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Che numero. Che numero. Che numero. E lo dico per il ritorno di Artibani, perchè il resto non è niente di che. La vignetta Zichiana, ispirata a Papere alla Deriva è graficamente un capolavoro colorata dalla Ziche stessa in modo sublime, ma è priva di battuta.
Tutti i Milioni di Paperone - Episodio 5: Il Mio Quinto MIlione (Vitaliano/De Lorenzi): Bruttina stavolta. La trama è priva d'intreccio, le gag della spalla ciecata sono stravecchie e risalgono ad Hanna e Barbera se non prima, e il colpo di fortuna finale ci può anche stare secondo la filosofia della storia ma è completamente slegato da tutto il resto. Bocciata.
Paperinik e il Ritorno di Mr. Invisible (Salati-Secchi/Vian): Che il testa a testa fosse tra Zafire e l'invisibiluomo era ovvio e scontato, vista la pochezza dei primi due. L'ha spuntata l'uomo e chissà quando e se vedremo gli altri tre ritorni. Ad ogni modo, la storia è buona, e anche di respiro ben più ampio rispetto alle prime, con un finale molto simpatico che strizza l'occhio al lettore. La saga si salva così in corner.
Papere alla Deriva - Quinto Episodio (Bosco/Ziche): Questa saga invece nel finale si spatascia al suolo mostrando una pochezza e una mediocrità che rasentano il preoccupante. Peccatissimo, perchè così anche questa storia, come Paperi nella Torre, diventa un'occasione sprecata. L'apparizione della tizia che le spiava è quanto di peggio si poteva immaginare per il finale, al pari solo del mostro/stomaco di Ciccio, visto e stravisto. Ri-Peccatissimo. Bè almeno la splash finale è simpatica.
Topolino e il Sigillo di Vladimir Zeta (Artibani/Dalla Santa): E qui invece siamo al cospetto del capolavoro degli ultimi tempi. Artibani. Cosa ci fa qui? Non se n'era andato? E la foto di Mastantuono in mezzo al giornale? Non se n'era andato anche lui? Non è che la politica della De Poli è di riavvicinamento degli artisti fuggiti sotto la gestione Muci? Se così fosse bisognerebbe farle un monumento e mettersi comodi ad aspettare il ritorno di Pezzin e altri grandi. O forse molto semplicemente questa storia è un residuo rimasto nel cassetto che non si decidevano a pubblicare. Speriamo tanto nella prima ipotesi, perchè il ritorno di un autore come Artibani, capace di rivolgersi ad un pubblico di gente evoluta, sarebbe veramente auspicabile.
Questa è una storia seria, fatta da uno che le storie le sa fare. Senza cavolate, senza cose pretenziose, senza insopportabilumi, senza quel senso di occasione sprecata che spesso anche le storie più "carine" danno. Qui c'è una storia da raccontare e lo si fa per bene, con una certa classe, senza autolimitazioni, senza crederci poco, e soprattutto con la volontà di intrattenere il lettore raccontandogli qualcosa. Viene recuperato come si deve il filone della macchina del tempo, coi viaggi temporali tanto cari ad Artibani, e viene fatto sul serio, come ai vecchi tempi, quando la saga offriva una perla dietro l'altra. Viene posto un problema, vengono forniti dati reali al lettore erudendolo il necessario a proposito della statua della libertà. Vengono anche inseriti particolari superflui ma che male non fanno, come la notizia su Gustave Eiffel. E poi si dà il via all'avventura. Che è una LUNGA avventura, ben 41 tavole di colpi di scena e rivolgimenti vari. Narrazione decompressa che permette l'inserimento di comprimari che "riescono sempre a stare a galla" e un bel colpo di scena che valorizza di parecchio l'intera storia. E un finale con tanto di didascalie poetiche. Il prodotto che Artibani offre è quindi di ben altra caratura rispetto alle cose bambinesche che si vedono sul Topo, ergo è ciò che dobbiamo sperare ci diano d'ora in poi.