Riporto il mega parere che hoi scritto per il
Sollazzo in cui ripeto cose già dette ma che riassumono un po' la situazione.
#2623
Se si esclude la discussa saga evento, questo è un numero che di memorabile ha ben poco. Di certo la copertina è splendida, anche perchè non fa che confermare il ritorno di una buona vecchia abitudine, e cioè di promuovere i contenuti dell'albetto schiaffando in bella vista un immagine ispirata alla storia principale. Ecco infatti un bel Paperone astronauta by Freccero. Trovo però che se si ritornasse ad inserire anche uno slogan "descrittivo" l'immagine verrebbe maggiormente collegata alla storia, mentre invece in questo caso potrebbe benissimo essere una qualsiasi gag da copertina topolinesca.
Paperi Galattici: Episodio 1 - Zio Paperone e l'Inganno Aureo (Ambrosio/Freccero): Proporzionalmente parlando, ha alimentato più polemiche questa storia da sola che trentadue numeri di Pkfrittole messi insieme. Ed è a Pkfrittole che questa storia è legata a filo doppio, già a partire dall'autore: Ambrosio, uno dei due maggiori autori della terza serie del papero mascherato. L'occasione per la pubblicazione di questa saga in quattro parti è data dalla presenza del gadget-astronave che da questo numero e per altre tre settimane verrà allegato al giornale. Un operazione che in passato ha dato frutti eccellenti, e che odorava di bei tempi andati anche per un altro motivo: nella preview della storia comparivano i Ki-Kongi e i Paperoidi, vecchi personaggi creati rispettivamente da Rodolfo Cimino e Romano Scarpa. Il ritorno di queste vecchie glorie ha infatti mandato in visibilio lo zoccolo duro dei fan che già sperava di poter leggere l'odissea spaziale defintiva, che avrebbe finalmente rimesso in scena Reginella, gli Evroniani, Rebo, Ok Quack e Little Gum.
Purtroppo non è andata così e la storia non si è rivelata altro che l'ennesimo reset/reinterpretazione by Ambrosio di alcune gloriose pagine della storia del settimanale. Forse la più grave, dal momento che Pkfrittole e PP8 erano pur sempre intesi come pubblicazioni "parallele", mentre qui lo scempio si attua direttamente sulle stesse pagine che avevano visto nascere la versioni originali dei personaggi, creando così un brutto e assolutamente ingiustificato precedente. Verrebbe da dare la colpa ad Ambrosio stesso, tuttavia non possiamo sapere cosa ci sia dietro a questa scelta; il motivo di tutto questo non è ben chiaro e il reset potrebbe essere stato imposto dall'alto, dall'ufficio marketing o da mille altre oscure figure dietro cui la Disney si nascose per ripararsi dal linciaggio in epoca Pkfrittole. L'unica cosa certa è che tutto questo è assolutamente irrispettoso nei confronti dei lettori, che vengono ritenuti imbecilli e incapaci di collegare tra loro un paio di storie, e soprattutto degli artisti Cimino e Scarpa.
Ciò posto, andando a valutare obiettivamente la storia non ci si può che unire al coro delle lodi sperticate per Andrea Freccero, che col suo stile fuori dalle righe rende la storia più che piacevole. Venendo alla sceneggiatura in sè, c'è da dire che parte bene. Non certo il massimo dell'originalità, ma ricca di surreale atmosfera Ciminiana, data da ottime gag come quella del cartello o l'economico lancio spaziale a mo' di calcio di rigore. Peccato che la storia inizi a scadere proprio entrando nel vivo: l'incontro con i nuovi Paperoidi, e il successivo flashback che racconta della creazione dei Ki-Kongi ad opera di
Quacklien, storpiatura del Re Ducklien di Scarpiana memoria, conserva gli stessi ritmi e le stesse atmosfere di tante storie di Pkfrittole. Per non parlare poi della brusca accellerata che la storia ha sul finale, al momento di affrontare i Ki-Kongi, che, a detta di Paperino,
regrediscono a vista d'occhio. In una vignetta sola. Ed è un peccato anche che il conflitto morale che lo Zione prova nel finale sia risolto alla bell'emmeglio sprecando così la splendida vignetta di Paperino che si rivolge a lui chiamandolo ex-zio. Non si sa a questo punto cosa aspettarsi dal secondo episodio, sembrerebbe però una storia a sé legata dal tenue filo conduttore del viaggio spaziale. Tra reinterpretazioni poco felici, ritmi accelerati e una certa dose di autoconclusività, Ambrosio sembrerebbe aver superato il suo limite, trovando il modo di dar vita a una creatura tutta nuova: Topolino-Frittole.
Speriamo di venire in fretta smentiti.