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Tutti i Milioni di Paperone – Il mio secondo milione (Vitaliano/Mottura): avevamo lasciato un Paperone minatore neomilionario e ce lo ritroviamo uomo d’affari. Si sarebbe potuto insistere di più sul Paperone “avventuriero”, ma forse questo sarebbe stato troppo simile all’operato di Don Rosa e Vitaliano ci sta dimostrando di volersene discostare se non nella cronologia, certamente nello spirito. Certo, sarebbe stata preferibile una qualche collocazione spaziotemporale più precisa, ma dovrebbe essere ormai evidente che gli scopi di Fausto sono assai diversi da quelli di un Don Rosa. Mentre questi si è premurato di sistemare le nozioni barksiane per risputi motivi e con risapute modalità, Vitaliano ha sfornato una saga per nulla pretenziosa (non che quella di Rosa lo sia, beninteso), fresca e solare. “Questa è la vita di Paperone come me la immaginavo io da piccolo, quando mi godevo le storie senza premurarmi di questa o quella sottigliezza filologica”, sembra quasi volerci dire Fausto.
E la storia in sé è assai godibile e si adagia rilassatamente sulle tavole a disposizione mantenendo un buon ritmo e risultando migliore dell’episodio precedente, che pur essendo meno prevedibile era leggermente contrito in certi punti. Ed emerge anche un po’ di sano stile vitalianico in più rispetto a Il mio primo milione: stupendi i duetti tra Paperone e Jones, scena del “ricatto” su tutte (Paperone che soffia via il foglietto del telegrafo è un vero colpo di classe) e i battibecchi tra Paperino e Zione. L’idea con la quale Paperone raggiunge il secondo milione, poi, è del tutto in linea con la filosofia di Sisti che vede i personaggi Disney fautori della storia pur dietro le quinte.
I disegni di Mottura, anche se non al massimo, surclassano di gran lunga l’anonimo Mazzarello, con le loro architetture, gli ambienti, le espressioni e, soprattutto, i fantastici neri del fluido e nel contempo plastico disegnatore. Un’ottima realizzazione grafica che mi fa rimpiangere la latitanza di questo bravo autore dalle pagine del Topo. E mi fa rimpiangere anche l’usanza odierna ad affidare le saghe non solo a disegnatori diversi, ma a disegnatori i cui stili fanno letteralmente a pugni. Un Tutti i Milioni di Paperone disegnato interamente da Mottura, sarebbe l’ideale…
Paperinik contro tutti: Paperinik contro Zafire (Salati/Gervasio): sì, beh, solita solfa. La storia si mantiene su un buon livello e anzi spicca rispetto alle precedenti per alcune piccole finezze, ma l’occasione rimane sprecata. Insomma, se da un lato l’ironia e le didascalie impreziosiscono la storia, il personaggio di Paperinik viene martoriato tra le righe, quando viene dipinto come una sorta di supereroe comunale. E anche Gervasio mi fa venire rabbia: lui è un buon disegnatore, ma dopo tutta l’esperienza acquisita continua ad altalenare tra un tratto di matrice cavazzaniana e un altro di chiara ispirazione intiniana. Mi piacerebbe vedere un Gervasio deciso e con uno stile proprio, per quanto quello attuale risulti piacevole in entrambe le sue versioni.
Chiude il numero una simpatica storia di Gagnor.