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Che aria tira… (Ziche): si inizia ad ingranare. Ed ecco che salta fuori un po’ di satira sociale, che sarebbe splendida tramite i personaggi Disney tratteggiati dalla Ziche. Bene, avanti così.
Indiana Pipps e l’Isola del Mito (Panaro/De Vita): lodevole, davvero lodevole da parte di Panaro il tentativo di riportare in auge Indiana Pipps; peccato che la storia, pur vantando qualche trovata simpatica (la bottiglia di plastica) sia fortemente sbilanciata nei ritmi e, oltre a presentare a tratti un Indiana out of character, si perde nel finale (Topolino che piomba con una clava sui furfanti usando una liana? Posso capire Indiana, ma lui…). Insomma, un’occasione sprecata.
Tutti i Milioni di Paperone – Il mio quarto milione (Vitaliano/Soldati): involontariamente un episodio di attualità, forse il più debole dell’intera saga, finora. Sempre assai godibile a livello di dialoghi e sceneggiatura, paga un soggetto molto prevedibile a cui si aggiunge il nefasto e spoileroso redazionale (di solito non lo leggo, ma si sa, l’occhio cade sempre…), che si dovrebbe spostare in appendice. Ma se l’abilità di Vitaliano riesce a supplire a questi difetti, sul fronte grafico un Soldati più graffiante e asciutto del solito risulta assai più disastroso del Pastone di Wreck; oltre a essere impreciso sbaglia completamente le ambientazioni e i costumi d’epoca richiesti dalla storia. Da un valido disegnatore come lui non me lo aspetavo, spero saprà riscattarsi in futuro.
Papere alla Deriva (Bosco/Ziche): questa saga mi ricorda le pubblicità di quel mitico trio di Aldo, Giovanni e Giacomo. Le battute in sé sono poco divertenti, ma è l’elevata abilità del terzetto a renderle esilaranti. Ecco,
Papere alla Deriva è così; la storia è sempre più fiacca mentre i disegni della Ziche sono piacevolissimi e assai comici. Anzi, aggiungerei che mentre l’abilità dei tre di cui sopra riesca a far gradire le pubblicità, qui la povera Ziche possa fare ben poco per migliorare i dispersivi testi di Bosco. Le mie aspettative sono sempre più basse.
Zio Paperone e il Rimedio mobile per la tassa statica (Cimino/Del Conte): altra storia di involontaria attualità. Sarà che esco fresco fresco dalla lettura di
Dalla Tana del Bestio all’Angolo dei Salici, ma l’ho apprezzata particolarmente. Una lettura veramente corroborante con una buona dose di stilemi ciminani, appartenenti principalmente al filone giudiziaro; dall’addetto alle pulizie che sembra venire dritto dritto da
Le Patate Autosbuccianti, agli esilaranti fratelli Depaupera che sarebbero stati splendidi nelle mani del tenebroso Chierchini. E tuttavia Del Conte con il suo tratto sobrio adorna alla perfezione la sceneggiatura di Rodolfo. Mi farebbe piacere vedere i due autori con più pagine a disposizione…
Paperino e la Notte medioevale (Laban/Fecchi): vabbè, le critiche all’inizio; allora, le danesi devono essere brevi. Brevi. Brevi. Certo, se proprio devono essere lunghe, devo dire che le scelte redazionali si stanno dimostrando mirate: anche questa storia, come le precedenti, si mantiene su un buon livello con argomenti che da noi difficilmente vedrebbero la luce (anche se il sospetto di qualche censura sorge spontaneo leggendo alcune vignette incongruenti…). Piacevolissimi i disegni di Fecchi che ha asciugato e raffinato parecchio il suo stile, dagli stilemi cavazzanici, dai tempi di una sua breve comparsata su
Zio Paperone.
Comunque è carina, anche se nemmeno a me è piaciuta PER NULLA l'apologia di hamburger e videodipendenza, che sono uno dei mali principali dei bambini odierni. E sto parlando di SALUTE, non di "decadimento dei valori nei giovani d'oggi", cosa che il Topolino ITALIANO ha sempre avuto ben presente... ma si sa, al Nord sono abituati a mangiar schifezze e a gettare il fegato al macero.
-_-
Cioè, mi va anche bene che tu non abbia gradito l'apologia della modernomania, però non difendere così a spada tratta il Topolino ITALIANO (non so, ma che ti hanno fatto i danesi?) che nelle sue rubriche tira fuori certe mostruosità assurde... non so, trovo fastidiosa questa "discriminazione" tra danesi e italiani oltre gli stili fumettistici...
(Ah, e i Disney Italiani hanno fatto di ben peggio che spaparanzarsi davanti alla tv e strafogarsi, se proprio dobbiamo dirla tutta... io credo che i lettori più piccoli abbiano comunque un briciolo di quella fantastica dote chiamata intelligenza e che sappiano discriminare il giusto dall'eccesso...)