WoM II – Il Grande Tradimento (Ambrosio/Perina): cioè, si parte male con la fastidiosa didascalia già utilizzata nell’episodio precedente (lol, Ambrosio vuole farla diventare un tormentone?) e si procede malissimo con la Magicstation tre, ennesima perla assai coerente all’ambientazione fantasy che va ad aggiungersi ad Amuletofonino e Stregoku. Massì, cos’è dopotutto la coerenza? Bah, una sciocchezza. Quindi cosa importa se ne Il Torneo dello Stregone Nero e nelle numerosissime pubblicità altisonanti viene presentato un Topolino cattivo e poi ce lo troviamo semplicemente seccato/di mal umore/fragile? Ma nulla. Passiamo quindi al primo scontro della saga, che altro non è che un’accozzaglia di stereotipi pseudo-mangosi (Minni & Co. Che si coprono gli occhi e combattono affidandosi all’udito) e a un Topolino tormentato dal peso delle responsabilità. E qui è evidentissimo come Ambrosio tenti di toccare la liricità per cadere invece nel ridicolamente ridondante; caratteristica che lo sceneggiatore è riuscito anche ad attenuare in altre occasioni, quando non aveva i riflettori addosso. Se Ambrosio scrivesse quello che gli piace invece che quello che pensa piaccia al suo pubblico, farebbe storie migliori. In questo caso la trama è piena di facilonerie, ingenuità e punti confusi, con inganni del Signore degli Inganni (pardon, ormai si chiama solo Macchia Nera) assai semplicistici e imprecisi, mentre Topolino sbologna alquanto facilmente i suoi amici, senza sentire spiegazioni. Beh, d’altronde è pervaso dal MALE, no?
Disegni di Perina nella norma. Insomma, un’altra storia mediocre, anche se in WoM I si è visto di peggio.
E settimana prossima, si ribellano. Anche in casa Dinsey c’è guerra civile.
Ah, già, sembra che il nostro autore preferito se le vada a cercare: “Alzi la mano chi ha il coraggio di perdere il prossimo episodio”…
Se non fosse per gli spettacolari disegni di Vian, tutti.
Topolino e la Banda Larga (Secchi/Camboni): non mi è dispiaciuta, ma non mi ha nemmeno stuzzicato più di tanto. Qualche gag carina, ma un giallo semplice semplice, per nulla stimolante. I disegni di Camboni non mi sono dispiaciuti, anche se quell’inchiostratura graffiante e spezzettata che rende il tutto più rigido è ben lontana dal magnifico tratto di Small World. Ecco, quello è il Camboni che voglio.