Paperinik e il Tesoro di Dolly Paprika (Gervasio): e iniziamo a lodare Gervasio. Che ben venga la ripresa di Paperinik come diabolico vendicatore, che ben venga la ripresa delle sue origini, che ben vengano le citazioni a Barks e la ripresa di Dolly Paprika. Però la storia non era assai entusiasmante, una storiellina modesta, nella norma, senza troppe pretese. Non un capolavoro, una storia onesta. La caccia al tesoro è poco appassionante e l’intreccio viene un po’ compromesso nel finale: il Paperinik di Martina era un genio nel mettere all’angolo Gastone e a farlo passare per un poco di buono, mentre qui il fortunato papero potrebbe benissimo spiegare tutto e farla a Paperino/Paperinik. Insomma, poco convincente e realistico. Ben fatti ma anonimi i disegni, che riprendono il modello cavazzanico dopo un excursus negli stilemi intiniani (anche se a dire il vero bisognerebbe sapere quando è stata realizzata la storia). Da segnalare una allusione iniziale a un tal Pinko, evidente parodia del Ginko di Diabolik; un personaggio omonimo era però apparso in Paperinik e il Ritorno a Villa Rosa di Michelini/Carpi. Citazione anacronistica o coincidenza?
Bello il finale, anche se c’è una cosa che non ho sopportato: Notre-Paper. Insomma, sembra essere stata messa lì giusto per “arruffianarsi” gli appassionati; la cattedrale è perfettamente inutile ai fini della trama e, come se non bastasse, i Paperi non vi entrano nemmeno ma sostano all’entrata.
In conclusione, non un capolavoro, non qualcosa per cui gridare al miracolo ma un’onesta e semplice avventura.
Topolino e la Deriva U-Cronica – 2° episodio (Sisti/Dalla Santa): e si entra nel vivo della trama. Un bell’episodio, una bella storia, ma non poi così entusiasmante. Insomma, si intuiscono le potenzialità e probabilmente per gustare appieno questo prodotto confezionato dal grande Sisti dovremmo attendere tutti gli episodi. Forse il mio entusiasmo è un po’ frenato dalla realtà in cui sono stati catapultati Topolino e Pippo, forse troppo prevedibile. Insomma, sottotono rispetto all’episodio precedente, ma rimango più che fiducioso.
Gradevoli i disegni di Dalla Santa, ma che poco hanno in comune con il precedente Cavazzano.