Bel numero questo, non c'è che dire. Anche se ammetto di averlo preso solo perché avevo notato la presenza di Cimino
, mi ha piacevolmente sorpreso.
Topolino e la scoperta del nuovo Nuovo Mondo: bella, poetica (cosa rara & gradita) e con bei disegni. Testi e battute a parte, due cose mi hanno favorevolmente colpito, ossia le caratterizzazioni di Minni e Orazio. Minni si rivela un'ottima sovrana, dotata di spirito romantico che le consente di elevarsi oltre le grette ambizioni dei suoi sottoposti Macchia Nera e Gambadilegno, e con uno spirito pungente nient'affatto spiacevole. Cosa forse ancora migliore, s'è evitato di metterla assieme a Topolino, quantomeno rispettando un minimo di logica, ed evidenziando così maggiormente il suo carattere, assai offuscato quando la si riduce semplicemente alla "fidanzata di Topolino". Orazio riprende per certi versi quello che fu il suo ruolo di tutore nello splendido film
Il principe e il povero, flemmatico e con una puntigliosa logica ferrea pericolosamente incline alla spocchia, che infatti lo espone alle intemperanze del prossimo, nella fattispecie un Gambadilegno poco paziente
I Bassotti e il cugino Zero Zero Nulla: mi ha detto poco e del resto si capiva dall'inizio che il cugino li avrebbe fregati sul tempo. Tuttavia non è certo pessima, anzi in mezzo al numero ci sta più che bene.
Paperina e il baratto ben fatto: incolore ma, come già detto, i riempitivi ci
devono essere.
Zio paperone e il guanciale della sapienza: quando si parla di Cimino sono di partissima, per cui... chiaro, lo schema è sempre quello, ma le variazioni sul tema sono infinite e la storia ne è una dimostrazione. Il linguaggio dei personaggî ciminiani è sempre spettacolare, e le manfrine di Paperone tra difensori civici e saggî carognoni mi fanno ghignare come al solito. Devo dire che i disegni di Amendola si adattano parecchio alle sceneggiature di Cimino. Tuttavia mi piacerebbe vedere cosa potrebbe combinare Cimino coi topi, dato che so che li stava sperimentando...
Ah! Ah! Ah Risate cercasi: molte battute
non mi han fatto ridere, ma è chiaro che riuscire a inserire riferimenti a una cosa che già di per sé è una parodia (ossia Zelig) risulta difficile senza creare ridondanze. Tutto sommato buona però.
M'ha decisamente fatto ghignare il ciak di Faccini. Rilevo altresì che per la pubblicità della storia del prossimo numero avrebbero potuto evitare di mettere l'
ultima vignetta...
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