Premesso che anch'io sono fra quelli che vorrebbero rivedere un Gambadilegno più "tosto" (il Pietro di Faraci mi piace e non piace allo stesso tempo), devo dire che la storia di Vitaliano non mi è dispiaciuta. L'ho vista come una sorta di presa in giro del personaggio (come a volte è capitato con la Ziche alle prese con Topolino), oltre che un evidente omaggio al papà di Baldo. Fermo restando che è pur sempre un fumetto, ho trovato stonato il fatto che Gamba non abbia preteso i diritti per il fumetto palesemente ispirato a lui, mentre la ripetuta citazione ai nani di gesso l'ho trovata un pò forzata. Cavazzano superbo come al solito, merito dei disegni dettagliati come non mai (vedi interni ed esterni dell'appartamento di Gamba), anche se ho notato un tratto disomogeneo rispetto al solito per quanto riguarda i visi dei personaggi (Trudy e Gamba in particolar modo)... inezie, cmq.
Paperinik contro tutti: mah, la storia, grazie anche ai disegni non è da buttare (ovviamente nel suo contesto, considerando anche i primi tre pessimi precedenti), ma l'idea del Paperinik-supereroe chiamato ad intervenire sulla scena del crimine come un "piedipiatti" qualunque non mi piace. Il finale, poi, è insensato (una teca data per indistruttibile che si sgretola all'improvviso, è un espediente sbrigativo). Vedremo cosa saprà offrirci Mr. Invisible al suo (probabile) ritorno.
Un pò di riflessioni riguardo le altre storie:
lo smascheramento totale di Ottoperotto ad opera dei Bassotti, a inizio storia, è contraddittorio; perchè non si levano pure loro la mascherina quando devono travestirsi per benino? Carina la trama, anche se il comportamento di Gastone infastidisce almeno in un occasione (cioè quando leggendo il giornale si meraviglia come mai non abbia ancora trovato la monetina).
La storia di Archimede ci mostra un Ubezio sempre più cavazzanico (alcuni primi piani praticamente sono fotocopie); su Asaro mi sono già espresso, tocca quindi alla storia straniera. Che è bella, e non merda (oddio, un pò di cacca c'è
). Continuo a ripetere ciò che già dissi all'epoca della prima estera: se le storie si faranno apprezzare sempre in questo modo, vada per l'"apertura delle frontiere". Idea valida, un pizzico di libertà di movimento nella sceneggiatura (che non fa mai male), disegni discreti (che in alcune pose ed espressioni mi hanno ricordato lo stiile Zichico), ma resi graevoli dalla colorazione brillante, fanno di questa storia in chiusura un ottimo "rincalzo" delle storie italiche, che ultimamente stavano occupando oziosamente questo spazio. Insomma, in mancanza di meglio, è auspicabile una continuità qualitativa di questo genere (se poi mettono Van Horn tanto di guadagnato), se non altro per rivedere più spesso il VERO Paperino, tutto pepe, protagonista di questa vicenda. Ah, quoto Warren riguardo l'osservazione sulla somiglianza col film di Rick Moranis.
Nel prossimo numero ritorna la saga di Vitaliano (vedremo che combinerà Intini ai disegni) e Paperino Paperotto "normal version".