dei gruppi dell'Unione alla Camera dei deputati, con la quale si annunciava la presentazione all'Antitrust un esposto sull'argomento.
L'indice è puntato sulla questione di fiducia, decisa dal Consiglio dei ministri il 14 dicembre e votata dalla Camera dei Deputati nella seduta del 15 dicembre, su un maxiemendamento sostitutivo del'intera legge finanziaria, "comprendente contributi pubblici per l'acquisto dei decoder per il digitale terrestre, distribuiti e commercializzati in Italia anche da una società controllata dal signor Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio dei ministri".
Nell'esposto all'Antitrust i capigruppo del centrosinistra alla Camera rilevavano che, "in base al nostro ordinamento, la posizione della questione di fiducia investe in via diretta ed immediata la responsabilità del Presidente del Consiglio ('dirige la politica generale del Governo e ne è responsabilè e, conseguentemente, ha il compito di mantenere 'l'unità di indirizzo politico ed amministrativo" del governo, come recita l'art. 95 della Costituzione), per cui la presenza o l'assenza del presidente del Consiglio alla deliberazione relativa alla posizione della questione di fiducia è del tutto ininfluente, ai fini della responsabilità diretta del presidente del Consiglio, perchè si tratta di questione che non può essere deliberata senza il suo consenso e la sua autorizzazione".
"Ne consegue - precisava la nota - che, nel porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che, tra l'altro, comprendeva norme di favore per suo fratello, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è incorso nel conflitto di interessi.
Questo, infatti, si configura, sulla base dell'articolo 3 della legge 215/2004, anche quando l' atto governativo (nella specie la posizione della questione di fiducia) concede vantaggi ai 'parenti entro il secondo grado' ovvero a 'imprese o società da essi controllate".
Già il 14 dicembre il presidente Catricalà aveva confermato che l'organismo di garanzia stava lavorando sulla questione degli incentivi per i decoder, sottolineando tuttavia che si era ancora "in una fase pre-istruttoria: stiamo ancora verificando - aveva detto - i requisiti di ammissibilità della questione e quindi siamo ancora lontani dall'apertura di un'indagine che presuppone elementi più certi".
Lo stesso giorno la questione era stata sollevata dal presidente del gruppo Ds Luciano Violante che in aula a Montecitorio aveva chiesto al governo di chiarire in quale riunione il Consiglio dei ministri fosse stata autorizzata la fiducia sul testo e chi la presiedeva.
Nel mirino dell' Antitrust, a quanto si apprende, sia gli aiuti del 2005 che quelli previsti dalla Finanziaria per il 2006.
Da parte sua, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, si è detto sicuro che in sede di Antitrust "sarà dimostrata tutta l'inesistenza del conflitto di interessi e tutta l'inconsistenza dell'addebito.