C’era una volta, nel Reame di Topolandia, un apprendista mago abbastanza sfigato, Mickey, detto Topolino in quanto svantaggiato verticalmente (Dapiz, prestami l’espressione) che partecipò a un torneo con Donald, detto Paperino per le sue irresistibili papere, e con Goofy, detto Pippo perché alto come Pippo Baudo (quest’altra invece è di RoM). I tre scoprirono insieme il valore dell’amicizia, sconfissero il malvagio Saruman, raccolsero le Sfere del Drago e fecero diventare Mickey detto Topolino Stregone PezzoGrosso.
Queste sono i presupposti dai quali parte l’atteso Wizards of Mickey II - L’Età Oscura con l’episodio Il Torneo dello Stregone Nero(Ambrosio/Palazzi). La storia viene ripresa proprio dove l’abbiamo lasciata, con Topolino neo-Stregone Supremo, acclamato da tutta la popolazione magica che non si cura di aver perso tutti i propri Diamagic. E già qui, Ambrosio si dimostra poco sapiente nel costruire trame: infatti, il pur vago percorso di maturazione di Topolino nel corso di WoM I viene totalmente demolito e ci troviamo di fronte a un Topolino immaturo, volubile e facilmente influenzabile. Come se non bastasse, il Maestro Nereus, che poteva in qualche modo riportare il proprio discepolo sulla retta via, viene fatto fuori con un espediente piuttosto sbrigativo. Ma a lui si sostituisce subito un altro mentore, il Guardiano-ombra della Grande Corona, che ha scritto “Cattivone” a caratteri cubitali sulla fronte e la cui vera identità è facilmente identificabile. Alla lunga lista di idee che sanno di già visto, poi, si aggiunge l’incantesimo della Duplicazione Multipla, che ricorda la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo di Naruto.
E, tuttavia, il primo capitolo non è così malvagio: la trama si prende i suoi tempi e mantiene un buon ritmo, giostrandosi tra riassunto e parte nuova con abilità e la buona parte della storia è dedicata alla crisi di Topolino. Ma nonostante questo, la vera e propria trasformazione finale di Topolino è fin troppo improvvisa e anche abbastanza inspiegabile. Riproporre l’idea di un torneo, poi, è assai rosicata e (spero mi perdonerete lo SPOILER, ma non è poi questo gran colpo di scena) la scelta di riprendere l’antagonista della saga precedente è banale e pure prevedibile.
Lo scomparto grafico, invece, si dimostra al solito il pezzo forte della saga; un Palazzi in forma tratteggia un Guardiano-ombra affascinante e tenebroso e un inquietante Dark Mickey. Unica pecca il Macchia Nera palestrato, anche se il responsabile di questi potrebbe essere lo sceneggiatore.
In sostanza, una storia nella norma. Ma anche il primo episodio della prima saga ci ingannò. Speriamo bene.
Paperino e la Comodona Special (Badino/Freccero): simpatica avventura, che mette in scena un Paperino autodistruttivo e dei cugini ben caratterizzati. Bellissimi e assai graditi i disegni di Freccero, dinamico e plastico allo stesso tempo e incredibilmente espressivo, forse un po’ frettoloso. Lo voglio più spesso, sulle pagine del Topo.