Quando Vittorio Emanuele disse a Berlusconi: 'Io voto Forza Italia'
Lunedì, 19 giugno
"Problematiche continuità" tra Vittorio Emanuele e "alcuni settori importanti ed autorevolissimi delle istituzioni italiane". Inizia così il capitolo sui "rapporti con le istituzioni" nell'ordinanza di custodia cautelare che riguarda Vittorio Emanuele.
"L'appartenenza all'ex famiglia reale italiana - scrive il Gip - consente al Savoia di inserirsi in una fitta rete di relazioni, ai più alti livelli della vita istituzionale. Ed è proprio l'esistenza di tali relazioni a rilevarsi indubbiamente proficua e funzionale rispetto alla realizzazione dei proposito che il Savoia medesimo coltiva, ai fini della tutela dei propri interessi economici, con particolare riferimento all'annosa questione, che lo vede opposto allo Stato italiano, avente ad oggetto la pretesa, avanzata dal principe, di ottenere la restituzione dei beni costituenti l'eredità di Vittorio Emanuele III, morto senza aver fatto testamento nel '47".
In tale ottica - sempre secondo il giudice - rivestono un "indubbio interesse" le conversazioni telefoniche intercorse tra Vittorio Emanuele e Hugo Windisch-Graetz, uomo d'affari, nonché prezioso intermediario del principe nell'operazione di lobbyng, che questi sta conducendo presso il Governo italiano, al fine di ottenere quanto prima la definizione della questione suddetta in termini favorevoli al Savoia. In particolare, Windisch-Graetz appare come colui che mantiene i contatti con Antonio Catricalà, all'epoca dei fatti segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, che, investito del suo ruolo, della complessa questione, ha istituito, una commissione di esperti incaricati di formulare un parere pro veritate in base al quale il Governo italiano possa poi effettuare una proposta di transazione ai Savoia.
[size=14]L'espediente escogitato - continua il giudice - da Windisch-Graetz per accattivarsi i favori del Governo italiano è quello di "allettare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con la promessa di convogliare, in occasione dell'elezioni politiche del 2006, i voti dell'elettorato di fede monarchica in direzione dello schieramento facente capo allo stesso Berlusconi. Al riguardo, il Windisch-Graetz propone: 'concordiamo una breve nota perché ... puoi essere molto incisivo su Berlusconi se gli dici due frasi... lo fai felice e lui ti dà una mano a fulmine. Ne sono convinto, e cioè ... lei mi dica come la posso aiutare per le elezioni".
Il suggerimento è accolto positivamente tanto che in una conversazione tra Vittorio Emanuele e il suo collaboratore Pier Luigi Vitaliani il principe afferma: "Tutto questo viaggetto è stato non positivo, ma più che positivo" il giudice rileva che l'erede di casa Savoia "pone l'accento sulla necessità che l'operazione si svolga quanto prima, per garantirsi da possibili cambi di maggioranza, che potrebbero rivelarsi meno favorevoli al Savoia".
Nella trascrizione 597 si leggono le parole di Vittorio Emanuele in merito a questa eventualità: "Bisogna agire molto velocemente, prima della fine di febbraio perché siccome lui perderà le elezioni gli altri ce lo mettono in cu...". In un'altra conversazione, classificata numero 612, Savoia spiega a un altro interlocutore: "Sono andato a lanciare la storia del mio ordine con il titano, ho lavorato come un matto lì dentro, poi sono andato a vedere, in tutto questo casino mi ha ricevuto subito Berlusconi. E allora le ho detto, signor presidente, non possiamo permetterci il lusso di perdere queste elezioni, no, no, bisogna andare, lei deve fare, tutti gli amici devono andare a votare, devono votare per Forza Italia e la destra, sennò siamo nel cu..., questo non se lo rendono conto, ma il peggio è la gente che per pigrizia, non so, non va a votare. Quindi bisogna che ci vadano tutti, tutti, tutti, perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno... i bolscevichi (sorride) loro ci vanno sempre, capisci? E allora bisogna assolutamente che questa storia cambia adesso, basta ha detto sì, infatti è uscito su tutti i giornali, Vittorio Emanuele prende posizione, beh ho preso posizione, ho fatto, io faccio i ca... miei". [/size]