#2704
Si inizia alla grandissima con una copertina di Freccero che rivisita la locandina del film dei SImpson, con Paperino nel ruolo di Homer, Paperina in quello di Marge e Qui, Quo e Qua rispettivamente nel ruolo di Bart, Maggie e Lisa. Sullo sfondo pure la folla inferocita, composta da Paperone (Burns?), il Sindaco (Quimby?) e un paio di Bassotti. Capolavoro, e finalmente due delle più grandi invenzioni umoristiche di questi tempi si stringono la mano a vicenda, in un improbabile ma doveroso connubio.
Si prosegue con la vignetta della Ziche, che stavolta è proprio bella. Fa quello che una vignetta satirica dovrebbe fare in un contesto come quello di Topolino, frecciando la realtà ma rapportandola al mondo Disney. La battuta sul Dr. House (notare, il nome non viene storpiato) è fantastica e anche parecchio veritiera. Ed è ottimo anche come il dottore è stato ritratto.
Zio Paperone, Paperica e il Ballo delle St(a)elle (Vitaliano/Cavazzano): E si continua ancora meglio, con un Vitaliano al massimo delle sue potenzialità che riesce a ridare dignità all'ormai vituperato genere delle storie celebri. Tutto è calibrato al millimetro per divertire e coinvolgere tutto il cast, dando ruoli più che degni a tutti i personaggi vecchi e nuovi. C'è il mollichiano Paperica, spesso usato sempre e solo come pretesto, che finalmente acquista un briciolo di senso, viene ripreso il Paperello creato da Faraci, ma la sua presenza che nella prima storia era stata superflua viene qui giustificata dalla trovata comica dei cartelli. Poi c'è il resto del cast che oltre ai soliti Paperi include anche il Dinamite Bla recentemente rinato grazie a Fausto, i bassotti che finalmente, grazie alla battuta sulla mano amputata riacquistano quella parvenza di credibilità che era stata tolta da anni. E per finire c'è Topolinia! Troppo spesso dimenticata o relegata ad "universo alternativo", Topolinia è in realtà a un tiro di schioppo da Paperopoli, situata nella regione Disney per eccellenza del Calisota. E Topi e Paperi hanno fatto avanti e indietro per anni, sia prima che le due realtà venissero distinte, sia dopo in occasione di storie più o meno celebrative. Ma ultimamente la corrente divisoria alimentata da alcuni sceneggiatori ai quali era sgradita l'interazione delle due metà della banda Disney era arrivata addirittura a escluderle l'un l'altra. Ora, anche solo per una gag, ci si ricorda che non ci sono solo i Paperi. Sembra una piccolezza ma è un piccolo grande passo. E adesso vogliamo veder riunito il Trio, e non come in WoM. Infine va detta un'altra cosa, e cioè che noto un progressivo cambiamento nello stile "verbale" di Vitaliano, che storia dopo storia sta immergendosi sempre di più nella tradizione della scuola italiana. Nelle primissime storie certe sue battute, per quanto divertenti, suonavano un po' atipiche messe in bocca a certi personaggi, o quantomeno insolite. Ora sta succedendo una cosa molto gradita, e cioè il suo personalissimo stile si sta fondendo con i ritmi e i tempi comici tipici dei vari Martina o Cimino, mantenendo nel contempo un'impronta personale. Insomma, un Vitaliano che progressivamente si armonizza sempre di più con lo stile Disney, pur rimanendo graffiante. E per concludere un elogio a Cavazzano, che ormai è diventato una cartina tornasole di quanto una storia è bella: basta osservare i suoi disegni e si capisce quando si diverte e quando no: in questa storia il Cavazza ha sperimentato nuove posture, nuove espressioni. Basta anche solo vedere il primo Paperone di pagina 37, e la sua posa dinamicamente statica. Insomma, storie così fanno bene ai vip, ai disegnatori, ai personaggi e ai lettori, e più in generale al mondo Disney.
QQQ Blog - Per uno Skateboard in Più (Ambrosio/D'Ippolito): Non malaccio, per quanto non sopporti questa modernità ostentata che Ambrosio mette sempre in piazza e che rende tutto molto artificiale e spesso finisce per mostrare debolezze a raffica. Ma perlomeno questa piccola serie è appunto piccola, umile e rimane confinata tra le brevi in mezzo al giornale. E inoltre libera Paperino Paperotto, un bimbo di inizio secolo, dal difficile onere di far da modello identificativo per una generazione di bambini, restituendo il compito ai suoi futuri nipotini, che tratteggiati in maniera dinamica dagli artisti della scuola genovese, sono una vera festa per gli occhi.
Il resto nel numero invece contiene le solite loffiaggini: torna però Faccini, con una tavola che non è chissà cosa ma che si spera significhi il suo ritorno in pianta stabile. Mi disgustano invece le solite infinite rimanenze di magazzino di Colantuoni (finiranno mai?) e le solitissime trame mediocri di Figus che storia dopo storia sta sempre più dimostrando di non voler appartenere a quella schiera di autori che in questi interessanti tempi stanno provando a fare la differenza.
Next: Topolino e la Neve Spazzastoria, il terzo Casty dell'anno, ancora una volta autore completo, che promette di riprendere in grande stile l'Eta Beta gottfredsoniano. Mi aspetto grandi, grandissime cose.